Almeno un po’ tacete
camminate in silenzio
Spegnete la TV
macerate l’assenzio.
Cercate un po’ di lana
che vi possa legare
al palo dell’attesa
più profonda del mare.
E poi contate i passi
perduti nella mente,
mentre il liquore scalda
il corpo consenziente.
E ridete, ridete
del dolore leggero
Poi scodellate il male
con gesto più sincero.
2
SCHIZZA E STRAPPA:
Cento fogli di carta leggerissima
+ cinquanta: un braccio di pianta.
Non senti il suono acuto della sega,
il sibilo frusciante tra le foglie,
il soffio d’un dolore quasi umano?
Non schizzare, disegna e strappa piano.
3
Con questi occhi
ho visto
fiorita una rosa
Ma non l’ho vista fiorire.
Con questi occhi
ho visto
sfiorita la rosa
Ma non l’ho vista
veramente sfiorire.
E ho pianto a lungo
per la mia incompetenza,
per questa inconcludenza
di spettatore assente
dal silenzioso travaglio
del vivente.
4
Ah, mia ora notturna,
nella tua gola secca
s’insedia la civetta
e canta.
E tu ti laceri, attendi
tra un canto e l’altro
attendi il suono sordo
affilato,
del tuo ultimo strappo.
5
Pensa, rifletti…
Cerca di andare dritto
al cuore dell’innocenza.
Usa lo specchio della
sapienza lieve – neve
che tiene caldo il seme
a sua insaputa.
Pensa, rifletti
nel tuo miroir rovesciato,
il riflesso dell’ombra
tua che ondeggia, arretra,
ride mentre diviene pietra,
prosciuga la memoria
di ogni antica gloria umana
6
Nuovi nodi
Strappa la tela
dei tuoi pensieri
più noti,
con un colpo deciso
- Che il dolore s’attenua.
Poi raccogli
i fili sparsi
con cura devota
annoda di ognuno
la cima spaurita.
E poi lasciali
soli, dritti e fieri
guardiani del vuoto
intorno a cui
a volte ondeggiano,
s’inchinano, morbidi ceri
offrono il capo
al nuovo fuoco.
7
Sparviero
S’allontana, l’onda ritorna.
Non occupare, sparviero,
l’intera riva del sogno.
Assottiglia la tua ombra
come falce di luna.
Nel buio immacolato
ora, di stelle, scegli
un’altra preda, sciogli
in essa la tua oscura
ferocia.