LE
INTERVISTE DI PROGETTO BABELE
Un'intervista di Carlo Santulli con Monia Di Biagio
Un grazie a Monia Di Biagio, giovane e promettente scrittrice
che siamo lieti di presentare ai nostri lettori come
autore del mese di questo PB12!
Sei
stata spesso intervistata recentemente. Quando rileggi
le tue risposte, pensi sempre di essere stata in grado
di comunicare quel che volevi o trovi qualcosa che non
sei riuscita ad esprimere compiutamente? Ogni
volta che faccio un'intervista, sia che sia io a redigerla
da intervistatrice, (per la rubrica che curo su nuoviautori.org
"L'intervista", appunto), sia che sia io a
sottopormi a questa da intervistata, cerco sempre di
essere chiara, lineare, completa nei discorsi affrontati,
ed il meno possibile noiosa per il lettore, vista la
mia congenita ed inguaribile prolissità. Ma ahimè,
le mie interviste, come qualsiasi altra cosa io mi accingo
a scrivere, nascono di getto, da un portentoso movimento
in su e in giù per la tastiera che non trova
loco sino all'ultimo punto, dettato da una mente che
come sempre dico ironizzando va molto più veloce
delle mie tre o quattro dita utilizzate su un totale
di dieci, rendendomi spesso dislessica nella composizione!
Ed è proprio per questa mia impulsività
nello scrivere, che poi rileggendo ogni mia parola,
naturalmente mi dico "Beh, avrei potuto dire anche
questo " Ma proprio perché le mie parole
nascono di getto, riversate nero su bianco dalla mia
Anima, ebbra di cose da dire, come per qualsiasi altra
pulsione amorosa, sono tutte "not under control"
come direbbero gli inglesi. Per cui credo sia inutile
con il senno del poi dire: "avrei potuto anche
scrivere o raccontare", perché quello che
è stato detto, è proprio esattamente quello
che il mio cuore e la mia mente, in preda a questa sorta
di "scrittura automatica" che sempre mi attanaglia
i pensieri e le mani, hanno voluto dire in quel momento.
Aggiungere, modificare quanto già detto significherebbe
per me togliere sincerità e veridicità
ad un pensiero dettato dall'inconscio, così come
poi lo si legge. Quindi almeno per me a conti fatti
va bene così. Spero comunque che chi mi leggerà
riesca a conoscermi anche attraverso le cose non dette,
anzi soprattutto attraverso quelle. Perché questo
significherà che ad ogni nuova intervista o racconto,
il lettore non sarà solo di fronte ad un facile
e sbrigativo copia ed incolla di pensieri, ma ogni volta
di fronte ad una novità, scritta ,assoluta.
Hai
vissuto a lungo presso il Lago di Bolsena, poi in Versilia.
Pensi che nelle atmosfere dei tuoi scritti si senta
più il lago o il mare? Si
sentono le onde e l'amore per quell'acqua creatrice
dalla quale dolce o salata che sia non posso star lontana
troppo a lungo! A parte la battuta, ad ogni modo verissima
sul finale: ogni paesaggio naturale che ho amato e che
fortemente ho sentito che mi ha amato, è presente
nei miei scritti, nei miei pensieri, nei miei ricordi,
nel mio cuore. Un giorno di ormai parecchio tempo fa,
sentii improvvisa la necessità di mettere in
versi il mio lago, descrivendolo come visto da una vecchia
foto ingiallita tra le mani, perché in quel momento
ero lontana da lui e dalla me stessa lacustre. Questa
poesia "Fotografia" fa parte della Silloge
"Pensieri". Una seconda volta ho provato a
descriverlo attraverso una ricorrente scena di pesca
che è facile incontrare su queste rive, ma usando
una prosa in vernacolo. Quello fu il mio unico esperimento
a tal proposito, perché pur riconoscendo ed apprezzando
la forza nativa del dialetto esso si va pian piano spegnendo
anche in me, che pur come per ogni altro dialetto ed
avendo fatto studi di dialettologia riconosco in primis
la preziosità del parlato volgare. D'altro canto,
prima di partire, dall'amata Toscana, ho messo con me
in valigia un pezzo di Versilia, quel pezzo che ormai
faceva parte di me, celandola in un racconto che si
intitola "Versilia portafortuna" e che fa
parte della raccolta di racconti "Destini"
di prossima pubblicazione. Sul quale racconto dal mio
primo giorno sino all'ultimo, passando tra quanto di
più straordinario mi è accaduto lì!
