C'erano
una volta un bambino piccolo ed una bambina
grande. I due si incontrarono in ospedale perché
il bambino piccolo (che in realtà è un Grande
piccolo Bambino) aveva qualche problemino ad
esprimersi.
La
bambina grande possedeva la magia che poteva
aiutarlo, così si diedero la mano e cominciarono
a camminare insieme.
Si piacquero molto, sin dall'inizio.
Strada facendo la bambina grande imparò tanto
dal bambino piccolo. Capì che ciò che il bambino
piccolo aveva da esprimere, talvolta non trovava
la strada per "venir fuori" perché era troppo
intenso da vivere. figuriamoci poi da esprimere.
Avete mai osservato il cielo dopo un temporale?
Talvolta è di un colore indescrivibile, talmente
bello che non trova una definizione. rimane
nella dimensione di un sentimento!
Dunque sedetevi, prendetevi del tempo, vi garantisco
che diverrà tempo di qualità.
Silenzio ed attenzione Simone vi racconterà
una stori... (C.M.)
C'era una volta un mago
che viveva in una casetta
di legno col tetto
di erba
, vicino una grande palude, in un
paese della Spagna.
Passava il tempo giocando a scacchi
col suo amico ciuchino
e faceva sempre i compiti di matematica e di
scienze perchè voleva diventare un grande mago
.
Per questo portava un cappello
a punta con le stelline,
ma la cosa più buffa era che aveva delle orecchie
molto grosse e appuntite
che gli permettevano di udire anche i più piccoli
rumori. Adorava stare seduto su una grande sedia
con la mano
sinistra appoggiata sull'orecchio
per ascoltare e meditare.
Ben presto capì che più stava
ad ascoltare e più riusciva ad imparare tutto,
senza mai sbagliare.
Così decise di fare una pozione magica potentissima
che rendesse a tutti le orecchie
un po' più grosse. Voleva
che tutti ascoltassero ciò che capitava nel
mondo, e soprattutto voleva aiutare i bambini
che andavano a scuola
.
Allora prese un grosso pentolone e ci mise sale
, zucca
e scheletri di orecchie
gigantesche. Mescolo'
tutto e dopo 10 minuti la pozione era pronta.
"La chiamerò pozione dell'udito!",
disse il mago
fiero del suo
preparato, e cominciò a somministrarlo a tutti
gli abitanti del suo paese. Fu così che tutti
ebbero delle orecchie
gigantesche, ma ben
presto il mago
si accorse che nonostante
tutti avessero ormai preso la sua pozione e
nessuno più avesse problemi di udito, la gente
continuava a non sentire.
Il mago
non riusciva a capire
il motivo di tutto questo, allora pensò di osservare
più da vicino la gente.
Iniziò dalla famiglia
Paperonis, la più ricca del paese. Un giorno
mentre il signor Paperonis, che aveva ricevuto
anche lui il dono
delle orecchie
grandi, si recava al lavoro, sentì il lamento
di un bambino
solo e magro; egli stava seduto all'angolo di
una via e chiedeva disperatamente aiuto, ma
il signor Paperonis fece finta di nulla ed andò
per la sua strada
.
Il giorno successivo gli capitò
di osservare come si comportava il signor Gaston,
un uomo
pieno di sè e molto egoista,
che nonostante avesse delle orecchie
gigantesche, non ascoltava
nessuno, tranne se stesso.
Poi si recò dalla signora Adelaide,
una donna sempre agitata e preoccupata e anche
lei nonostante avesse delle belle orecchie
da coniglio
, sembrava fosse sorda, pensava solo alle proprie
faccende.
Intanto il mago
, munito di carta e penna
annotava tutto quello
che vedeva; non ancora soddisfatto fece visita
ad una classe della scuola
elementare del Paese.
C'erano venti bambini molto simpatici con le
orecchie
che penzolavano: c'era
Simona, una gran chiacchierona, c'era Concetta
sempre distratta, c'era Paoletta che andava
di fretta, c'era Mattia un appassionato di geometria
e così via...C'era infine Eva la maestra
che gridava : "Simona,
se chiacchieri, non ascolti quello che spiego!",
"Concetta, se hai la testa
tra le nuvole
, non ascolti quello che dico!", "Paoletta,
con calma, altrimenti non stai ad ascoltare!",
"Bravo Mattia, tu sì che hai ascoltato
bene la mia lezione!".
Il mago
continuava a scrivere
i suoi appunti e meditava.
Decise di fare un'altra visita.
Si recò questa volta all'Ospedale
del Paese; qui c'era Carlotta,
la terapista, anche lei con le orecchie
cresciute, che con tanta
passione si rivolgeva ai suoi pazienti ed ascoltava
ogni loro bisogno con anima e cuore
.
C'era Bruno il medico
, che aveva studiato tanto ed era un uomo
colto; aveva messo a disposizione
gratuitamente la propria intelligenza e le sue
capacità per guarire tutti i bambini malati,
anche quelli più sfortunati.
Fu allora che il Mago
ebbe un lampo di genio
e capì che nella sua pozione
era necessario aggiungere altri ingredienti.
Fece un'ultimo tentativo: si ricordò che alla
scuola
del Paese, era rimasto
colpito da una bambina
che si chiamava "Sillia".
La poveretta, a causa di un errore di registrazione
del suo nome, fatto dai suoi genitori
all'atto della nascita,
(avrebbero voluto chiamarla Silvia), continuava
ripetutamente a fare degli errori di ortografia.
Era derisa da tutta la classe e per questo si
sentiva triste e sola. Stava perdendo la voglia
di lavorare e la stima di sè stessa, finchè
un giorno incontrò Simone, un bambino
molto sensibile, dal cuore
grande, che cominciò ad
aiutarla e ad apprezzarla. Era un bambino
che , anche lui come Sillia,
aveva delle difficoltà scolastiche, ma la sua
disponibilità ad ascoltarla, diventò un grande
aiuto per entrambi.
Il mago
non ebbe più dubbi, capì
che la sua pozione non poteva funzionare senza
l'aggiunta degli ingredienti più importanti,
quelli che permettono realmente di sentire.
Tornò nella sua casetta di legno
e con l'aiuto del suo amico ciuchino riprese
il pentolone e vi mise :
il cuore
di chi sa amare e donare,
lo stomaco
di chi ha il coraggio e la pazienza,
il cervello
di chi sa usare bene la propria intelligenza.
Nacque così
la pozione dell' "Amore".
Solo chi non è distratto, non
è egoista, non è avaro, ma ha il coraggio di
ascoltare gli altri con pazienza, con passione,
con intelligenza e sopratutto con grande AMORE
riesce a sentire veramente.
Questo il mago
l'ha capito, e da quel
giorno tutti lo chiamarono "IL MAGO
CHE ASCOLTA".
(c) Simone Antonio Costa
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dal 26/10/2008