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Kualid che non riusciva a sognare
di Vauro Senesi
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Piemme S.p.A.
Prezzo €
9,00-
169pp.
ISBN
9788856603835
Una recensione
diMiriam Ballerini
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Questo autore ci è noto come Vauro, vignettista satirico. Con questo romanzo lo si scopre anche bravo scrittore, dalla penna felice. Inviato in zone martoriate dalla guerra, come la Palestina e l’Iraq, dalle proprie esperienze ne ha ricavato riflessioni da trasformare in romanzi. Kualid è un bambino nell’Afghanistan dei talebani, devastato dalla guerra. Dove le mine aspettano di saziare la loro sete di sangue, soprattutto con quello innocente dei più piccoli. Attraverso gli occhi di Kualid, Vauro ci mostra cosa accade in un mondo distante da noi; la miseria, gli usi e i costumi, le famiglie. Come una madre attraverso il velo del burka sappia donare amore incondizionato. E ancora i lavori, la tenacia del popolo afgano. Il bambino, uno dei tanti, va col cugino a riempire buche sulla strada per Jalalabad, sperando in una mano tesa e un piccolo obolo che consenta alla sua famiglia di mangiare qualcosa di più di una ciotola di riso. Kualid non riesce a sognare, la notte si sveglia e sul muro scambia occhiate con un’ombra somigliante a un serpente, al quale ha persino dato un nome: Asmar. Solo dopo l’incontro con il calligrafo Brabak, e dopo che questi gli abbia mostrato il mondo dei disegni, proibiti dai talebani; il bambino ricorderà i suoi sogni. Vauro ha scritto in questo libro tante cose brutte, senza bisogno di descriverle, di indugiare in particolari scabrosi. Si comprendono, così come li comprende Kualid, anche se è solo un bambino. Colpiscono piacevolmente le descrizioni dei luoghi e dei costumi; mai banali, ma fantasiose e varie. Troviamo nel retro di copertina: “Questa storia è vera anche quando è inventata”. Leggendo queste pagine si spera con Kualid, con lui si soffre, si ha paura. Si corre e si impara a conoscere un mondo per noi lontano e diverso. Un buon libro per confrontarci e per riflettere.
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