GLI
AUDIOLIBRI DI PB
Le versioni audio dei migliori racconti
comparsi sulla rivista, lette dagli autori
o dai membri della redazione di PB. Da ascoltare
on line o scaricare gratuitamente nel proprio
lettore MP3 per portarli con sè in
auto, in metropolitana o... al lavoro. Al
momento sono presenti in archivo
129racconti scaricabili gratuitamente. >>Clicca qui per ascoltare
Dal 01/01/2003
questo sito ha generato 131.519.729 esposizioni
Utenti connessi: 0
LE INTERVISTE
DI ELISABETTA BILEI
Intervista
a: AMANDA NEBIOLO
Chi
è...
Amanda Nebiolo
Amanda nasce a Torino il
30 gennaio 1973. Dopo gli studi classici
si trasferisce a Genova dove frequenta
la Facoltà di Medicina e Chirurgia.
Tornata nella sua città, lavora
alla stesura del primo libro, che verrà
pubblicato dalla Michele Di Salvo Edizioni
nel 2005 e presentato in occasione del
Salone del Libro di Torino. Contemporaneamente
ha inizio la collaborazione con il periodico
Donna Sommelier Europa, per il quale Amanda
cura interamente la rubrica dedicata all'enogastronomia
iberica, scrivendo e pubblicando articoli
successivamente tradotti in lingua spagnola.
In seguito alla frequentazione di un corso
federale, ottiene nel 2000 la qualifica
di Istruttrice di nuoto, a cui seguono
brevetti di subacquea, nonchè il
superamento degli esami di abilitazione
al comando di unità da diporto
e l'ottenimento del Certificato di Idoneità
al maneggio delle armi rilasciato dalla
Federazione Sportiva del Coni-Unione Italiana
TAS. Inizia così la collaborazione
con testate giornalistiche sportive, per
le quali Amanda si occupa della stesura
di articoli inerenti il golf, la nautica
ed il tiro a segno, discipline che la
appassionano e coinvolgono direttamente.
Nel 1997 frequenta il suo primo corso
di recitazione teatrale, cui segue lo
stage di dizione, recitazione ed educazione
della voce presso il Piccolo Teatro Comico
di Torino.
Con l'iscrizione alla Lista Nazionale
dei Lavoratori dello Spettacolo, Amanda
intraprende esperienze televisive, cinematografiche
e pubblicitarie, fino ad approdare, nel
2003, al suo primo impegno in qualità
di Autrice e Regista del cortometraggio
"TALKING ABOUT FREEDOM", che
parteciperà al concorso TORINOFILMFESTIVAL
nell'edizione 2003. Nel 2004 ha inizio
la collaborazione, in qualità di
consulente scientifico, con Solaria, azienda
di importazione di prodotti d'estrazione
marina ad uso estetico dalla Francia,
per la quale Amanda partecipa come relatrice
al Congresso Phytomer organizzato presso
il Crowne Plaza Hotel di Castellammare
di Stabia (NA) e segue, in qualità
di docente, il progetto DPM (Development
Parternship Management), voluto ed organizzato
dall'azienda.
P come passione, come partecipazione, come
pazienza e come piacere. Perché è
questo e molto altro che Amanda
Nebiolo dimostra di avere.
È una talentuosa contadina che non giudica
il giorno solo per il raccolto che ha ottenuto,
ma soprattutto per i semi che ha piantato.
Semi che sa non germoglieranno subito, ma che,
un giorno, daranno un frutto. O magari più
duno che lei darà al mondo, nella
speranza che si chiamino pace, e tolleranza,
e amore.
Se la pace fosse una bambina, crede che
sarebbe importante il colore della sua pelle?
Pace e discriminazione razziale si posizionano
agli estremi opposti di uno stesso spettro.
Un'immagine molto efficace è stata suggerita
da Ndjock Ngana, un poeta camerunense che scrisse: Chi può versare sangue nero, sangue
giallo, sangue bianco?
Il sangue di ogni uomo è solo rosso.
Disumano chi lo versa.
Non chi lo porta.
I diritti civili nel mondo sono una margherita
tra i sassi o unorchidea in un campo fiorito?
