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Non sono morto
di Ivo Gazzarrini
Pubblicato su PB9
RACCOLTA DI RACCONTI Il foglio 2002
100 pp.
ISBN
Una recensione
di
Roberta Mochi
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NON SONO MORTO di IVO GAZZARRINI
Lo leggiamo chiaramente nell’introduzione, che porta la firma di Alda Teodorani, nome noto agli adepti di Progetto Babele: “Ivo è nato per l’horror”, ed è proprio così. L’autore di Non sono Morto, sembra riuscire a muoversi con una certa felina agilità nelle strade di Ponte a Egola, città dove vive e lavora e dove si svolgono gli anomali intrecci delle sue storie. Il volumetto, uscito per Prospettiva editrice, è una raccolta, la prima cartacea di Gazzarrini, che ci aveva già piacevolmente sorpreso con diversi racconti, pubblicati nelle antologie della crew del club G.H.O.S.T (di cui è anche redattore) nonché su vari siti on line, tra cui Crislor999, a cura di Riccardo Coltri. La caratteristica principale della sua narrazione è quella di riuscire a immergere con facilità il lettore nelle atmosfere mozzafiato, taglienti, veloci e grandguignolesche di un mondo parallelo che tenta di riprodurre la realtà provinciale, svincolandola però dalla noia rassicurante per gettarla nel caos dell’improbabile. È così che iniziano a verificarsi gli strani episodi che scivolano sulla carta. Un cimitero isolato si anima di chiacchiere e storie, tra cadaveri smemorati e increduli e custodi avvezzi e beffardi. Esumazioni di varia natura, riuniscono nello stesso camposanto una strage senza apparente filo logico, che rigurgita impiccagioni e polsi recisi. Vendette post-mortem. Sorprese malriuscite che dividono saffiche amanti. Per culminare nel brevissimo L’autolavaggio, epilogo mordace che cerca di ricostruire il senso delle vicende tramite il non senso e un accattivante gusto dell’impossibile, che chiude il cerchio facendo riaffiorare tutto il retaggio fantascientifico degli anni Settanta-Ottanta, cinematografico e fumettistico, alla Frigidaire, per intenderci. Un libro da cui lasciarsi tentare e da leggere tutto d’un fiato.
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