Abbiamo
visto nell'ultimo capitolo come, tra il 1980 ed
il 1981 la Corno sia crollata ed abbia chiuso
la quasi totalità delle sue testate superoistiche.
Questo tuttavia non comportò anche l'immediata
chiusura della casa editrice ma solo l'inizio
di una lunga agonia che terminerà solamente
nel gennaio 1984 col fallimento definitivo della
un tempo gloriosa Editoriale Corno. Sempre nello
scorso capitolo abbiamo detto della chiusura di
albi storici come "L'Uomo Ragno" ed
"I Fantastici Quattro". Negli ultimi
numeri di queste testate apparve con una certa
insistenza la pubblicità di un fantomatico
evento che avrebbe dovuto verificarsi il 10 Marzo
1981, evento che venne svelato solo nell'ultimo
numero della testata dedicata al fantastico quartetto.
L'Uomo Ragno e i Fantastici Quattro si sarebbero
fusi in un'unica collana settimanale intitolata
"Il settimanale dell'Uomo Ragno", di
formato più maneggevole (come il Conan
della Comic Art, per intenderci), a 48 pagine
spillate a colori. L'idea di Secchi era quella
di unire due testate per crearne una più
solida con un parco lettori pari alla somma di
quelli delle singole serie. Il risultato pratico
fu invece la perdita di molti lettori che approfittarono
dell'occasione per abbandonare il mondo del fumetto,
inoltre altri lettori abbandonarono i super-eroi
più tardi, scoraggiati dal nuovo formato,
veramente misero, e dalla qualità delle
storie (la fine degli anni '70 in America fu veramente
povera di bei racconti). Tutto ciò portò
ad una precoce chiusura del nuovo settimanale
che non durò neanche un anno e finì
ingloriosamente col n.43.
Ma veniamo al contenuto di questi albi. Per
quanto riguarda il celebre tessiragnatele probabilmente
c'è una sola storia degna di essere ricordata:
il confronto con Kingpin nei nn.22-23
che vede il nostro eroe finire al tappeto contro
il corpulento criminale (solo l'intervento di
Vanessa, allora ancora in possesso delle sue
facoltà mentali, lo salvò dalla
morte in quell'occasione). Di un certo rilievo
c'è anche la prima apparizione della
Gatta Nera nei nn.20-21, in una storia però
piuttosto scadente. In appendice apparirono
invece molti personaggi, alcuni con epopee veramente
notevoli: cominciamo a ricordare l'incredibile
Hulk, scritto da Roger Stern e disegnato da
Sal Buscema, per poi passare ad Iron Man,
realizzato abilmente da John Romita jr. con
le storie che portarono Tony Stark alla prima
crisi d'alcoolismo e che si riallacciano direttamente
alla nostra retrospettiva. Un altro gruppo di
storie veramente belle sono quelle dei Fantastici
Quattro invischiati nel conflitto di due entità
cosmiche quali la Sfinge e Galactus.
Molto meno buone furono le storie di Thor che
precedono la saga dei Celestiali che abbiamo
pubblicato sul nostro Silver Surfer a partire
dal n.17, e quelle dei Difensori (riprese
poi anni più tardi dalla Comic Art su
Marvel Collection n.1). Ma i comprimari non
furono solo questi: ci fu anche la Donna Ragno
di Carmine Infantino (ne restano tuttora inediti
34 episodi), una sequenza eccezionale da Marvel
Two-in-One denominata più tardi come
"Saga del progetto Pegaso", opera
del sempre geniale George Perez, alcuni episodi
del Capitan America di Sal Buscema decisamente
scialbi e l'inizio di una saga dei Vendicatori
interrotta sul più bello per la chiusura
della testata. In sostanza qualche bella storia
ci fu, anche se la media rimase bassa, come
rimase scadente la confezione dell'albo, stampato
fra l'altro su carta di bassa qualità,
già ingiallita (ben più di quella
usata per gli albi dei primi anni '70).
Nello stesso periodo era uscito un altro periodico,
un mensile intitolato "Il giornalino
dell'Uomo Ragno", che stampava storie
del tessiragnatele dirette ad un pubblico di
giovanissimi, quindi particolarmente semplificate,
sia come testi che come disegni. L'iniziativa
sopravvisse fino al n.31.
