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RUBEM BRAGA
(1913-1990)


Scrisse Carlos Drunmond de Andrade, il più rinomato poeta brasiliano (che quest'anno compirebbe cent'anni), per il cinquantesimo compleanno, il 17 gennaio 1963 dell'amico Rubem Braga, "professore di lucidità":

Rubem Braga aveva diciotto anni e si era già affermato come cronista a Belo Horizonte. Scriveva sul giornale "Estado de Minas" una colonna di lettura obbligatoria. Sempre girovago, un bel giorno fece un viaggio e non scrisse nulla. Ma il giornale decise di imbrogliare i lettori com una cronaca scritta da un altro, usando la sua firma. Braga lesse e telegrafò al direttore Afonso Arinos: "Non usate il mio santo nome invano". Impossibile usare il nome di Braga imitando la prosa
di Braga. È brevettata. I suoi elementi - sensualità, tenerezza, anarquia, tédio, poesia, hunour --, da soli sono manipolabili da chiunque. Messi insieme formano un composto specificamente braghiano, che dispensa firme. E quanti ce ne sono di suoi imitatori! Imitano soltanto... Come corrispondente del suo giornale sul "fronte" della Rivoluzione Costituzionalista de 1932 (vera guerra civile per la secessione dello stato di San Paolo dal governo fascista della capitale Rio de Janeiro), venne arrestato come spia e corse il pericolo di essere sottoposto alla corte marziale o persino ad essere fucilato. Oh, che immaginazione!... In una "cronaca" Braga confessa: "Io ero una spia; ero la spia della vita tra i morti. La guerra era troppo stupida per non farmi sorridere e io non riconoscevo alleati né nemici. Vedevo soltanto uomini poveri che si ammazzavano per il bene di uomini ricchi. Vedevo il Brasile che si ammazzava con armi straniere". Chi vedeva queste cose senza la nebbia passionale che turbava tanta gente, era un ragazzo di diciannove anni che a trentaquattro avrebbe scritto: "Osservo le cose con due occhi che, nonostante siano castani e un po' sul verde, vedono questo mondo con sufficiente chiarezza".
E questa è la qualità principale e inaspettata di Braga: la lucidità. Un uomo che dice tante cose assurde o surreali può forse essere un buon osservatore della vita? Sicuramente sì. Sempre che ce ne sia la necessità, Braga emette giudizi ponderati su fatti politici, economici, sociali e, anche se non sempre o quasi mai la sua opinione coincide con l'opinione dominante o vittoriosa, ciò non prova niente contro l'esattezza della sua visione intellettuale e il suo buon senso; prova soltanto che tali attributi non godono di molto favore della collettività... Come spia della vita dall'apparenza annoiata ma interessatissimo, annota i meravigliosi fenomeni della primavera e dell'estate che passano inosservati all'uomo comune, e ne estrae il massimo profitto esistenziale. Le arti della caccia, della pesca e dell'amore, l'osservazione costante del vento di nord-ovest, il contatto con la spiaggia e le acque correnti, acqua corrente lui stesso, la notizia di uccellini, insetti, frutti, paesaggi, la celebrazione quasi liturgica delle grazie e misteri della donna (per sembrare gentile un giorno mi disse in una lettera che gli sarebbe piaciuto darmi in regalo una piccola fregata e quattro o cinque donne), il dono di sentire, valorizzare e distribuire la natura come un bene di cui abbiamo sempre più di bisogno. Questa è la lezione di Braga, "lezione di insaziabile libertà e piacere di vivere", che fa piacere proclamare nel giorno in cui l'ammirevole professore completa cinquant'anni con la naturalità, il gusto della vita e della terra e l'intenso sentimento poetico e umano che aveva a diciannove anni.

A cura di Giuseppe Butera
butera@ucdb.br


Pubblicazioni di Rubem Braga:

O Conde e o Passarinho (Il conte e l'uccellino), 1936.
O Morro do Isolamento (Il colle dell'isolamento), 1944.
Com a FEB na Itália (Con la Forza Spedizionaria Brasiliana in Italia), 1945.
Um Pé de Milho (Una pianta di granturco), 1948.
Um Homem Rouco (Un uomo rauco), 1949.
50 Crônicas Escolhidas (50 Cronache scelte), 1951.
Três Primitivos (Tre primitivi), 1954.
A Borboleta Amarela (La farfalla gialla), 1955.
A Cidade e a Roça (La città e la campagna), 1957.
100 Crônicas Escolhidas (100 Cronache prescelte), 1958.
Ai de Ti, Copacabana (Guai a te, Copacabana), 1960.
A Traição das Elegantes (Il tradimento delle eleganti), 1967.
200 Crônicas Escolhidas (200 Cronache scelte), 1977.
Livro de Versos (Libri di versi), 1980.
Recado de Primavera (Avviso di primavera), 1984.
Os Melhores Contos de Rubem Braga (I migliori racconti di Rubem Braga), 1985.

 

DA LEGGERE (sul sito):
>>Il racconto Nell'ora neutra del primo mattino, nella traduzione a cura di Giuseppe Butera, è stato pubblicato su Progetto Babele n.2, che può essere scaricato cliccando qui.

 


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