Difatti, poi, sono tornata a vivere sul mio bel Lago,
dagli stupendi colori settembrini che ti riempiono gli
occhi ed il cuore, e da quell'inquietante grigiore dei
mesi autunnali, che quasi lascia pensare che anche il
lago cada in un sonno profondo, sino al risveglio primaverile,
perché solo e non più carezzato dalla
scia delle barche dei pescatori. Ma sono in procinto
di ripartire ancora e stavolta giuro non so per dove .Vorrei
giungere là, ove come diceva il poeta Vincenzo
Cardarelli "rise l'Etrusco un giorno, coricato,
cogli occhi a fior di terra, guardando la marina."
e là far sprofondare le mie radici. Ma è
proprio la Versilia che mi manca terribilmente, che
continuo a sognare, anche ad occhi aperti .Gli
Amici cari, carissimi; quel profumo di salsedine, quella
brezza marina, onnipresente e che di volta in volta
fa muovere come in un magico ballo la rosa dei venti
all'inizio del pontile di Marina di Massa; le maestose
Alpi Apuane che si congiungono marmoree al Tirreno mare,
e che sembrano abbracciarti a mo' di materna protezione
da ogni altrui intemperia, mantenendo sul Lungomare
di Levante un clima sempre temperato, anche in pieno
inverno. Come dice il toscano Bocelli che, coincidenza
nel rimembrar un luogo tanto caro, sto ascoltando proprio
in questo stesso momento "Sotto quel limpido cielo
Toscano, tanta voglia di sognare [ .] Storie passione
dolore Mascagni vive tra di noi, la luna sparisce dietro
alle nubi e un uomo canta dalla prua, negli occhi l'Equatore
grande sogno dei marinai e la scogliera è già
svanita si alzano le vele della vita. E adesso corri
verso il mare sentirai cantare questa musica dolce che
non morirà mai E ancora la tua forza è
il mare libero senza catene " (Andrea Bocelli
"Mascagni") Quanto l'ho amata! Grazie per
avermela ricordata, grazie per avermi fatto correre
ancora una volta, con la mente, in preda al bel ricordo
verso quel mare, che ora di ritorno dall'onirico mondo,
mi è rimasto impresso negli occhi e nelle narici.
Hai
scritto il romanzo "La Dama Bianca: un fantasma
in cerca d'autore" in una sola stesura e sei mesi
di lavoro, che non sono molti. Pensi che una tale facilità
di scrittura sia innata in te, o l'hai raggiunta nel
corso degli anni? O forse pensi che dipenda dal soggetto
che hai trattato, che ti era particolarmente congeniale? Se
vuoi altri numeri più esplicativi in tal senso:
"La Dama Bianca" è divisa in due volumi,
(non vendibili separatamente) e sono alla fine uscite
fuori 350 pagine .Ed il tutto in sei mesi, sì,
praticamente 58, 3 periodico pagine al mese, ovvero
quasi due pagine al giorno che non sono poi molte, no?
Ad ogni modo, quando mi sono ripresentata dopo sei mesi
dalla giornalista della Nazione, Simonetta Tonarelli,
che "gentilissimamente" mi aveva aiutata a
redigere le indagini iniziali sulla Dama Bianca, per
farle leggere il manoscritto completo e farmi redigere
da lei la Prefazione, anche lei sorridente ed incuriosita
ha sbottato: "già fatto???" Quindi
rispondendo alla domanda: quali le possibili cause che
mi hanno spinto ed accompagnato nella repentina stesura
di questo libro? Oserei rispondere, senza ombra di dubbio,
tutti e tre i sopra citati punti: "la facilità
di scrittura", ma questo forse è il punto
di vista di chi lo legge, almeno spero, perché
io vi assicuro che nulla di quel libro è stato
facile, forse sarebbe meglio dire "la velocità"
e non "la facilità" con cui l'ho scritto,
dovuta soprattutto alla perseveranza di intere giornate
a fare ricerche e passate a scriverlo davanti ad un
monitor, mio unico inseparabile compagno di quei sei
mesi. Quindi, almeno dal mio punto di vista, più
di "facilità di scrittura" parlerei
piuttosto di "amore per la scrittura" che
è (almeno fin dove giunge il mio ricordo retroattivo)
innato in me; "il perfezionamento stilistico",
poi, anche, ma questo si raggiunge solo nel corso degli
anni con una pratica infinita (e tanta strada, io, son
certa, debbo ancora fare); e sì, certamente anche
"la congenialità dell'argomento trattato".
