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Ciao carissimo. Non riesco a dormire….guarda un po’, mi avrai contagiata con la tua insonnia. Stasera abbiamo parlato per più di un’ora al telefono, ma come al solito non é abbastanza. Quando riaggancio la cornetta la mia mente va avanti a rimuginare su ciò che ci siamo detti; solo che stasera abbiamo parlato di una cosa molto seria e mentre cercavo invano di addormentarmi, mi sono venute in mente altre cose che avrei voluto dirti. Non potrei mai farcele stare in un SMS, così ho preso il primo foglio che ho trovato e mi sono messa a scriverti questa lettera, che in pratica é il prosieguo della telefonata. Dunque, parlavamo del suicidio. Io ti ho detto che la vita é come una candela, che quando é finita si spegne da sola. Tu hai risposto che però sei padrone della tua vita. E’ vero, ma fino a un certo punto. Se sei padrone della candela, dirai, sei anche padrone di decidere quando spegnerla…ma non é così semplice. Non stiamo parlando di una candela in una stanza vuota; tu sei una candela che ha il compito di illuminare gli oggetti che ha intorno. Se la spegni prima che sia finita, rimarrà della cera inutilizzata che avrebbe potuto far luce su tante cose. Non solo; ci sono persone che dalla tua luce prendono energia e ogni giorno possono contare sul fatto che la tua fiamma sia accesa. Spegnendoti tu, spegneresti anche una parte di loro. Siamo tutti delle candele singole, ma la luce di una é legata a quella delle altre da un disegno complesso che non sempre ci é noto. Per questo quella che sembra essere una scelta che riguarda solo noi, a volte finisce invece per influire anche sugli altri. Non tutte le candele sono uguali, ce ne sono di lunghe e di più corte. Alcune bruciano in fretta, altre durano un’eternità. Ma non é un caso, ogni candela finisce in armonia con le altre, in modo che la stanza sia sempre illuminata. So che capisci cosa voglio dire. La vita é un passaggio per giungere alla vita vera e propria - questo almeno é quello che credo io. E’ un passaggio, ma é un passaggio obbligato dove non sono ammesse scorciatoie e, anzi, la strada più difficile é spesso la più veloce. E’ vero, le prove e gli ostacoli non li possiamo scegliere noi, ma cercando di superarli accelereremo il passo. Se invece ce ne sottraiamo, prima o poi si ripresenteranno. Non stancarti di vivere amico mio, avrai tutta l’eternità per essere morto. Adesso é il momento di essere vivo e, se ci pensi bene, in mezzo a tutti i guai, i dolori e le cose negative, troverai sempre almeno un motivo per il quale valga la pena di vivere. Lo so che queste sono solo tante parole e che é facile parlare quando il problema é di qualcun altro. Forse non ti serviranno a niente, forse addirittura ti infastidiranno. Io però te le ho scritte, nella speranza che ti trasmettano l’affetto che sento nei tuoi confronti, quello stesso affetto che mi ha spinta a scriverti invece che a mettermi a dormire. So che non posso risolvere i tuoi dilemmi, ma so anche che se la situazione fosse rovesciata, tu avresti fatto più o meno come me. E questo é molto importante. Sono contenta che ci sia anche la tua luce a illuminare la mia stanza e vorrei che fosse così fino all’ultima goccia di cera, non un minuto di meno! A presto, Debora
©
Debora Gatelli
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