Sarà deformazione professionale, ma mi capita di cercare nelle poesie i materiali e le sfumature che questi promettono di offrire, se sono naturali, cioè sintetizzati nel laboratorio multidisciplinare della natura, se le lacrime possono, direi proprio in senso fisico, annerire un muro, o il granturco ricordare, anzi appartenere, alla figura del padre ripercorsa dai versi.. Nella raccolta di poesie di Giampaolo Giampaoli, “La qualità dei sentimenti”, c’è tutto un assortimento di materiali estrinsecati eppure dolcemente percepiti, dall’ovatta ai colori che sfumano e si sperdono, fino alla confessione di non appartenere alla materialità o di non sentircisi a proprio agio. Però è d’altronde alla materia che ricorriamo per completare il nostro essere. Confessioni di sapore intimo, ma d’altro canto consapevoli e necessariamente a volte ad alta voce, quelle di Giampaoli, in componimenti che costruiscono per modeste variazioni e sfumature un quadro di pensiero. Diversamente da chi predilige situare la propria poesia in luoghi precisi, qui abbiamo un collegare lentamente vari stati del proprio animo in un luogo apparentemente immobile, od eterno, rare vi sono le annotazioni geografiche.
La poesia diviene piuttosto, e dichiaratamente, un mezzo per spiegare e nello stesso tempo placare, la tempesta dell’animo. Poesia notturna quindi, che serve per squarciare le tenebre, per dar loro un senso, nella convinzione che la notte sia metafora per una scomparsa, alla quale non è detto segua alcuna redenzione. Anche se il giacere concede un’immobilità che diventa impossibilità di cambiamento e può essere un “cibo intenso” che viene faticosamente concesso. Sarà serena questa morte, che sia figurata o meno? S’immagina che lo strumento d’uscita e di redenzione possa essere proprio la poesia. Di conseguenza, un altro tema per opposizione è proprio la luce, nella quale, senza spostarsi né mutare, si può cogliere l’oscurità stessa. E quindi è una poesia anche relativamente semplice, quella dell’autore, ma è fatta di dicotomie frequenti e di contrasti interni non sempre risolti, ma spesso lasciati aperti alla riflessione ed allo sviluppo personale. Perché la dicotomia, lo scollamento tra le sue due parti, l’insinuarsi tra loro provoca dolore e questo non sempre può venire sciolto in un’armonia perfetta, rimane piuttosto vagante in una sospesa malinconia riflessiva ed anche propositiva, che mi pare la cifra espressiva dei più recenti anni di attività del poeta.