Quale scrittore non scrive di argomenti a lui più
congeniali? Raccontare è una passione, non credo
sia possibile raccontare un qualcosa che non dia passione,
che non infiammi l'anima ed inebri la mente!
In
un libro di interviste ad una decina di scrittrici italiane,
uscito nel 1984, Sandra Petrignani osservava la scarsa
attenzione dei critici verso la scrittura "femminile",
nonostante alcune grandi scrittrici abbiano a pieno
titolo posto nella storia della nostra letteratura del
Novecento (penso per esempio ad Elsa Morante o a Lalla
Romano). Qualcosa secondo te è cambiato, o le
donne che scrivono sono ancora trattate con sufficienza
dai critici (che sono prevalentemente uomini, almeno
in Italia)? Forse scrivere, per una donna, venti anni fa, lo
era. Io venti anni fa ne avevo dieci, e solo un anno
prima avevo dato vita al mio primo "romanzo"
se così in termini canonici lo vogliamo definire:
"Jaqueline", la storia di una neo super eroina,
con magici poteri e le fattezze della barbie, sulla
scia dei super eroi della Warner Bros. Ma non avendo
mai avuto, all'epoca, la necessità infantile
di pubblicare questo "romanzo", non mi sono
mai scontrata, vent'anni fa, con l'editoria Italiana
o la critica nazionale, pro scrittura al maschile ed
anti scrittura al femminile! Quindi retroattivamente
parlando non posso mettere in dubbio, l'impressione,
forse più che veritiera, di Sandra Petrignani
e delle sue intervistate. Ma oggi son certa non è
più assolutamente così! Basti solo pensare
che prima di Ugo Riccarelli, Premio Strega 2004 i due
precedenti Premi Strega sono stati assegnati a due donne:
Melania Mazzucco ed ancor prima Margaret Mazzantini,
le quali facenti ormai parte di un, seppur vero, elenco
storico, fatto quasi esclusivamente di soli uomini,
non credo siano state scelte dalla giuria degli "amici
della domenica" in base al loro sesso o per riscattare
un oscuro passato tutto al femminile! Elenco, che tra
l'altro, riporta anche il nome di Dacia Maraini, la
stessa bravissima Lalla Romano, Elsa Morante, appunto.
Io tra l'altro non ho mai provato sulla mia pelle questa
superiorità di giudizio maschile, e mi riferisco
all'essere trattata da loro con sufficienza, anzi al
contrario con molta stima e rispetto. Nella mia cerchia
di Amici Scrittori ci sono molti uomini, compagni d'armi.
I premi Letterari che ho ricevuto mi sono stati assegnati
da uomini, le cariche letterarie ufficiali, anche .No
non credo proprio, ormai questa distinzione uomo-donna-scrittore
non esiste più, ciò che conta è
saper scrivere e farlo con estrema passione in entrambi
i casi di genere.
Progetto
Babele ha tra i suoi obiettivi, oltre che aiutare gli
scrittori esordienti a "venire allo scoperto",
anche quello di riscoprire dei classici dimenticati.
A questo riguardo, avresti dei nomi da fare, sia di
esordienti che di autori classici che ti hanno colpito,
e ti sembra che non godano di sufficiente attenzione
o riconoscimento? Eccoci.
Prolissità mia fatti da parte. Potrei dar ora
vita ad un elenco infinito di scrittori considerati
ormai dei classici che si dovrebbero leggere, per un
arricchimento interiore.
Se però debbo parlare solo di quelli, classici,
ma un po' dimenticati dai più, non so proprio
da dove cominciare perché mi si chiede di fare
una statistica quasi impossibile: quali sono gli autori
classici che godono di meno riconoscimento o attenzione?
