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Le parole e la pietra
di Fabio Clerici
Pubblicato su SITO
Anno
2009-
Rupe Mutevole
Prezzo €
10-
100pp.
ISBN
9788896418369
Una recensione di
Carlo Santulli
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La poesia non esclude la concretezza di un'attività pratica, anzi posso dire che è un dono raro la capacità di trasferire il quotidiano e non soltanto quello interno e lirico, ma anche quello esteriore e visibile, in parole che abbiano una delicatezza non priva di sfumature amare e pensose. Capisco che l'intento di Fabio Clerici è raccontare, non tanto sé stesso, quanto l'opera di cui è parte, intendendo con questo certamente il volontariato attivo, ma anche in generale quel continuo e silenzioso lavoro di redenzione, che passa per i volontari, ma si estende a tutte le persone che hanno ancora voglia di pensare e di sentire, di dare insomma delle parole a quella pietra che è in fondo il mondo senza umanità: “rivivo la geometria della vita/dove ogni figura s'incastra”.
L'umanità delle poesie di Clerici è consapevole di un destino, a volte infelice, ma non è priva di dignità né di una forte e sentita aspirazione alla libertà, che corre qua e là per i versi, quella libertà tanto fuorimoda (forse da sempre) “di non essere bello”, per esempio, o di essere un anziano perso in una città di ferragosto, magari in quella Milano dove s'aggirano nei pressi del Castello a cercare un po' d'ombra, il che ci fa capire che di una libertà così totale, spiazzante, nello stesso tempo concreta ed eterea, si può godere soltanto in sogno. In sogno possono apparirci anche i fantasmi, quelli che sono stati uomini e donne, ed ora sono sospesi in un limbo dove nemmeno la morte li vuole, ma sono pronti a tornare alla vita, se qualcuno mostra di desiderarlo per loro stessi, che non ne hanno la forza. Ma questo sogno si apre altrove anche alla dimensione rasserenante anche se non bucolica della campagna, a quei piccoli paesi sul Trebbia “nel tempo sospesi” ed anche al desiderio di poter essere altri da sé stessi, anche se nascosti da una divisa (il che è ancora una volta libertà...). Ci si può inoltrare nel bosco, tra la neve, probabilmente perdersi e ritrovarsi mille volte, si può tornare al proprio tavolo, e sull'onda dei sentimenti, riscoprire una “disperazione divenuta messaggio”.
Ecco, la poesia di Fabio Clerici in “Le parole e la pietra” è in questa capacità di stupirsi delle cose quotidiane, per vedere le quali ci vogliono altri occhi, mi piacciono in essa l'evolversi del messaggio e del discorso verso improvvise aperture ad un altro mondo, un'altra dimensione, un diverso modo di godere delle cose e di descriverle. Si tratta in fondo di trovare un senso differente alla nostra esistenza ed a quella di tutti (una delle liriche della raccolta si apre proprio con queste parole “Trovo senso”). E' da qui che si riprende il tema del volontariato, il cui significato più intimo (che riunisce la vicinanza al dolore col duro lavoro di ogni giorno) è quello di ridare valore alle cose, alle persone, ai gesti che sembrano non averne più, perché abbiamo dimenticato, perché abbiamo fretta, o forse semplicemente perché non abbiamo più tempo né voglia di leggere poesie come queste. Sbagliamo a non farlo, perché sono poesie che parlano di noi stessi e del mondo in cui siamo immersi, offrendo tra le righe qualche idea buona per cambiarlo.
Una recensione di Carlo Santulli
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Scheda Libro |
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2007 pg. 204 - A5 (13,5X21) BROSSURATO
Prezzo Amazon 8.31 euro
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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Prefazione / Indice / Scheda
Ghigo e gli altri di Carlo Santulli
2010 pg. 200 - A5 (13,5X21) COPRIGIDA
Altre informazioni / L'autore
Pochi autori, come Carlo Santulli, sanno giocare con le parole, intarsiandole in piccole storie che si snodano tranquille (mai lente) attraverso una realtà quasi ordinaria e che, pure, riescono ad affascinare il lettore costringendolo a leggere fino all'ultima riga. Personaggi stupiti, a volte impacciati, si aggirano tra le pagine di questo libro, alle prese – come tutti noi – con le incongruenze e le follie del vivere quotidiano, non si abbandonano però all'autocommiserazione, non si ribellano, non cedono a tentazioni bohemien e, se cercano una via di fuga, questa è piuttosto interiore che esteriore. Un cammino, a piccoli passi, che li porterà, forse, verso un punto di equilibrio più stabile. Irraggiungibile (ma reale) come un limite matematico. Siano essi alle prese con una Quinta Arborea, un mazzo di chiavi che si trasforma nel simbolo di un'esistenza, un Clostridio tra i Pirenei, o passeggino, semplicemente, per le strade di una sonnolenta Roma anni trenta.(Marco R.Capelli)
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