Sono entrambe le cose. I diritti civili sono
un'orchidea in un campo fiorito nella più
nobile delle teorie, per diventare una margherita
tra i sassi nell'oggettività della vita
quotidiana. Indipendentemente da quanto si pensa,
la violazione dei diritti umani non è
confinata alle realtà ben note di Zimbabwe,
Nepal, Guantanamo o agli abusi perpetrati sulle
minoranze Hmong.
Consideriamo, senza addentrarci troppo nella
storia, i diritti violati dei prigionieri politici
a fine anni '90, al termine del conflitto anglo-irlandese.
Valutiamo anche l'Italia dei nostri giorni,
ad esempio con la condizione alienante, e fin
troppo discussa, nella quale vivono i detenuti
all'interno degli istituti di pena. Amnistia
o non indulto, qualunque sia la posizione personale
di chiunque in merito alla questione, si tratta
realmente di strutture sovraffollate e regolate
da una burocrazia carceraria ai limiti della
decifrabilità, così come denunciato
di recente anche dalla Camera Penale di Cagliari.
Negli stessi USA, sui quali sventola la bandiera,
talvolta strumentalizzata, della più
grande democrazia mondiale, nel 1920 è
stata fondata l'ACLU (American Civil Liberties
Union), un'organizzazione non governativa tesa
a difendere, ancora oggi, i diritti civili e
le libertà individuali all'interno del
solo territorio statunitense.
Scrivere significa sapersi raccontare o
saper raccontare il mondo? Alcuni autori preferiscono scrivere di sé,
inserendo, in modo più o meno sfumato,
la propria individualità ed i propri
vissuti all'interno dei libri che poi pubblicheranno.
Altri dimostrano il loro occhio attento sul
mondo, riportando fatti, commentandoli, descrivendo
ed interpretando il contesto nel quale si svolgono.
La scrittura è un mezzo attraverso cui
cervello ed anima esprimono se stessi, ed io
non credo in un confine netto tra cervello ed
anima. Credo invece in un loro frequente conflitto,
nella scrittura come nella vita.
Se larte fosse un colore, per lei
quale sarebbe è perché? Se l'arte fosse necessariamente un solo
colore, sarebbe il bianco, gravido dei sette
colori dell'iride, nonché sintesi di
perfezione.
E se invece l'arte non fosse di un solo colore,
sarebbe un arcobaleno o la tavolozza di un pittore?
Sarebbe un arcobaleno, contemplato da chiunque
e posseduto da nessuno.
Fare poesia, oggi, significa essere creativi
o coraggiosi? Pensare di poter vivere di poesia, più
che coraggio è incoscienza. In termini
matematici, direi che la poesia sta al guadagno
come l'Amore sta all'interesse. Creatività
e tecnica sono elementi che concorrono al raggiungimento
del risultato, ma non si può prescindere
dall'interiorità, che deve essere libera
per poter generare poesia e non soltanto una
speculazione linguistica in versi.
Se il suo scrivere fosse un treno che messaggio
veicolerebbe? E quale sarebbe la sua stazione
di arrivo? Il mio scrivere è instabile ed in
questo mi rappresenta. Non ho un messaggio,
ma molte speranze ed una visione positiva che
prevale sullo scetticismo. Ci sono dati oggettivi
che supportano questo atteggiamento. Per fare
un esempio concreto, le conclusioni di uno studio
pubblicate sul Sole 24 Ore, dimostrerebbero
come, tra il 1989 ed il 1997, le multinazionali
abbiano cominciato a privilegiare in modo sempre
più significativo gli insediamenti all'interno
di quegli Stati in cui le libertà civili
ed i diritti politici risulterebbero maggiormente
tutelati, così come anche un più
elevato livello di sindacalizzazione dei lavoratori
sembrerebbe favorire, nei Paesi in via di sviluppo,
un più netto afflusso di capitali esteri
destinati agli investimenti.
Io non ho una stazione d'arrivo, perchè
riconosco un'oggettiva incapacità di
pianificarmi la vita. Non c'è alcun filo
conduttore che unisce tra loro le esperienze
che posso aver fatto, ma solo la consapevolezza
che, comunque sia, ne è valsa la pena.