Giuro che non lo so! Posso provare a chiedere di fare
questa ricerca di dati a mio fratello che si occupa
appunto di Scienze Statistiche all'Eurispes. Io personalmente
penso che entrando in libreria e cercando un classico,
secondo il lettore che entra, Shakespeare abbia le stesse
possibilità di essere acquistato e letto di Platone
(leggete e rileggete i "Dialoghi" resterete
stupefatti di quanto sono attuali!), Catullo di Neruda,
Virginia Woolf di Isabel Allende ..Insomma chi
per troppo tempo è rimasto celato in senso generale
non lo so definire, ma posso certamente dire chi amo
io tra classici ed esordienti: Kafka (La metamorfosi),
Pavese (Dialoghi con Leucò) Pirandello (tutto,
è il mio preferito, ma in particolar modo "Il
fu Mattia Pascal"), Svevo (La coscienza di Zeno),
James Joyce (Dedalus, Ulisse, Gente di Dublino), Proust
(Il tempo ritrovato), Mann (La montagna incantata),
Montale (Ossi di seppia e La bufera e altro), D'Annunzio
(Il piacere, bellissimo romanzo da cui ho anche tratto
un breve brano d'introduzione alla mia prima silloge
di Poesie "Sentimento nuovissimo") pascoli
(i canti di Castelvecchio) Insomma, per non
farla tanto lunga, praticamente tutto il Novecento tranne
Calvino, ahimè, che non ho mai capito ed amato!
E tanti, tanti altri, poi: ho amato "le confessioni"
di SantAgostino, "Le candide" di Voltaire,
che praticamente sembra essere il leitmotiv della mia
vita .Ed ancora le sorelle Bronte, il Sommo con
la sua Divina, sulla quale a volte, oltre a rileggerla
ed ancora amarne la musicalità, mi diverto a
ricercare il "codice segreto" di cui tanti
hanno fatto un gran parlare E poi tanti, tanti
altri ancora mi affollano la mente, ma mi fermo qui
se no veramente l'elenco diverrebbe infinito! Tra i
nuovi arrivati invece: Baricco, il geniale poeta Sandro
Ciapessoni (tradotto in sei lingue non ha mai volutamente
pubblicato in Italia!) al quale ho anche dedicato la
mia seconda silloge di Poesie "Pensieri",
Marco Milani, Nino Genovese (entrambi bravi per quanto
giovanissimi, e che ho anche avuto il piacere e l'onore
di intervistare), tra gli ultimi letti: Linda Sue Nathanson
una psicologa e scrittrice Americana con la quale ho
anche avuto il piacere di trattenermi in contatto epistolare,
Michel Drosnin con il suo "Codice Genesi"
(grandiosa scoperta del codice della Bibbia) che tanto
esordiente e nuovo alla ribalta, solo per quanto ha
venduto di certo non lo è più .Ma
ancora tra "i nuovi": Piergiorgio Leaci, Marco
Saya, Davide Longo, Giuseppe Pontiggia, Andrea De Carlo .Nessuna
Melissa P. nella mia vita e nella mia libreria!
Dalle
tue interviste sembri molto soddisfatta di te e dei
risultati raggiunti. Avrai però degli obiettivi
per il futuro, letterariamente parlando. O no? Vivo
di obiettivi futuri e spasmo nel raggiungerli, sono
la mia linfa vitale, i miei sogni la mia straordinaria
realtà quando riesco a realizzarli! E' strano,
però, se posso permettermi, con tutta la sincerità
di cui sono capace che si evinca questo mio modo di
sentire, dalle mie interviste, che poi è quanto
di più lontano dalla me attuale, rabbiosa e ribelle,
ma non voglio assolutamente dissentire ad una impressione
personale. Vorrei solo specificare, visto che mi si
da nuovamente la possibilità di farlo, che io
attualmente non sono affatto soddisfatta, anzi amareggiata
dal sistema editoriale italiano, da tutto ciò
che è "Arte a pagamento" e non è
facile vivere per chi ama smodatamente scrivere in un
mondo così, dove di ogni parola scritta, pubblicata,
lodata, premiata viene fatto un vero e proprio business.
E come potrei essere soddisfatta di me quanto come Davide
di fronte mi ritrovo Golia e diversamente da lui non
riesco a batterlo?
