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recensioni
Best
off
il meglio delle riviste letterarie
italiane
a cura di Antonio Pascale
Minimum Fax
p p. 262 - E 12,50
Ci
sono dei libri che hanno il potere di farmi
incazzare. Questo è uno di quelli. Un
libro che quando lo leggi ti viene la voglia
di scrivere un altro Quasi quasi ma tanto
chi ti considera, comandano loro, la mafia editoriale
ormai è ben radicata. Best Off, il meglio
delle riviste letterarie è un libro di
parte, una sviolinata ai personaggi giusti,
ai poteri che contano, alle riviste che si autodefiniscono
letteratura. Niente di nuovo sotto il sole.
Minimum Fax pesca a piene mani dagli autori
pubblicati da riviste come Maltese e Fernandel,
logico che le incensi come fucine di nuovi talenti.
Che poi questi talenti raccontino il niente
e quando scrivono ti facciano due bocce come
cocomeri questo conta poco. Sono talenti. L'hanno
detto loro. Antonio Pascale si prende cura di
segnalare pure Vibrisse e io mi domando quale
interesse letterario può avere per un
lettore il bollettino aggiornato di tutte le
scuole di scrittura italiane. Me lo domando
proprio. Ma Giulio Mozzi è come il giovedì,
sempre in mezzo, lui ha trovato la strada giusta
per essere presente. E pensare che io ho sempre
creduto che le riviste si scrivono per i lettori,
per gente che vuole leggere storie. Non lo sapevo
mica che le riviste importanti si fanno per
gli aspiranti scrittori che vogliono frequentare
i corsi di scrittura creativa, ché gli
amici di Maltese campano con la Holden mi pare,
sono figliocci di Baricco, che tutt'al più
è utile per disimparare a scrivere. Antonio
Pascale compone proprio una bella antologia
ruffiana citando tutte le riviste che contano
politicamente, lecca di qua e di là,
saltella tra Maltese, Fernandel, Wu Ming, Tina,
riviste che avranno cento abbonati (se ci arrivano)
e che se le fila nessuno, a parte i presunti
scrittori che pubblicano e i poveri illusi che
ci vorrebbero pubblicare. Perché se non
lo sapete i lettori di queste riviste letterarie
sono proprio loro, gli scrittori che ci provano,
e allora state attenti scrittori alle prime
armi, queste riviste sono proprio quelle che
vi considerano zero. Tanto per dire Pascale
cita 'Tina, una rivista on line scritta solo
da Matteo B. Bianchi, uno che pure lui è
stato chiamato a decidere cosa è letteratura
e cosa no, un unto del Signore, uno che lavora
a Linus e alla Rai e tu pensi scriverà
bene, poi leggi i libri che ha pubblicato, ti
passa la voglia di leggere per un mese e ti
dedichi anima e corpo alla raccolta completa
di Topolino. Wu Ming è un altro mito
del Duemila, loro sono i rinnovatori della letteratura,
scrivono sotto pseudonimo, fanno libri corali,
tengono lezione e discettano su copy left e
cacchiate simili, sono legati a doppio filo
con Einaudi Stile Libero che ha scoperto il
modo di trasformare la cacca in cioccolata.
Beati loro.
Che c'entra ogni tanto il buon Pascale centra
il vaso, mica la fa sempre di fuori Niente
da dire su Nuovi Argomenti e Carmilla. Quelle
sono riviste vere, una cartacea e molto classica,
l'altra on line e molto politica. Ottime tutte
e due. E poi ce ne sono tante che magari mi
ha incuriosito e me le vado a vedere, mica le
conoscevo cose come Accattone, Il caffè
illustrato, Una città, Frenulo a Mano,
I Miserabili, Straniero, Ellittico, Zibaldone
e altre meraviglie, Lipperatura e Sacripante.
Ce ne sono così tante di riviste letterarie,
pure troppe, visto la gente che le legge e questo
Dario Voltolini mica lo dice, pure se su Tuttolibri
fa una recensione entusiasta da far accapponare
la pelle. E allora ve lo spiego io l'arcano.
Voltolini scrive su Maltese e pubblica con Fernandel,
è amico di Giulio Mozzi e tutti insieme
mandano avanti la carretta. La loro, ovviamente.
Solo ti fa rabbia che citino sempre le stesse
di riviste, tu magari è dal 1998 che
ne produci una, c'hai pure quasi cinquecento
abbonati che mica sono pochi per una rivista
letteraria, vorrei vedere quanti ce n'ha Fernandel,
e nessuno ti considera, ti mancano le leve giuste
da muovere, c'è poco da fare. E allora
la cito io la mia rivista che si chiama Il Foglio
Letterario e sarò pure partigiano ma
è parecchio meglio di tanta sbobba citata
in Best Off cari miei. Ma poi ve ne cito altre
parecchio buone e faccio una specie di contro
Best Off, riviste vere fatte con il sangue di
chi ci scrive: Underground Press, Carta Igienica,
Il Foglio Clandestino, Progetto Babele, Gemellae,
Rotta Nord Ovest, Lamette, Kult Underground,
Stradanove, ma ce ne sono tante che mi dimentico.
Riviste per lettori, non per gente che si fa
masturbazioni letterarie e si crede un Proust
redivivo che di solito chi si crede non lo è
quasi mai, meglio aspettare che lo dicano gli
altri.
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