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L' ombra del vento
di Carlos Ruiz Zafón
Pubblicato su SITO
Anno
2004-
Mondadori
Prezzo €
18-
438pp.
ISBN
2147483647
Una recensione di
Rosaria Ghilardi
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78.9%
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In una Barcellona lugubre e piovosa, sospesa sotto una cappa di nebbia, oppressa dal cemento e dalla fuliggine, si sviluppa la storia di Daniel.
Ragazzino triste come la città in cui vive, egli si trascina in un’esistenza a metà. Né lui né il padre hanno assimilato la morte della madre, si parlano appena, non riescono a trovare l’uno nell’altro quel conforto amorevole che da solo sa lenire il male dell’anima. A peggiorare le cose si fa avanti in Daniel una cronica incapacità a ricordare il volto della madre scatenando in lui tutta una serie di comprensibili sensi di colpa.
Il genitore, che sente pesare su di se, tutta la sconfitta del rapporto con il figliolo decide di portarlo, nel 1945, in occasione del suo undicesimo compleanno, a visitare un posto meraviglioso. Ben nascosto, all’interno di un decadente palazzo della vecchia Barcellona, gelosamente custodito dalla massoneria dei librai, ha sede il paradiso di tutti quelli che amano la carta stampata: “Il cimitero dei libri dimenticati”. Una labirintica e misteriosa biblioteca nella quale sono raccolte copie di tutti i libri pubblicati ed in special modo vi vengono meticolosamente custoditi tomi rarissimi che nessuno ormai legge più con il preciso intento di preservarli dall’oblio, perché ogni libro è una vita a se.
Daniel sente da subito la magia del posto e si fa catturare da un libro che pare sistemato apposta per colpire la sua attenzione. Non è in bella vista, non è particolarmente attraente, ne colorato, ma attira magneticamente il ragazzo presso di se si fa adottare.
Daniel promette di averne cura oltre ogni limite e se ne va felice con il suo libro:
“L’ombra del vento” di Julian Carax.
Inutile dire che da subito la lettura del libro lo assorbe totalmente, in una sola notte lo divora e n’esce diverso, un altro Daniel che inizia ora il suo cammino verso la vita. Assimilare la morte della madre, recuperare il rapporto col padre, amare, diventare uomo, un cammino lungo e tortuoso che sarà segnato in ogni suo passo dal “l’ombra del vento”.
Ossessionato dal bisogno di saperne di più sull’autore del romanzo, Daniel mette in moto un meccanismo di distruzione e di morte dal quale egli stesso rischia di essere annientato.
Stranamente la sua vita sembra viaggiare nella stessa direzione di quella del protagonista del libro e le coincidenze si fanno molte e pericolose.
A vegliare su di lui, oltre al padre, compare un pittoresco e caratteristico personaggio, un vagabondo semialcolizzato, disincantato e coltissimo, dal misterioso passato che, colpito dall’umanità di Daniel, ne diverrà mentore e protettore.
Il personaggio del vagabondo serve ad immergerci ancor di più nell’atmosfera spagnola del dopoguerra, col franchismo che la fa da padrone e il popolo che non riesce mai veramente a scindere l’odio dall’amore verso il despota.
Anche nel resto dell’Europa, dove a tratti si sposta la scena che ci consente di seguite le vicissitudini del romanziere J. Carax, il clima non è dei migliori. Tutti sono perennemente in lotta per cercare di cancellare gli ultimi rimasugli dell’orrore razzista e riprendere a vivere dignitosamente.
Colpi di scena e situazioni estreme non mancano e, anche se il finale appare un po’ tirato nella ricerca dell’approvazione del lettore, e ancora, anche se poi tutto si risolve un’altra volta nell’anelito a quel meraviglioso carburante che da sempre fa girare il mondo e si chiama amore, il libro colpisce al cuore chi lo legge e consacra nell’olimpo degli scrittori di successo questo fino ad ora praticamente sconosciuto Carlos Ruiz Zafon.
Zafon sapientemente mescola realtà storica a fantasia e si distingue in maniera particolare per lo stile nel caratterizzare i personaggi ed i luoghi di cui narra. Il lettore si sente catapultato nel mondo di cui legge e partecipa attivo alle vicissitudini dei personaggi rappresentati che sono molti e variegati. Ama, soffre, piange, gira ramingo per i nebbiosi vicoli di Barcellona. Immagina la vita di un tempo che non c’è più, i colori delle case, l’acciottolato delle vie, lo sferragliare del tram, la magia dell’augusta biblioteca piena di sogni dimenticati.
E il passato s’intreccia al presente in un susseguirsi di vite e d’azioni che segnano inesorabilmente il futuro di coloro che verranno, le colpe dei padri ricadono sui figli gli errori degli uni si ripercuotono nella vita degli altri dando senso all’altalena della vita.
Soprattutto si mantiene sempre vivo, pagina dopo pagina, l’interesse dei lettori per il dramma che pian piano si dipana sotto la penna dello scrittore, il mistero che appare risolto si trasforma in un altro mistero e tutto l’insieme ci tiene inchiodati fino alla parola fine, col desiderio che tale parola non arrivi mai.
Un libro nel libro, una storia nella storia: da leggere.
Carlos Ruiz Zafón è nato a Barcellona nel 1964. Autore di libri per ragazzi, è al suo esordio nella narrativa per adulti. Vive a Los Angeles, dove è impegnato nell’attività di sceneggiatore, e dove sta lavorando al suo prossimo romanzo. Collabora regolarmente con le pagine culturali di “El País” e “La Vanguardia.
Una recensione di Rosaria Ghilardi
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