L'unica cosa che mi da soddisfazione è scrivere,
punto. Poi che la mia scrittura venga letta, pubblicata,
pubblicizzata, non possono essere questi per me sintomo
di soddisfazione interiore, perché dietro c'è
sempre il solito "magna-magna" tutto italiano!
Può darmi soddisfazione un Concorso Letterario
vinto, la recente nomina da Senatrice Accademica, queste
sono soddisfazioni .Ma come pensate che mi senta
quando il mio libro viene ancora celato in un catalogo
librario, e nonostante che abbia alle spalle la catena
libraria Feltrinelli, su quel loro scaffale, di Roma,
di Torino, di Napoli, di Firenze ecc. io forse non lo
vedrò mai? Pensavo di dare alla mia creatura
la casa più bella ed accogliente del mondo, gli
ho invece dato una gabbia di cristallo e lustrini, dalla
quale forse non prenderà mai il volo, neanche
per farsi un giretto, e forse gli unici che farà
saranno quelli che gli farò fare io ospitata
in varie presentazioni, su e giù per la penisola.
Questa non è soddisfazione, è un dramma
personale, altroché. Che a volte al sol pensiero
riesce anche a togliermi il respiro e la voglia di scrivere.
Hai
pubblicizzato spesso i tuoi scritti su Internet. Tuttavia
su Internet non girano soltanto opere di qualità
come le tue, ma una grande quantità di letteratura,
spesso di qualità non esattamente alta. Pensi
che per un autore essere su Internet possa nuocere a
lungo andare, per il rischio di essere confuso con tanti
racconti di scarsa qualità? Innanzi
tutto ti ringrazio del complimento inaspettato, che
dall'ultima risposta è riuscito a ritirarmi un
po' su di morale. Internet è una grande scatola
magica, ci si trova di tutto e di più, un grandissimo
globale pacco sorpresa, che nonostante gli usi illeciti
che se ne fanno, può anche contenere dei preziosi
tesori, prima celati nel cuore di ognuno e poi messi
alla mercé dei più. Come dico nel messaggio
di benvenuto sul mio sito (https://digilander.libero.it/moniadibiagiodgl),
Internet per me non è solo un modo di mettere
in vetrina i miei scritti, ma anche e soprattutto quello
di avere un contatto diretto con il Lettore. Credo che
per ogni scrittore, o pseudo-scrittore, pubblicare su
Internet significhi la medesima cosa. L'unica differenza
tra queste due categorie che decidono di pubblicare
online, io non so di quale faccio parte, prendo per
buono, quello che hai detto tu poc'anzi, dicevo l'unica
differenza la fa proprio il Lettore con il suo commento.
Ecco un'altra grande soddisfazione, probabilmente la
più grande in assoluto: ricevere e-mail inviate
dal mio stesso sito, di chi quindi lì c'è
passato veramente, e non ti fa più sentire un
puntino tanto sperduto nell'universo globale della rete,
che mi dicono "Ti ho letto on line complimenti",
"Mi hai commosso", "Mi hai fatto vivere
le tue stesse sensazioni", "Ho comprato il
tuo libro e mi è piaciuto", "Dammi
un consiglio", "Verresti a fare la presentazione
da noi" .Ecco questo tipo di messaggi, sono
per me una grande gioia assoluta. E questo solo Internet,
in maniera così diretta e sbrigativa, te lo può
dare. Chiunque stia su internet è giusto che
ci stia, se oltre a farsi un po' di pubblicità,
cerca anche questo contatto umano, che se positivo e
sincero, è il più bello di tutti, non
conta più che ci sia perché bravo oppure
no, non conta più il discorso che si possa cadere
nel fare di tutta l'erba un fascio. Chi legge sa scegliere,
e su internet il gradimento è dato da un solo
click, quello che ti oscura o quello che ti manda avanti
nella lettura di un autore e che poi ti spinge a "cliccare"
su quello stesso tasto di invia e-mail, magari per dirti
"Sei brava" o "inizia a fare qualcos'altro
nella vita!tipo darti a l'Ippica"! Internet è
libertà e non vengono usati mezzi termini, è
così veloce che non si perderebbe tempo a soffermarsi
su qualcuno che non piace, e per di più facendogli
creder il contrario. On o off, bianco o nero, questo
è internet!
