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Se raggiungendo il margine del bosco
scorgessi lo stambecco fiero che,
mai stanco, spicca il salto verso il monte
e raggiunge le ultime chiazze di neve
sui pendii, nel silenzio di un pomeriggio
estivo....
Se specchiandomi nell’acqua limpida
e gelata immaginassi il riflesso di un tempo
a venire che sprona a nuove imprese
e toglie il fiato nell’incertezza del futuro,
nella magia di una aspettativa...
Se fermandomi un attimo a pensare
da dove son partito per arrivare in questo anfratto
fra le rocce tutto mi fosse chiaro
e il viaggio avesse un senso profondo
da svelare a me stesso ......
Se alzando lo sguardo verso il cielo
ne percepissi il tuo, nascosto fra le nubi,
mi batterei il petto facendo risuonare
tutto il dolore sordo che lo abita da tempo
e, zaino in spalla, comincerei a percorrere
il sentiero che giunge fino a te.
©
Giulia Calfapietro
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