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Monologo del lasciarsi
di Marco Attinà
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Uno sono io,
Due sei tu,
Tre siamo noi...
La somma di noi più l’insieme che creiamo,
L’insieme come una presenza...
L’insieme come una persona... che respira, che parla,
Che non è d’accordo,
L’insieme come una persona che ama... che odia... che sospira,
Quasi da sola... che riesce a sopravvivere alla nostra assenza,
Che riflette la nostra presenza,
Come il vetro di questa finestra con dietro la notte...
Diventa nero, diventa uno specchio,
Diventa il confine, una frontiera.

Uno sono io,
Due sei tu,
Tre siamo noi
Noi due davanti alla finestra più la nostra immagine
Sullo specchio davanti alla sera,
Sullo specchio della notte...
Come un quadro, come una foto... come un ricordo,
Ma è adesso che esistiamo, è adesso che respiriamo,
I ricordi non hanno riflessi,
I ricordo hanno solo ombre...
I ricordi sono banditi e esiliati dal presente,
Clandestini oltre la frontiera del tempo... ricordi... che cazzata... siamo già ricordi...

Siamo già ricordi...

Siamo noi la somma, I fattori della formula...
Siamo noi... uno... due... tre...
Nella stanza del coraggio
Gli spigoli dei mobili tagliano la pelle liscia,
I vetri nel lavandino devono ancora essere lavati del sangue dell’ultima cena...
Tre bicchieri sulla tovaglia pulita,
Quattro occhi... quattro mani...
Tre anime in lotta per l’ultima goccia di vino,
Per l’ultimo pezzo di pane...
Ma quel che rimane sono briciole e vetri...
Ci penso io a sparecchiare,
Distenditi sul divano... riposa,
Fai due chiacchiere con la nostra somma, laverò io quel che rimane...

Uno sono io
Due sei tu
Tre siamo noi...
Noi...
Noi...
Io... tu... e noi...

Non aver paura,
La finestra basta aprirla e noi non ci saremo più,
La nostra immagine volerà fuori risucchiata dal mondo,
Come il fumo timido di questa candela spenta...
Non aver paura...
Io non ci sarò... noi non ci saremo...
Tu non ci sarai.

Restano solo da decidere le posizioni di partenza,
Restano da decidere le direzioni di percorrenza...
Resta da decidere in quanti dovremo rimanere a pulire.

Io preferisco andare verso sud...
Si penso proprio che preferirei andare verso sud, poi, dopo mille passi
Chiudere gli occhi e cominciare a girare, girare fino a perdere l’orientamento,
Poi fermarmi, aprire gli occhi e aspettare che il mondo si fermi... e poi proseguire...
Camminare e camminare fino a che la somma di me stesso non torni a fare tre...

Uno sono io
Due sono io
Tre sono io...

Tu vai verso nord?
Benissimo!
Ti consiglio di coprirti bene che fa freddo al Cuore da quelle parti...
Mettiti quella sciarpa che ti ho regalato a natale,
Ti sta bene con tutto... ti sta bene anche con niente...
Copriti e non dimenticarti la bussola...
Si perché ci sono giorni che le stelle e il sole si dimenticano di chi sta viaggiando,
Ci sono giorni in cui le stelle e il sole si scordano di chi si sta cercando...
Ah! Portati anche dei sassolini...
Come nelle favole... perché tutto questo è così assurdo che non potrai
Che voler tornare indietro...

Uno sei tu
Due sei tu
Tre sei tu

Camminare...
Camminare in senso opposto non può fare altro che avvicinarci
Dopo anni nella stessa direzione ad allontanarci...
Buon viaggio somma dei miei pensieri.

© Marco Attinà



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