Meglio stare con finestre e porte ben chiuse, non si sa mai. Qualcosa o qualcuno potrebbe disturbare il mio sonno. Solo io so come è difficile chiudere gli occhi dopo che le scariche di adrenalina hanno frustato a lungo i tuoi poveri nervi. Come è difficile ignorare i rumori e i dolori delle vecchie giunture che hanno lavorato sodo. Come è complicato trovare una posizione comoda prima di dormire il sonno del giusto. Sì, del giusto. Riuscendo a fare persino dei sogni. Come quella volta in cui fluttuavo (succede, no?) su un languido mare rosso, dal quale spuntavano pallide creature che nuotavano e mi chiamavano, annaspavano e mi chiamavano ma che non potevo raggiungere....
Un'angoscia degna di essere raccontata a uno strizzacervelli, come quell'altra volta in cui non riuscivo a vedermi nello specchio del mio bagno neanche strizzando gli occhi... Per fortuna, ci sono anche i sogni belli. Quelli in cui siamo io e lei vicini vicini, e lei mi si offre vogliosa e io soddisfo il suo desiderio....quelli in cui giaccio soddisfatto dopo una bella abbuffata. Altro che spirito, è la materia che chiede di essere placata!
Per questo, per non disturbare questo sonno prezioso, ho deciso di dormire con porte e finestre ben chiuse, sigillate persino se occorre. Tanto non ho mica problemi di caldo, vivendo quassù sulle montagne. «Don't disturb», insomma. Perchè mi è difficile addormentarmi ed è troppo facile svegliarmi. Basta anche un odore fuori posto: chessò, puzza di piscio, profumi femminili troppo intensi, sentore d'aglio. Lo detesto e, soprattutto, non lo «digerisco»: con l'aglio, io, ho proprio il dente avvelenato.
L'arredamento? Altrettanto importante. Non vorrei sembrare un fanatico del feng-shui, ma la parola d'ordine per me è sobrietà in sintonia con le energie della natura. Per cui in camera da letto niente specchi nè dorature nè argento, ma solo materiali naturali come il legno. Non tutto, però: il legno non è «innocente» come sempre, Gesù Cristo insegna. Per cui legno sì, ma di qualità e giovane. Niente di stagionato, magari faggio o noce, ma niente biancospino nè frassino, please. E poi ben piallato, semplice e grezzo: niente cunei nè forme «incrociate».
E niente baldacchini e «trispiti», al limite neanche il futon: si dorme a terra, è la cosa migliore. La terra mi piace tanto che ne tengo un mucchio anche sulla mia barca, nel caso mi venisse voglia di fare un giretto. Dici: ma non ci si sporca? Sì è vero, ma quando torno a casa perchè è l'ora non vado mica tanto per il sottile e ho tanto sonno che non mi spoglio nemmeno. Solo quando mi sveglio vedo la polvere sul frack o le macchie rosse sulla camicia e magari mi cambio.
Dunque silenzio, sobrietà e niente odori. Anche se gli altri cercano sempre di raggiungerti. Inseguendoti anche all'inferno, se necessario. Cercando di sintonizzarsi anche sui tuoi pensieri! E poi mi dicono di farmi anche il cellulare. Per carità!
Insomma è diventato difficile anche vivere, in questa sporca società. Per esempio, devi diffidare di tutti, devi stare attento a chi incontri perchè a volte anche quelli più «innocui» riservano delle sorprese. Porto ancora i segni di un incontro di qualche anno fa in un pub di Londra: quattro chiacchiere, un bloody mary e poi, si sa come vanno queste cose, un gentiluomo come me non racconta mica i particolari...E non mi sono ritrovato con l'Hiv conclamato? Menomale che alla mia età ho poco da perdere e, volendo, avrei tutto il tempo di aspettare nuove cure. Però è fastidioso lo stesso e alla lunga si perde la fiducia nel mondo.
D'altra parte, che avrei dovuto fare? Ritirarmi nel castello? Appendere al chiodo cilindro e mantello e giacere? No, ho scelto di vivere come si può quando si può cercando di suggere il meglio della vita. Al limite, quelle volte che proprio-non-hai-voglia-di-mettere-il-naso-fuori ormai te la cavi con un pasto preconfezionato: peso determinato, denominazione d'origine controllata, busta trasparente fornita di tubicino-cannuccia, niente vuoto a rendere, l'unica scocciatura è quella di tenerlo in frigo. Nessuna città ne rimane senza per tutte le emergenze e te lo danno anche gratis se ne hai bisogno. E questo, sissignori, è un innegabile frutto del progresso. Prima, per procurarti un pasto decente quando non potevi pensarci tu c'erano metodi complicatissimi, come quelli che usava mio padre fra gli Ottomani o mia cugina Elisabetta giù a Norimberga: tanto complicati che nel frattempo ti passava la fame.
Eppure, in un certo senso rimpiango quei tempi: che ne so, avevo più energie, il mondo era meno complicato, ero più rispettato e anche più temuto, le donne non mi mancavano, gli artisti mi adoravano, il dentista costava meno. Forse ero semplicemente più giovane e più illuso e questo spiega tutto. Per questo, ho deciso di suicidarmi. Niente di eclatante, niente di violento, please. E per questo che sono venuto qui, a Caponord, un posto che i miei parenti non avrebbero mai scelto per le loro vacanze. E non l'ho fatto certo per il clima, o per le foreste, o per la tundra. L'ho fatto per finire in maniera elegante, come piace a me, nell'ora che mi è più congeniale: solo qui c'è il Sole di Mezzanotte.