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Raymond Carver (Clatskanie, Oregon 1938 - Port Angeles, Washington 1988), statunitense, fu scrittore di racconti, saggista, insegnante di scrittura creativa, sceneggiatore e poeta. Nacque in una famiglia modesta (il padre operaio in una segheria, la madre cameriera in un ristorante), e conobbe fin dall’infanzia le difficoltà di una vita ai margini del benessere sociale. Nonostante la famiglia fosse sempre alle prese con gravi problemi economici, il padre ispirò al figlio la passione per i libri, leggendogli ogni sera qualche pagina della Bibbia o un racconto di Zane Grey, autore di storie avventurose, allora molto popolare. Carver era nato, e ha sempre vissuto, in un ambiente lontano dall’America dei grattacieli, in quello che dopo di lui è stato definito il “Carver Country”, un paese dove le bollette non vengono pagate, dove le coppie litigano, cercando di tirare a campare, i mariti bevono e le donne si disperano, ma popolato in fondo da “brava gente, gente che ce la mette tutta”.
Carver ha avuto successo perché è stato il primo a raccontare quest’America e la vita della gente che la abita. Lui stesso, prima del successo, è stato membro di questa società: un matrimonio fallito, due figli sfortunati arrivati troppo presto, una lunga battaglia con l’alcol, bancarotte, traslochi, lavori umili (per più di un decennio fece un po’ di tutto: operaio in segheria, bibliotecario, lavapiatti, raccoglitore di tulipani, guardiano notturno in un ospedale, fattorino, distributore di benzina, spazzino, ambulante).
Nel 1957 Carver aveva sposato Maryann Burk, che aveva messo incinta: lui aveva diciotto anni, la moglie sedici. Nel 1958, trasferitosi in California, seguì le lezioni di creative writing tenute da John Gardner. Fu proprio quest’ultimo ad aiutarlo a pubblicare i primi scritti (Vedi John Gardner: lo scrittore come maestro in “Raymond Carver. Il mestiere di scrivere”, Einaudi Torino 1997). La nascita di un secondo figlio, poco tempo dopo, rese ancora più difficili le condizioni economiche della giovane coppia. Carver continuò tuttavia a scrivere strappando il tempo al lavoro, scrivendo sul tavolo della cucina, in garage, nell’automobile parcheggiata. Il giovane Raymond si isolava nei posti più impensabili per cercare di mettere in piedi storie ben congegnate. Mandava queste cose, poesie e racconti, alle riviste, con poca speranza e grande emozione. Un giorno due riviste gli pubblicarono, contemporaneamente, i suoi primi testi. Da lì, in poco più di dieci anni (Carver, nato nel 1938, è morto a soli cinquant’anni, nell’88), nasce e si conclude la sua carriera. Tra molte difficoltà oggettive, riuscì a condurre gli studi e nel 1963 si laureò presso l’università Humboldt. A ventinove anni incominciò a bere e, ormai alcolizzato, oltre a rischiare la vita, finì più volte in cella per ubriachezza. Presso la Iowa Writers’ Workshop conobbe la poetessa Tess Gallagher, che sarebbe poi divenuta sua moglie. Nel giugno 1977 Carver iniziò una cura disintossicante che gli permise di liberarsi dall’alcolismo, e a tal fine utilizzò la somma ricevuta per la pubblicazione del suo primo libro “Vuoi star zitta per favore?”. Per tutta la vita ricorderà il 2 giugno 1977 come l’inizio della sua seconda vita. Nel frattempo aveva ottenuto la cattedra di Letteratura inglese presso la Syracuse University, nello stato di New York, dove insegnava anche la Gallagher. La raccolta di racconti “Vuoi star zitta per favore?” uscita nel 1976, lo aveva imposto sulla scena letteraria, facendogli ottenere un immediato successo. Seguì una seconda raccolta, “Di cosa parliamo quando parliamo d’amore”, nel 1981. Nel 1983 uscirono i dodici racconti della terza raccolta: “Cattedrale”. Racconta la sua compagna Tess Callagher che all’inizio del 1984, all’indomani della pubblicazione di Cattedrale, Carver si trovò all’improvviso a fare i conti non solo con il successo, al tempo stesso inseguito e forse inconsciamente sabotato, ma anche con le conseguenze che la notorietà poteva avere per un uomo schivo e introverso come lui. Affermatosi come scrittore di racconti, Carver smise di scriverne, abbandonò l’insegnamento e si ritirò per un periodo di meditazione e di solitudine a Port Angeles, in una casa costruita alla confluenza di due fiumi con il mare. Da questo periodo di isolamento nacquero i “Racconti in forma di poesia”. Tra l’83 e l’87 scrisse un’altra serie di racconti, “Chi ha usato questo letto?”. Finalmente, attraverso la scrittura, il sodalizio affettuoso con la poetessa Tess Gallagher, il successo e l’approdo a quel mondo di grandi scrittori che aveva costituito il suo mito di adolescente, era riuscito a dare un senso alla propria esistenza. A trovare un suo equilibrio. Nell’88 raccolse in “Da dove sto chiamando” i suoi trentasette racconti migliori. Quello stesso anno morì a Port Angeles a soli cinquanta anni, per un tumore ai polmoni, dopo aver scritto, con l’aiuto di Tess, un ultimo libro di poesie: “Il nuovo sentiero per la cascata”. Dopo la morte di Carver, la vedova pubblicherà “Se hai bisogno chiama”, una piccola raccolta di cinque racconti inediti.
