Il
viaggio della sposa
Titolo originale: Il viaggio della sposa
Nazione: Italia
Anno: 1997
Genere: Drammatico
Durata: 104'
Regia: Sergio Rubini
Cast: Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno
E' evidente in questa pellicola il tentativo
di fare cultura, di narrare storie costruttive,
di condurci sapientemente per mano in un viaggio
simbolico attraverso la fusione di due personalità
che si incontrano e si separano, rispecchiando
a loro volta due universi differenti e lontani,
due realtà parallele e distanti, due
vite agli antipodi della scala gerarchica e
sociale.
Non a caso Sergio Rubini nella doppia veste
di regista ed interprete riesce perfettamente
con il suo personaggio ad incarnare il vero
spirito narrativo di quest'opera, volutamente
a metà tra il picaresco e il vernacolare,
che ci richiama alla mente lo scansonato umorismo
dell'armata Brancaleone di altri tempi.
Nella vecchia, arcaica ed arretrata Italia meridionale
del Seicento, la giovane nobildonna Porzia esce
per la prima volta dal convento per recarsi
dal promesso sposo, fino alla lontana Bari.
Si tratta di un viaggio lungo e faticoso per
quell'epoca, denso di pericoli e di rischi,
i briganti e i predoni imperversano su quelle
terre abbandonate e il viaggio si trasforma
subito in un simbolismo.
La carovana viene attaccata, depredata e sterminata,
restano vivi solo la nobile Porzia e il semiselvaggio
stalliere analfabeta Bartolo, perché
allontanatasi per pregare la madonna in cima
a un monte.
Al loro ritorno presso l'accampamento inizia
il vero viaggio.
Difficoltà, stenti, pericoli, astuzie
e piccoli trucchi di sopravvivenza, avvicinano
i due, accorciando, man mano che il viaggio
si fa più difficile, le distanze incolmabili
che li separavano.
Anche visivamente le ricche vesti e i paludamenti
che rivestono la sposa, si smontano strada facendo,
i veli restano sui cespugli, o volano via, le
ricche acconciature si disfano, i gioielli vengono
persi, rubati o scambiati per un pezzo di pane,
le raffinate calzature e gli abiti sontuosi
abbandonati per qualcosa di più pratico
e caldo.
La nobil donna si avvicina al popolo, si volgarizza,
impara ad esprimersi in un'altra lingua, si
adatta, si fonde, si mescola per motivi di sopravvivenza,
e il rozzo stalliere si raffina, impara cose
che non sapeva, gli viene insegnato a leggere
e a scrivere.
E' un percorso lunghissimo che li accomuna,
in una commistione totale, in cui accomunati
dalle disavventure mutuano costantemente l'un
l'altro le proprie reciproche lontanissime esperienze
di vita, acquisendo ed assimilando reciprocamente
il meglio di due culture, dove dal mondo contadino
viene trasposta la furbizia, la sagacia, la
sveltezza, la capacità di adattamento,e
dalla realtà nobile vengono fuse le modalità,
i gesti, le piccole raffinatezze, l'educazione,
la distinzione.
Naturalmente è amore, un amore impossibile,
difficile da realizzarsi, perché, come
in altre acclamate pellicole, non ultima l'indimenticabile
film della Wertmuller che vide la Melato e Giannini
in ruoli praticamente paralleli, quando la realtà
si normalizza, le distanze tornano a farsi sentire
e i due mondi opposti tornano inconciliabili.
Infatti quando il viaggio volge a termine, e
i due mettono piede nelle terre di Bari del
ricco promesso sposo, Bartolo con scelta univoca,
ritorna ad essere un uomo del popolo e riconsegna
Porzia nelle mani sicure della gente della sua
classe, allontanandosi da un amore impossibile,
e salvando ella stessa da un sogno non realizzabile.
Ed anni dopo, la struggente lettera di Porzia
in punto di morte, raggiunge attraversando ancora
una volta limiti e confini, un piccolo paesino
di campagna, dove Bartolo è maestro elementare,
per ringraziarlo di quel sacrificio e ricordarlo
per sempre con sé nella memoria.
Perché non tutte le fiabe conservano
il lieto fine, il ranocchio rimane un ranocchio
e la principessa rimane una principessa, e capita
che quando due persone si amano davvero, a volte
una di esse si deve allontanare per salvare
entrambe, e l'amore diventa qualcosa di prezioso
e segreto da conservare chiuso in uno scrigno
di cui nessuno ormai conserva più la
chiave.
Insomma uno di quei piccoli e incantevoli segreti
che da secoli accompagnano il nostro percorso
di uomini su questa terra, di cui ancora non
abbiamo compreso l'incredibile mistero.
VISITE: 6107