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Eduardo Halfón Tenenbaum nasce nel 1971 a Ciudad de Guatemala. Ingegnere industriale prima, oggi scrittore di preziosi e coinvolgenti racconti. Avvertiva probabilmente sin dai suoi primi passi universitari quella strana difformità che lo ha poi portato inconsapevolmente verso la letteratura. Dopo un’infanzia trascorsa negli Stati Uniti e gli studi di Ingegneria industriale all’università del Nord Carolina, ritorna a Ciudad de Guatemala avendo quasi dimenticato lo spagnolo. Decide così di frequentare la facoltà di lettere e filosofia: “Mi sentivo disorientato nel linguaggio, nella religione… dopo aver trascorso cinque anni con questa inquietudine sono arrivato all’università Rafael Landívar (Ciudad de Guatemala) e mi sono iscritto a due corsi di filosofia. Lì ho incontrato la letteratura che mi ha sedotto all'istante, un vero colpo di fulmine”. Abbandona dunque il mondo della razionalità per dedicarsi al mondo delle lettere, alla scrittura. Diventa docente universitario di letteratura presso l’università Francisco Marroquín del Guatemala. “È stato un processo difficile vedersi avvolto nella letteratura… ed arrivare poi alla scrittura, il processo in assoluto più irrazionale”. Si concede un anno sabatico a Matute, paesino di centosettantanove abitanti (La Rioja, Spagna) per affrontare, almeno in parte, l’innegabile necessità di dedicarsi alla letteratura. Ha pubblicato le opere: Esto no es una pipa, Saturno (Alfaguara, 2003 e 2007), De Cabo roto (Littera Books, 2003), El ángel literario (Editorial Anagrama, 2004) Siete minutos de desasosiego (Panamericana, 2007), El boxeador polaco (Pre-Textos, 2008), Clases de hebreo (AMG Editor, 2008), Morirse un poco (Galería Estampa, 2009), Clases de dibujo (AMG Editor, 2009), La pirueta (Pre-Textos, 2010). Guatemalteco di nascita, cresciuto negli Stati Uniti e con radici libanesi e polacche, profondamente innamorato dell’Europa è sicuramente un cittadino del mondo o forse come egli stesso si definisce “straniero in ogni luogo”. Colpisce del giovane scrittore una voglia continua di comunicare e la capacità tanto più immediata di farlo anche con testi davvero brevi eppur in grado di lasciare una traccia, una sensazione, un’immagine. Emoziona la sapiente unione di detto e non-detto, colpisce quando fa sì che gli episodi accadano, quasi senza controllarli e riesce ad ammaliare, comunicare persino nei silenzi, altrettanto fondamentali nell’opera. Nei suoi racconti si ravvisa una mescolanza virtuosa tra il sorprendente e il quotidiano. Un continuo fluire di immagini, personaggi, situazioni. Tutto costruito con grande rigore e perfezione formale. Seducente El ángel literario, sapiente combinazione di generi: racconto, diario, saggio, intervista sul processo inconsapevole e alle volte assurdo dell’ispirazione poetica. L’autore in questo libro si pone alla ricerca del momento della prima ispirazione narrativa e attraverso i frammenti di vita di scrittori che ammira profondamente e ai quali si ispira procede alla ricerca della propria nascita letteraria. E’ dunque un’analisi interiore di Halfon scrittore attraverso Hermann Hesse, Raymond Carver, Ernest Hemingway, Ricardo Piglia, Vladimir Nabokov e molti altri ancora ricordati qua e là. Riesce a coinvolgere il lettore in questo viaggio: “Dicho de otro modo: en qué momento una persona se convierte en escritor. Dicho de aún otro modo: en qué momento una persona queda preñada de ese extraño anhelo por narrar, por contar, por escribir, por adoptar las palabras como su forma de expresión y, en ciertos casos, su modus vivendi. Encontrar ese instante y narrarlo. Encontrar el momento preciso en que una persona cualquiera deja de ser una virgen literaria, y empieza a hacer el amor con las palabras” Traduz.: “Detto in un altro modo: in quale momento una persona diviene uno scrittore. Detto ancora in un altro modo: in quale momento una persona si vede ricolma di questo strano anelito di narrare, di raccontare, di scrivere, di adoperare le parole come forma d’espressione e, in alcuni casi, modus vivendi. Trovare questo istante e narrarlo. Trovare il momento preciso nel quale una persona qualunque smette di essere una vergine letteraria e inizia a fare l’amore con le parole” E ancora “Por qué empecé yo a escribir. Por qué escribo. Quizás investigaba las vidas de otros buscándome a mí mismo, buscando el momento en que me voló por encima ese ángel literario y, maldiciéndome, injuriándome, derramó sobre mi cabeza tantas palabras”. Traduz.: “Perché ho iniziato a scrivere. Perché scrivo. Forse cercavo nella vita di altri cercando me stesso, cercando il momento in cui volò su di me questo angelo letterario e, condannandomi, schernendomi, sparse sulla mia testa tante parole”. Con El boxeador polaco, la prosa elegante di Halfon si mantiene uguale a se stessa ma i racconti hanno un valore aggiunto: un filo conduttore rappresentato da un episodio che Halfon ripesca nel passato del nonno e nel periodo che trascorse ad Auschwitz in un campo di concentramento. Il tema viene trattato in maniera appena accennata, con discrezione e senza retorica. Due i racconti che personalmente ho preferito, Lejano, il primo della raccolta nasce nell’ambiente universitario. Il protagonista è un professore che si chiama proprio Eduardo Halfon e che tenta di trasmettere ai suoi allievi la magia e la particolarità di racconti di grandi autori. E gli unici disposti ad accogliere il suo insegnamento sono una ragazza che sembra essersi innamorata del professore e un giovane studente di ingegneria e autore di poesie. Poi Fumata Blanca un racconto di velato erotismo, costruito sull’idea del desiderio che resta desiderio, che mai giunge a realizzarsi. Halfon è uno scrittore pronto a sorprendere continuamente, a risvegliare la curiosità del lettore e capace di lasciare ‘quel qualcosa’ difficile da definire ma che porta con sé la voglia di continuare a leggere i suoi racconti, di continuare a viverli attraverso le sue trascinanti parole.
A cura di Maria pina Iannuzzi
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