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Animal Crackers
di Hannah Tinti
Pubblicato su SITO
Anno
2005-
Einaudi
Prezzo €
14-
179pp.
ISBN
2147483647
Una recensione di
Massimiliano Govoni
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La prima volta che ho visto la copertina di “Animal Crackers”, rosso vermiglio con un alligatore che se ne sta ammollo in una vasca da bagno bianca, non ho resistito all’impulso di sfogliarne le pagine.
Il libro è una raccolta di storie che hanno come filo conduttore gli animali: dall’immancabile cane fino ad un insolito serpente.
Il primo racconto dà il titolo alla raccolta ed è una carrellata sulle vite delle persone che lavorano in uno zoo, il tutto dal punto di vista dell’addetto alla pulizia degli elefanti. In “Casa dolce casa” c’è l’analisi di un duplice delitto sotto gli occhi di un narratore onnisciente. In “Condizioni eque” tre giraffe rinchiuse in uno zoo cercano di ottenere condizioni di vita migliori. In “L’ultima corsa di Slim” un bambino tenta di far volare il suo coniglio. In “Gallus Gallus” c’è un uomo che non si lascia sfuggire le occasioni della vita. Ne “Il colobo ferruginoso di Miss Waldron” una ragazza non ci sta a farsi rinchiudere in un collegio. In “Come rianimare il serpente nella tua vita” una donna sola cerca la compagnia di un serpente. Ne “Il linguaggio dei tacchini” tre ragazzini scappano di casa. In “Cattivo sangue” due genitori sono alle prese con un bambino particolarmente vivace. In “Conservazione” una figlia si prepara alla perdita del padre. “Il sicario dell’anno” invece è il racconto della vita di un Killer.
La scrittura è scientifica, leggendo si ha l’impressione che ogni frase sia stata intagliata più e più volte sino ad una completa soddisfazione dell’autrice; e Hannah Tinti dimostra di saperci fare, cambiando stile ad ogni racconto, al variare delle esigenze narrative.
Curiosando su internet si scopre che Hannah Tinti, oltre a scrivere, gestisce un magazine letterario intitolato “One-Story”.
Si tratta di una semplice copertina che racchiude una storia, un unico racconto inviato agli abbonati ogni tre settimane.
Ogni storia stampata è selezionata tra le centinaia ricevute e quella storia diventa l’unico racconto del magazine. Per ventuno dollari si ricevono diciotto numeri. Diciotto storie. Tutte naturalmente in inglese. Il concetto che sta dietro al magazine è “We believe that short stories are best read alone. They should not be sandwiched in between a review and an exposé on liposuction…”
E’ un’idea semplice, forse originale, che sembra stia riscuotendo un discreto successo negli Stati Uniti.
Al magazine è collegato un sito web(www.one-story.com) dove si possono trovare le prime righe delle storie e le interviste agli autori. A New York poi, c’è un locale dove ogni mese il magazine porta uno dei suoi autori per un reading(www.pianosnyc.com).
Una recensione di Massimiliano Govoni
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