Hai
raggiunto la notorietà con un romanzo. Tuttavia,
la storia della letteratura italiana è più
fatta di racconti e novelle, ad esclusione di alcuni
grandi romanzi, come quelli di Manzoni e Nievo, per
esempio. D'altro canto i romanzi "vendono"
meglio. Quale misura ti sembra più congeniale
al tuo modo di scrivere oggi, il racconto od il romanzo? E'
proprio quel "vendono meglio" che mi ha spinto
a non pubblicare, mai, le mie due Sillogi di Poesia Io
non voglio e non vorrò sapere mai se la mia anima
può esser venduta oppure no! Poi ho raggiunto
la notorietà con altro .ma chi l'ha detto
che l'ho raggiunta? Comunque ammettiamo che io l'abbia
proprio raggiunta, se così fosse, è perché
ho avuto la fortuna di poter partecipare e poi di vincere
dei concorsi strafamosi in Italia ed all'estero, di
essere stata aiutata nel mostrarmi al pubblico da riviste
importanti come appunto ora PB12, o perché collaboro
e sono presenti su siti Internet tra i più noti
a livello Letterario .non certo grazie al mio libro
che se potessi urlerei al mondo intero che esiste, perché
evidentemente in molto pochi lo sanno. Ad ogni modo,
facendo un discorso solo ed esclusivamente di generi
letterari, prima che vendibili, quelli che io più
amo scrivere e leggere: "La dama Bianca" è
un Saggio, che io amo definire "saggio romanzato";
"Destini", di prossima uscita è una
raccolta di Novelle; "Un tuffo nel passato",
già in avanzata fase di stesura, sarà
il mio primo romanzo nel vero senso etimologico del
termine. Tutto qua. Racconto o Romanzo? Entrambi dipende
da quanto è lunga e complessa la trama che ho
in mente!
Ci
sono vari tuoi racconti che si ispirano a fatti realmente
accaduti a te od a tuoi familiari. Questo vuol dire
che la realtà può essere più romanzesca
di un romanzo, che si scrive più facilmente di
ciò che si conosce, oppure ? Esattamente!
Quale è il romanzo più bello del mondo?
La nostra vita. Non a caso chi l'ha scritta per noi
non è proprio tra gli ultimi arrivati!
A quell'oppure invece proseguirei dicendo, quello che
dico proprio in Destini: "In questa "Terza
ed ultima parte" ho voluto raccogliere tutti quei
racconti di fantasia, perché immaginati e trascritti
nero su bianco da me, nei quali sono stata io a voler
giocare con il Destino. E proprio l'epilogo di questo
libro, così composto ed ideato mi ha fatto scoprire
una gran bella verità: creare il Destino, le
vite dei miei personaggi, mi ha infuso un sentimento
di onnipotenza, io potevo decidere delle loro Vite e
delle loro Morti, potevo farli giungere là dove
avrei voluto, sin dall'inizio, che arrivassero. I protagonisti
delle mie storie si sono mossi in un'unica direzione:
quella che io avevo scelto per loro, ed in questo loro
percorso hanno sentito, amato, sperato, gioito, hanno
provato paura e dolore e felicità! Si sono innamorati,
si sono amati, si sono persi e ritrovati. E tutto questo
li ha resi veri, vivi come lo siamo noi. Così,
una volta infuso in loro l'umano sentimento, ho compreso
che non erano più le vuote ed iniziali bambole
di pezza, si erano trasformati da muti burattini in
esseri umani seppur virtuali, immaginari, ma presenti,
veri! Ho continuato a muovere dall'alto le fila delle
loro personali storie, ma ora straordinariamente non
ero più io ma il loro carattere a dirmi dove
avrei dovuto condurli! Come da bambina, quando giocavo
intensamente con le mie bambole, ho ora giocato a dare
una vita a chi senza fantasia, questa grande dote che
ci è stata donata insieme alla razionalità,
non avrebbe potuto vivere. E proprio come nella vita
vera i loro destini erano scritti, ma lì dove
i miei personaggi sono arrivati, ci sono arrivati perché
fortemente con le loro spiccate personalità lo
hanno fortemente voluto! Ho giocato a fare le veci del
Destino, ma ancora una volta lui mi ha stupito, perché
si è divertito a giocare con me! E proprio come
nel "Teatro nel Teatro" forse lui sapeva già
cosa avrei scritto chi e cosa sarebbero divenuti i miei
personaggi, quanto mi avrebbero insegnato sul fatto
che: SIAMO LIBERI DI GESTIRE I NOSTRI DESTINI! Perché
viviamo le nostre vite in base ai nostri caratteri,
le nostre personalità e giungiamo là dove
la nostra testa ci porta, guidati dalla nostra Anima
su una strada segnata per noi, con degli aiuti, ma sulla
quale di volta in volta potremo decidere se imboccare
un bivio o un altro. Saltare un ostacolo o attendere
che venga rimosso da qualcun altro,arrivare sino in
fondo alla via o fermarsi intimoriti a metà percorso.
