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Pasolini interpreta il Vangelo secondo Matteo
di Angela Lubraco
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"Beati quelli che sono puri di cuore: essi vedranno Dio." Vangelo secondo Matteo 5, le Beatitudini Oggi vorrei riproporre l' interpretazione del Vangelo secondo Matteo di un grande della letteratura italiana: Pier Paolo Pasolini. Pasolini fin da sempre è stato un autore molto controverso, causa del suo "schieramento politico", delle sue dichiarazioni il cui eco risuonava nello scenario devastante del dopoguerra italiano.
Pasolini viveva al di sopra di ogni ideologia, anche quella comunista, al cui partito era iscritto, perchè, diceva, la realtà era troppo complessa. Nella carriera letteraria di Pasolini, possiamo tracciare tre fasi di fondamentale importanza: - la prima, la fase del mito contadino; - la seconda, la fase del mito del sottoproletario; - la terza, la fase del mondo del cinema; - la quarta, la fase della critica linguistica;
Pier Paolo Pasolini amava profondamente i valori e le tradizioni, soprattutto quelle della sua terra, il Friuli. E proprio grazie a questo amore per l' identità vera e originale di ogni popolo e ai suoi occhi puri, buoni e incontaminati, ha prodotto e girato un film importantissimo, Il Vangelo secondo Matteo nel sud Italia, tra Matera, Massafra e parte in terra Santa.
Il Vangelo secondo Matteo fu girato nel 1964 dal Pasolini negli ambienti rupestri e incontaminati di Matera e Massafra. Gli attori non erano professionisti e prevalentemente abitanti del posto. Il protagonista fu un giovane spagnolo diciannovenne, Enrique Irazoqui, scappato dal regime franchista e doppiato da Enrico Maria Salerno. Nel film prese parte anche Susanna Colussi, mamma del Pasolini nelle vesti di Maria. Fu un film umanissimo e nella sua semplicità si rintraccia l' animo del grande cineasta. Pasolini scelse di raccontare il Vangelo secondo Matteo, perchè proprio Matteo risalta l' umanità del Cristo e il suo essere uomo tra gli uomini. Il Suo farsi carico dei dolori e delle sofferenze interiori dell' uomo, il farsi carico della ricerca infinita dell' essere uomo che accomuna noi tutti.
Il film nella sua autenticità e purezza è fondamentalmente riuscito. Ha dato un volto al sud, soprattutto ai "Sassi di Matera", divenuti proprio in quegli anni la "vergogna nazionale" a nome di molti politici del tempo, erano la vergogna da distruggere con le bombe atomiche.
Pasolini amava i valori del dimenticato sud, la sua gente povera, ma fedele, ingenua, lontana dal neocapitalismo italiano, dalle speculazioni edilizie del nord Italia nel dopoguerra, lontana dal boom economico, dal progresso, dalla tecnologia, dalle "grandi, immense borgate romane", luoghi di delinquenza e di prostituzione.
Il Vangelo secondo Matteo è fondamentale nella produzione cinematografica di Pasolini perchè mostra come un intellettuale quale egli era, un ateista e comunista, quindi laico, lontano dalle morali cristiano cattoliche, consideri Cristo come un modello esistenziale e teorico di fondo. Lo considera come origine della frattura tra ideologia e vita.
Il Vangelo secondo Matteo fu un film fortemente criticato sia dal mondo cattolico, che dal mondo comunista e della sinistra intera. Per Pasolini infatti fu "un grande successo interiore", quello di portare in scena la vita del Cristo dopo la sua condanna alla reclusione per vilipendio alla religione di Stato dopo la produzione del film "La ricotta".
"Misericordia io voglio, non sacrifici, non avreste condannato uomini senza colpa". Vangelo secondo Matteo, 12 "Gesù e la questione del Sabato". Queste sono le parole per ricordare l' animo infinito di un uomo formidabile, più volte criticato, condannato dalla Chiesa cattolica, dallo Stato, dai suoi compagni di partito, un' anima che ha nonostante tutto affrontato la vita con carisma.
A cura di Angela Lubraco
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