Lo spazio lasciato vuoto nelle edicole dalla
dipartita del "Settimanale" fu presto
riempito da una nuova serie dedicata all'Uomo
Ragno. Stavolta il formato è quello
classico dei comic-book, 32 paginette a colori
con l'arrampicamuri accompagnato dagli X-Men
e dai Vendicatori (questi ultimi due gruppi
erano pubblicati a spizzichi e bocconi a racconti
alternati). La periodicità fu ancora
una volta settimanale: tale periodicità
è sempre stata poco adatta ai comics
americani, cosicchè dal n.14 passò
di nuovo quattordicinale. Il prezzo di copertina
fu inizialmente 600 Lire per passare dal n.33
a 800 Lire e dal n.43 a 1000 Lire. Proprio da
quest'ultimo numero avvenne una piccola rivoluzione:
le pagine tornarono 48 con due storie complete
ed un inserto giochi per bambini in età
prescolare; ma la novità più grande
fu l'avvicendamento di Luciano Secchi (che aveva
abbandonato la Corno per tentare l'avventura
in proprio fondando la MBP) con la sconosciuta
Laura Raspino. L'ultimo numero di questa testata,
il n.58 accompagnò il luttuoso trapasso
dell'Editoriale Corno, casa editrice un tempo
gloriosa e caduta in miseria. Le storie del
celebre arrampicamuri non furono di certo un
granchè (il fondo fu toccato col team-up
con Orestolo il papero, come dire Superman
contro Topolino... assurdo!) ma ci furono senz'altro
alcune eccezioni importanti, come ad esempio
le due ottime prove di Frank Miller nei
nn.29-31, la prima apparizione in Italia di
She-Hulk nel n.41 e la seconda apparizione
della Gatta Nera nei nn.5-6. Meglio,
come al solito, i comprimari, con un ciclo di
ottime storie degli X-Men del duo Claremont-Byrne
(le stiamo rivedendo negli Starbook della Star
Comics) ed un altrettanto buon ciclo dei Vendicatori
sempre a firma di John Byrne. Buono ma molto
esiguo anche il gruppo di storie dei Fantastici
Quattro che precedono la gestione attuale della
Star Comics e veramente eccellenti i racconti
di Devil a firma di Frank Miller per le matite
e di Roger McKenzie per le trame. Sotto tono
invece appare il Capitan America degli ultimi
otto numeri, degno comprimario di una rivista
morente.
Prima di concludere il discorso sull'Editoriale
Corno voglio ricordare altre tre serie di ristampe
dedicate rispettivamente a Capitan America
(29 numeri), Thor (42 numeri) e Fantastici
Quattro (16 numeri) che proseguirono in
formato comic-book le storie rimaste in sospeso
nelle rispettive serie cronologiche giganti
(per Thor invece, visto che non aveva mai avuto
dedicata una serie gigante si ripartì
dal migliore periodo di Kirby).
Alla morte della Corno i pochi appassionati
rimasti dovettero affrontare un periodo di vuoto
editoriale di quasi due anni in cui le novità
Marvel si riducono all'apparizione del volume
dedicato a Conan dall'Editrice Nord ed a due
speciali dell'Editore "L'Isola Trovata"
con la riduzione di film come "2010:
l'anno del contatto" ed "Indiana
Jones ed il tempio maledetto". Troppo
poco per i veri Marvel Fan che in gran numero
si rivolsero al mercato originale.
Verso la fine del 1985 sembrò aprirsi
un barlume di speranza con l'arrivo in edicola
della Labor Comics, una giovane casa
editrice che si avvaleva della collaborazione
di due signori allora sconosciuti di nome Marco
M. Lupoi e Sergio Cavallerin. Due le collane
Marvel di questa casa editrice: la prima, denominata
"Collana Labor" fu dedicata alle Graphic
Novel. Nell'ordine diede alle stampe la GN di
Dazzler (ristampata poi su Super Comics
nn.19-21), Raven Banner (ristampata su
Play Special n.21), Killraven, X-Men: Dio
ama, l'uomo uccide (ristampata sia su Super
Comics nn.1-3, sia su Play Special n.15), Heartburst,
Elric: la città dei sogni e Conan: la
regina di Acheron (ristampata su Best Comics
n.20). L'altra collana fu chiamata semplicemente
"Marvel" ed avrebbe dovuto presentare
nelle sue 64 pagine patinate a 2000 Lire a rotazione
l'intero universo Marvel. Invece il progetto
si arenò tristemente col n.2, coinvolto
nel crack finanziario della casa editrice, dopo
aver presentato ai fan 4 avventure degli X-Men
ed una a testa di Devil, l'Uomo Ragno
ed Hulk.
Gli appassionati si ritrovarono di nuovo di
fronte al vuoto in edicola ed in molti pronosticarono
tempi cupi. Invece non fu così: nell'aprile
del 1986 era apparsa in edicola l'ennesima collana
Marvel, "I Transformers", per
i tipi di una giovane casa editrice, la Play
Press. Nell'ottobre dello stesso anno fu seguita
dal Conan in b/n della Comic Art e solo
nell'aprile del 1987 arrivò il turno
del n.1 dell'Uomo Ragno Star. Fu dunque
la Play Press a riportare per prima la Marvel
in Italia dopo gli anni bui, non la Comic Art
e tanto meno la Star Comics, che invece fu la
prima a riproporre i super-eroi. Tutte e tre
le case editrici, con tante collane che seguirono
contribuirono poi a fare di nuovo grande la
Marvel anche nel nostro paese, a ritagliarle
lo spazio editoriale che certamente merita.
Ma tutto questo, come si suole dire, è
storia recente.
A cura di Marco Rufoloni
marco.rufoloni@casaccia.enea.it
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