Nel 1993 il regista Robert Altman ha tratto da nove racconti di Carver lo spunto per le microstorie che popolano il film “America oggi”.
Lo stile di Carver era lontano dalle vaste architetture del romanzo, e poco propenso all’intreccio, Carver punta tutto sulla singola situazione narrativa. Niente di speciale sembra accadere in questi racconti: l’attenzione è concentrata su eventi minimi, quotidiani. Carver racconta la vita di ogni giorno di individui ai margini della società dei consumi. Carver ci racconta cronache e storie di un ambiente che conosceva a fondo, popolato di gente comune che “cerca di fare del suo meglio” per sopravvivere, sempre impreparata di fronte alle contraddizioni del mondo contemporaneo e ai bruschi risvegli dal sogno americano. I protagonisti dei suoi racconti spesso hanno difficoltà ad esprimersi con le parole e ricorrono ad una serie di surrogati: tic, ossessioni, silenzi, oggetti. Cercano di trovare un qualche equilibrio nell’alcool, s’interrogano sul significato dell’amore, fanno i conti con le piccole e grandi violenze quotidiane. Intorno ai personaggi i segni di un universo sociale in disfacimento: strade interurbane deserte, cittadine fatte di edifici tutti uguali, immensi parcheggi, squallidi capannoni industriali, supermercati immensi pieni di donne e di uomini destinati a rimanere sconosciuti gli uni agli altri. Ma al di sotto di queste descrizioni circola un sentimento di compassione verso i compagni che attraversano questa vita insieme a noi.
Quello di Carver è un modo di raccontare ingannevolmente semplice. Da un punto di vista compositivo Carver non era mai appagato dai risultati, sottoponeva i racconti ad un lavoro enorme di limatura: tagliava e cuciva operando in levare, per sgombrare il centro tematico dei racconti da tutto il superfluo. L’impressione di essenzialità estrema che si ricava leggendo i suoi scritti, è il prodotto consapevolmente perseguito di un feroce impegno di riscrittura.
Raccontava di essere stato molto colpito da queste parole trovate in un racconto di Babel:
“Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto.”
Carver scrisse anche raccolte di poesie; la poesia gli consentiva una scrittura più immediata rispetto alle lunghe e tormentate gestazioni dei racconti. Spesso dietro ad un racconto c’era una poesia precedente in cui era tratteggiata la stessa situazione.
In Italia i suoi libri sono stati tradotti con notevole ritardo e in ordine inverso. La prima edizione italiana di Cattedrale nel 1984 fu un clamoroso insuccesso.
BIBLIOGRAFIA
Bibliografia di Raymond Carver in Italia:
Blu oltremare, minimum fax, 2003
Niente trucchi da quattro soldi, minimum fax 2002
Cattedrale. Racconti, minimum fax, 2002
Per favore, non facciamo gli eroi. Saggi, poesie, racconti, minimum fax, 2002
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, Racconti, minimum fax, 2001
Il nuovo sentiero per la cascata. Poesie, minimum fax, 2001
Se hai bisogno, chiama. Racconti inediti, minimum fax, 2000
Vuoi star zitta, per favore? Racconti, minimum fax, 2000
Voi non sapete che cos’è l’amore. Saggi, poesie, racconti, minimum fax, 2000 (saggi contenuti: vita di mio padre; il mestiere di scrivere; Fuochi; John Gardner: lo scrittore come maestro)
Da dove sto chiamando. Racconti, minimum fax, 1999
Racconti in forma di poesia, minimum fax, 1999
Il mestiere di scrivere, Einaudi, 1997
Chi ha usato questo letto? ( 4° raccolta di racconti, ‘83-’87), Garzanti Milano 1990
Tutti i racconti, Meridiani Mondatori, 2005.
Libri di Raymond Carver e Tess Gallagher:
Dostoevskij. Una sceneggiatura, minimum fax, 1998.
Libri su Raymond Carver:
Tess Gallagher, Io & Carver. Letteratura di una relazione, Libro + VHS, minimum fax, 1999
Intervista con Raymond Carver. Postfazione di Riccardo Duranti, minimum fax, 1996
Antonio Spadaro, Un'acuta sensazione di attesa, edizioni Messaggero, 2001
Marco Cassini, Carver, Gribaudo Paravia 1997
Abraham B. Yehoshua, Come costruire un codice morale su un sacchetto della spesa – Cattedrale di Raymond Carver in: Abraham B. Yehoshua, Il potere terribile di una piccola colpa, Einaudi, pagg.129-141
AA. VV., Tell it all, Leconte, 2005.
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Luigi Rubino
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