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Strani amori
di Barbara Becheroni
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Armando Siciliano Editore
Una recensione
di
Claudia Marinelli
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Seguono effettivamente tutti “percorsi non comuni” le relazioni e gli incontri raccontati da Barbara Becheroni e raccolti in questa silloge di undici storie appartenenti a generi diversi. Con uno stile semplice e pulito, estremamente godibile per il lettore, l’autrice ci parla di amore e di amori e di come la scelta di Amare o non amare possa far diventare la vita degna di essere vissuta, o renderla invece squallida e vuota. I personaggi di “Strani amori”, che siano vampiri, avvocati, professori universitari, anziani ammalati, popolane, diavolesse o semplici poveracci usciti dalle favelas, scelgono partner senza preoccuparsi delle regole “ben pensanti” della società nella quale esistono (del “gruppo” al quale appartengono). Ma, una volta fatta la scelta, bisogna anche decidere di accettarne il peso, la gioia e il dolore che accompagna sempre le grandi scelte di vita. Non sempre i personaggi di Barbara Becheroni scelgono di essere loro stessi ma, se accettano il peso di una strada “diversa” e sicuramente più difficile, avranno vite appaganti e morti dignitose, se invece optano per scelte più “facili”, rimarranno dei frustrati, contentandosi di attraversare la vita senza mai viverla veramente. Per questo motivo tutti i personaggi della storia “Altri amori”, ambientata in un’affascinate Milano che solo una milanese “doc” poteva descrivere, ha una vita appagante e soddisfacente perché ognuno di loro ha scelto la “strada” più conforme alle regole della società rinunciando alle difficoltà di un amore “strano”. Non è appagata Anna di “Tre piccoli cuori” perché sceglie di vivere senza scegliere se essere bisessuale o eterosessuale e si ritrova sola. Invece Marìa e Carmen, in due continenti diversi, scelgono di amare dei vecchi che doneranno loro la voglia di istruirsi e di uscire dalla miseria nella quale erano nate, e proprio perché, noncuranti dell’aspetto fisico, hanno avuto il coraggio di donare il loro amore a uomini ormai vecchi e malati riusciranno ad uscire dalla miseria. La vampira sceglierà di farsi uccidere dopo aver amato il suo cacciatore, e la morte la renderà grande, e la majara diventerà una donna, rispettata, perché avrà scelto di amare veramente il suo barone, rinnegando il diavolo suo “padrone” e rinunciando alla sua immortalità. E così l’angelo della storia “politicamente non corretto” non riesce a punire l’operaio cinquantenne e ammogliato Vito e la colta, ricca e giovane vedova Maddalena per essersi amati: anche se ridotto a un vegetale, ha potuto dare un figlio alla donna che ora ha una ragione per vivere. Merita una nota particolare la prima storia “Dopo il tramonto”, vincitrice della sezione “racconti inediti brevi” del Premio “Il Molinello”, che fa da cappello a tutto il libro. Somiglia più a una poesia in prosa, e forse la si potrebbe definire “strana” nel suo genere, quasi una “non storia” che introduce invece le dieci storie seguenti, perfette nella loro costruzione narrativa. In una pagina e mezzo l’autrice riesce, attraverso la descrizione dei rumori, degli odori e dei colori della campagna siciliana e delle sue stesse sensazioni al cospetto di una natura ricca di vita, a farci partecipi del suo Amore per l’uomo che le sta accanto che fa parte, con lei, dell’universo che ci circonda. E l’amore per un essere umano, la terra, gli animali e per la narrativa, si manifesta in modo “strano” per i canoni della narrativa, che vorrebbero sempre che gli autori inventassero storie con una trama ben costruita. Il lettore attento però proverà insieme all’autrice, un profondo piacere “ad abbandonarsi disarmati”. Perché Amare, sembra dirci l’autrice, significa spogliarsi e abbandonarsi fiduciosi al momento che passa e gioire della nostra ritrovata nudità.(Per gentile concessione di B.Becheroni)
Una recensione di Claudia Marinelli
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