Ad ogni modo tutto quello che faremo saremo noi a farlo,
lungo una via, che poi è la vita stessa e che
inverosimilmente ci è stata donata, affinché
proprio noi e non un altro "personaggio" potessimo
esistere, vivere, esserci, ora e sempre! Vi saluto con
un augurio speciale: "che la fantasia sia sempre
con voi", perché senza di essa avremmo si
l'intelligenza ma saremmo umanoidi senza un' Anima,
mentre la fantasia è la massima rappresentazione
del nostro "Essere interiore" la peculiarità
che ci fa essere umani pensanti e completi! Non pensate
che sia complicato fantasticare, per poi conoscersi
meglio dentro e scoprirsi migliori di quello che siamo,
è facile basta iniziare così: C'era una
volta ."
Tanti
giovani e meno giovani sognano di scrivere e pubblicare,
specie in Italia. Ci sono a tuo avviso abbastanza lettori,
da giustificare tutta quest'attività, o si scrive
innanzitutto per se stessi?
Facendo riferimento al recente "stato di lettura
italiano 2004" divulgato da Andrea Ginnasi Direttore
Editoriale della Prospettiva Editrice, direi proprio
di no. Lì si parla di uno scarsissimo 1% di lettori
in Italia sulla popolazione attuale. Praticamente sono
pochissimi quelli che entrano in librerie virtuali o
reali a comprar libri. Non riusciamo proprio in Italia
a trasmettere l'amore per la lettura, mentre benissimo
nasce in noi spontaneo quello per la scrittura, tanto
da esser soprannominati altrove "il paese dei poeti
e dei navigatori", che poi se si va ben a guardare
alla fine dei conti sappiamo far malamente entrambe
le cose. O forse non "malamente", mi correggo,
ma certamente non con il giusto rispetto che merita
l'arte dello scrivere. Mettere nero su bianco i propri
pensieri deve necessariamente essere concesso a tutti,
perché come molti affermano a volte, "scrivere
è anche terapia", non per me che la vedo
esattamente al contrario, per me scrivere è una
passione un lavoro, il lavoro più bello del mondo.
Per la terapia bisogna rivolgersi ad altri, competenti,
credo sarebbe inutile parlare solo con se stessi e ripetersi,
anche se per iscritto, i propri pensieri, una volta
che li conosci che fai? Come te ne liberi? Buttando
la pagina scritta? No. Questo sogno comune di scrivere,
per essere poi pubblicati, deve nascere da qualcos'altro .Abbiamo
una lingua straordinaria come l'italiano a disposizione,
e forse saperla usare almeno un po' benino, potrebbe
far credere di diventare famosi tramite questa. Credo
sia proprio questo in fondo. Non si scrive mai solo
per se stessi. Ed il perché credo sia presto
detto: non si vuole essere solo conosciuti per le proprie
grazie, o per saper calciar bene un pallone, ma per
saper scrivere. Ma allora se questo è il sogno,
ed a quanto pare di moltissimi, basta contare il numero
di iscritti su un qualsiasi sito letterario o laboratorio
di scrittura creativa su internet, dicevo se questo
è il sogno perché non lasciarlo palpitare
ancora a lungo in una società a quanto pare così
tanto prolifica verbalmente? E quale miglior augurio
si potrebbe fare a questo folto gruppo di cui anch'
io faccio parte? Scrivete ed amate la scrittura, sempre!
Grazie
infinite per la cortese intervista.
Per
gentile concessone di Monia Di Biagio.
A cura di Carlo Santulli
Csantulli@progettobabele.it