Se oggi il mondo potesse mettere un solo
messaggio in una bottiglia, cosa pensa che scriverebbe?
E se potesse farlo lei, che parole lascerebbe? Ovunque si vada, in qualsiasi Paese ci si
trovi a vivere, industrializzato o rurale, cattolico
o protestante, democratico o totalitario, il
denominatore comune, ciò che ogni individuo
chiede è di poter essere ascoltato in
quelle che sono le proprie necessità,
le personali cause di disagio, i propri argomenti
di denuncia. Se il mondo potesse scrivere un
solo messaggio, allora scriverebbe "DESIDERO
ESSERE ASCOLTATO". Il che non significa
dichiarare una reale disposizione al dialogo.
Sul foglio inserito nella mia bottiglia c'è
scritto questo: "PRIMA DI RISPONDERE, TI
PROVERÒ AD ASCOLTARE".
Quanto si riconosce nella definizione di
"Lady bianca della letteratura italiana"
che le è stata affibbiata? Per quanto ne so, questa definizione mi
è stata attribuita inizialmente da un
critico che avrebbe espresso sue personali considerazioni
sul mio modo di vestire in occasione di eventi
organizzati nell'ambiente letterario. Dal giornale
sul quale è stato pubblicato l'articolo
di cui sono oggetto, l'espressione sarebbe stata
poi ripresa da riviste e portali differenti
che ho avuto io stessa modo di consultare. Se,
da un lato, non nego la mia preferenza circa
il colore che scelgo per l'abbigliamento che
indosserò, dall'altro riconosco di non
aver nemmeno ancora bussato alla porta della
letteratura italiana, ma mi auguro che la definizione
che è stata scelta per me sia così
di buon auspicio da potermela, in futuro, realmente
meritare.
La libertà è più una
condizione del corpo o dell'anima? Quando il corpo non è libero, qualunque
sia la sua prigione, le fughe dell'anima saranno
pur possibili, ma non credo durature. Io non
so dove sia l'anima di Piergiorgio Welby mentre,
attraverso un computer, invoca il nostro Presidente
della Repubblica affinché gli venga riconosciuta
la libertà di morire.
"...sono sprofondato in un baratro da dove
non trovo uscita. La giornata inizia con l'allarme
del ventilatore polmonare mentre viene cambiato
il filtro umidificatore e il catheter mounth,
tra frequenti aspirazioni delle secrezioni tracheali,
monitoraggio dei parametri ossimetrici, pulizie
personali, medicazioni, bevute di pulmocare.
La mia patologia si è talmente aggravata
da non consentirmi di compiere movimenti. Mi
costringo sulla sedia per assumere, almeno per
un'ora, una posizione differente da quella supina.
Tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi
sveglio spaventato, sudato e più stanco
di prima. Allora faccio accendere la radio,
ma la ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi
perchè penso sempre a come mettere fine
a questa vita. Guardo la TV aspettando che arrivi
l'ora della compressa del Tavor per addormentarmi
e non sentire più nulla, nella speranza
di non svegliarmi la mattina.
Io amo la vita, Presidente. Vita è la
donna che ti ama, il vento tra i capelli, il
sole sul viso, la passeggiata notturna con un
amico. Vita è anche la donna che ti lascia,
una giornata di pioggia, l'amico che ti delude.
Io non sono né un malinconico, né
un maniaco depresso - morire mi fa orrore. Ciò
che mi è rimasto non è più
vita. Il mio corpo non è più mio."
La domanda la pongo io. Quali slanci sono in
grado di concedersi le anime di ogni Piergiorgio
Welby il cui corpo ha smesso di esserne parte?
IMPORTANTE: Il presente sito non costituisce testata giornalistica, non assume carattere periodico e viene aggiornato senza regolarità ogni qualvolta se ne presenti la necessità
ovvero secondo
la reperibilità e disponibilità dei contenuti e delle informazioni. Pertanto, il presente sito non può essere in alcun modo considerato testata
giornalistica assoggettabile
agli obblighi previsti dall’articolo 5 della legge n. 47 del 1948.