Il centocinquantesimo anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni è l'occasione per ogn i lettore, studente o ex studente, di riavvicinarsi a questo autore, alle sue opere, alla sua biografia. Ho letto di eventi che Milano ha organizzato per celebrare l'anniversario, e mi è capitato di vedere sullo scaffale di una libreria un testo in cui Paperino veste gli abiti di Alessandro Manzoni ( edito da Giunti).
Ma esattamente 40 anni fa, nel 1983, a Manzoni vennero dedicate alcune pubblicazioni: Mario Pomilio compose il romanzo " Il Natale del 1833" , vincendo il Premio Strega di quell'anno; Natalia Ginzburg compose " La famiglia Manzoni"( che vinse il Premio Bagutta nel 1983); nello stesso anno il critico Vittorio Spinazzola scrisse un saggio dal titolo " Il libro per tutti: saggio su "I Promessi Sposi"" dedicato al romanzo manzoniano.
Ad incuriosirmi, il testo della scrittice torinese, di cui ho già apprezzato le doti da saggista ne " Le piccole virtù".
Non si tratta di un romanzo, perchè i protagonisti del libro sono persone realmente esistite; la particolarità di questo testo è il modo in cui è stato composto, basandolo sulle lettere, sulle memorie, sui diari dei componenti della famiglia Manzoni e dei loro amici (documenti che l'autrice elenca alla fine del testo); ogni capitolo ha il titolo di un componente della famiglia, e gli eventi ricostruiti vanno dal 1762, anno di nascita di Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni, fino al 1907, anno della morte di Stefano Stampa, figlio della sua seconda moglie Teresa Borri e figliastro dell'autore milanese.
La vicenda umana di Alessandro Manzoni copre circa un secolo della nostra storia, dal 1785 al 1873, ma la Ginzburg preferisce concentrare la sua narrazione sulla dimensione familiare, domestica, con i suoi problemi e le sue dinamiche, mettendo a nudo l'aspetto umano, pregi e difetti, di ognuno dei componenti della famiglia Manzoni, ma anche le loro gioie e i loro umani patimenti: il rapporto di Cesare Beccaria con le sue due figlie, il matrimonio dell'illuminista poco tempo dopo la morte della prima moglie, per poter avere il figlio maschio; il matrimonio di Giulia col conte Pietro Manzoni, presto terminato con il trasferimento di lei a Parigi con Carlo Imbonati e l'affido di suo figlio Alessandro a Pietro, pur non essendo suo padre naturale; il periodo in collegio di Alessandro, in seguito al quale raggiunge sua madre a Parigi, dopo la morte di Carlo Imbonati; l'incontro con Enrichetta Blondel, che lo avrebbe portato alla conversione al cattolicesimo, ed alla nascita dei loro otto figli; la morte dell'amata Enrichetta il giorno di Natale 1833, ed il suo secondo matrimonio con Teresa Borri( già madre di Stefano); i rapporti con i figli maschi- soprattutto Filippo e Enrico-, che gli chiedevano aiuti materiali o economici, il rapporto col figlio Pietro, a cui si appoggiava, in cerca di sicurezza; il rapporto con la seconda moglie Teresa Borri, di cui viene messa in evidenza l'ipocondria; i rapporti tra Teresa e le figlie più giovani dello scrittore, che percepiscono come estranea la casa in cui il loro padre vive con Teresa; la breve vita di Matilde( di cui l'editore Adelphi ha pubblicato il " Journal", diario degli ultimi due mesi di vita), che vive la maggior parte del tempo con sua sorella Vittoria, suo marito e i loro quattro figli, e del rapporto affettuoso tra le due sorelle Vittoria e Matilde, la richiesta di Matilde a suo padre di venir a trovarla, a cui il genitore risponde in maniera evasiva, del rapporto con Bista, il marito di sua figlia Vittoria,
Interessante, nella nuova edizione dell'opera a cura di Salvatore Silvano Nigro ( pubblicata nel 2016), è l'apparato extratestuale, con le foto e l'albero genealogico ad aprire il testo, mentre dopo la fine del testo , dopo la pagina dedicata all'elenco dei documenti che la autrice ha visionato per la redazione del suo testo, viene riprodotto il " Risvolto" che la stessa aveva scritto in occasione della prima pubblicazione del libro, a cui seguono" Tre interviste ed una conversazione telefonica", realizzate all'autrice , e le " Recensioni", che testimoniano i modi in cui l'opera è stata accolta nell'immediatezza della sua pubblicazione.
Questo testo tratteggia la figura di un uomo che ha sofferto per la mancanza, in età giovanile, per la assenza di affetto da parte di una figura paterna e materna. Per quel che riguarda il padre naturale, non ha mai avuto un rapporto con lui; il conte Pietro Manzoni, marito di Giulia, era un uomo impacciato e triste, che viene lasciato da Giulia perchè lei, non sopportando più il matrimonio impostole dal padre, fugge a Parigi con Carlo Imbonati e affida suo figlio al conte. Il piccolo Alessandro viene affidato all'istituto dei Padri Comaschi, e ne uscirà anni dopo, in seguito alla morte dell'Imbonati, e raggiungere la capitale francese, dove Giulia vive. Mi sembra a tal riguardo riveltrice una citazione del libro: " A Parigi, in rue Saint-Honoré, madre e figlio si trovano uno davanti all'altra e si guardano come due che non si sono mai visti prima. Non sono madre e figlio ma una dona e un uomo. Lei soffre oer una recente perdita e porta i segni del dolore sul viso. Lui si sente a un tratto chiamato a esserle di sostegno. Non sono madre e figlio perchè tra loro i vincoli materni e filiali sono stati lacerati nel corso degli anni, vivendo essi lontani uno dall'altra ed essendo ognuno desideroso di dimenticare l'altro. In lui l'immagine materna che l'ha lasciato solo e si è dileguata è stata sotterrata nella memoria emanando angoscia ed ispirandogli un confuso rancore. In lei l'immagine infantile a cui non ha dato tenerezze materne e da cui è fuggita è stata sotterrata emanando angoscia e rimorso. Tutto questo retroterra di sentimenti sepolti rinasce fra loro di colpo e subito di nuovo sprofonda nell'oscurità. Sprofonda però gettando lampi e clamore ed essi ne sono assordati e abbagliati. Per l'uno e per l'altra comincia una nuova esistenza" ( pg.18)