Recensione di Rosaria Ghilardi
Cantando
dietro i paraventi
INTERPRETI PRINCIPALI:
Narratore/Vecchio capitano: BUD SPENCER
Vedova Ching: JUN ICHIKAWA
Confidente : SALLY MING ZEO NI
Nostromo: CAMILLO GRASSI
Ammiraglio Ching: MAKOTO KOBAYASHI
Cliente ignaro: DAVIDE DRAGONETTI
REGIA: Ermanno Olmi
SCENEGGIATURA: Ermanno Olmi
FOTOGRAFIA: Fabio Olmi
COLONNA SONORA:
- In pace, in canto di Fabio Vacchi
- LUccello di fuoco di Stravinsky
- Estratti dalla sinfonie nr. 14 (SYMPHONIE
FANTASTIQUE) e nr. 18 (TRISTIA) di Berlioz
- Canti popolari cinesi
Ecco un film diverso dai soliti prodotti commerciali
che ci sono propinati con promesse di spettacolarità
poi spesso disattese.
E un prodotto di qualità, curato
in tutti i suoi particolari. Musica, fotografia,
sceneggiatura e regia viaggiano allunisono
per rendere il prodotto unico, impegnato.
Non è quindi un film facile ma è
sicuramente un film magico, fantasioso, anzi,
oserei quasi dire fiabesco.
Lo spettatore si trova, fin dallinizio,
proiettato in unatmosfera surreale, nella
quale realtà e fantasia si fondono fin
quasi a diventare una cosa sola. Dopo una prima
sensazione di stordimento, provocata dallinusuale
intersecazione fra gli scenari, sentra
nel vivo della storia e si gode in ogni attimo
della poesia di questo film.
Anche la trama sa di favola. La sceneggiatura,
curata dallo stesso Olmi, è attinta da
antiche fonti cinesi che narrano le gesta della
vedova Ching e mescola sapientemente fonti storiche,
fonti leggendarie e fantasia del grande regista.
Un ignaro giovane studente occidentale, finisce
casualmente allinterno di un teatro orientale
a luci rosse, dove una compagnia dimprobabili
attori, mette in scena la rappresentazione delle
gesta della famosa piratessa Ching, oltre che
a balli e pratiche oltremodo sensuali, anzi
direi proprio sessuali. Le donne inscenano la
loro sensualità da dietro i paraventi
e la sessualità senza velo alcuno.
Un pittoresco Bud Spencer, la fa da narratore,
approfittando dellidentità di un
vecchio capitano di marina dalle origini vagamente
spagnoleggianti.
La messa in scena si trasforma pian piano in
realtà, il giovane spettatore naviga
continuamente tra rappresentazione e sogno,
i personaggi si spostano dal palcoscenico al
mare e viceversa, creando lillusione delle
favole che prendono vita proprio mentre si vanno
raccontando.
.
Siamo nella Cina imperiale, in un periodo in
cui, le vele corsare, solcano indisturbate i
tre mari di Cina ed agendo su commissione di
unanonima società dazionisti,
saccheggiano velieri e villaggi sulle coste.
Nel tentativo di porre fine alle scorrerie,
il governo imperiale proclama un editto che
obbliga tutti gli abitanti dei villaggi costieri
a distruggere ed abbandonare le loro case per
trasferirsi nellentroterra, al sicuro
dalle scorrerie. Contemporaneamente, al più
pericoloso dei capi corsari, il capitano Ching,
è offerta la carica di capo corsaro imperiale.
Atterriti dalla paura di rinunciare alle loro
cospicue entrate, gli azionisti della società
del mare, predispongono lavvelenamento
del Capitano Ching.
Non hanno però fatto i conti con laddolorata
vedova, che come ci farà notare il narratore/vecchio
capitano (Bud Spencer) non manca di possedere
attributi maschili più che quadrati.
Assecondando la propria furia damante
beffata ed oltraggiata, la bella, assume il
comando delle tre navi del marito, e buttando
allaria ogni remora sovverte le regole
non scritte del codice piratesco. Non esita
ad attaccare persino le navi sotto la protezione
del vessillo imperiale ma allo stesso tempo
stabilisce regole, sulla suddivisione del bottino
e sul trattamento dei prigionieri, più
eque ed umane.
- E assolutamente vietato approfittare
delle grazie delle prigioniere non consenzienti,
chi viola questa regola sarà appeso alla
forca di prua fino a quando non si sarà
ravveduto -,
urla imperterrita la piratessa alla sua ciurma
ribelle, strappando il megafono dalle mani del
suo narratore. (Particolare interessante quello
del megafono perché, ad un certo punto,
rimane lunico elemento che ci ricorda
che stiamo assistendo ad una trasposizione teatrale
sconfinante con la realtà; dubito che
allepoca della vedova Ching esistessero
megafoni come quello usato nel film, il megafono
è lo strumento che tiene lo spettatore
ancorato alla realtà della finzione)
Nello stesso tempo, la novella piratessa, sassume
appieno tutte le sue responsabilità di
fuorilegge che agisce alla luce del sole. Il
succo del suo pensiero è più o
meno questo: noi siamo furfanti e come tali
agiamo, di fronte a tutti, in piena consapevolezza
non come coloro che compiono furberie al riparo
da privilegi che essi stessi si procurano (sarà
unallusione al b?)
Il vecchio e saggio imperatore muore ed il
nuovo capo imperiale, al fine di salvaguardare
le finanze del tesoro statale, si vede costretto
ad armare una flotta con lincarico di
spazzare via dalla faccia del mare le navi corsare,
ma ahimè limpresa fallisce. Il
comandante della reale flotta, sconfitto e disonorato,
si dà allharakiri.
Il nuovo supremo comandante della flotta, il
principe Think-Wei, si prepara con perizia e
fine intelligenza allo scontro.
In un tranquilla giornata di riposo per la
ciurma corsara (e qui il regista non ci costringe
ad immaginare, come accade nella maggior parte
dei film, da cosa sia costituito questo riposo;
gli attori, dormono, cucinano, mangiano, si
lavano, fanno il bucato, raccontano favole ai
bimbi, giocano e amoreggiano proprio come accadrebbe
nella realtà) lorizzonte appare
letteralmente coperto da uninnumerevole
quantità di navi imperiali, tanto numerose
che neppure lorizzonte le può contenere,
la nave ammiraglia avanza (se chiudete gli occhi,
anche voi la potete vedere) senza né
remi né vele, spinta solo dalla diavoleria
del progresso.
E la fine. Nessuno può resistere
ad una forza tanto impari. Tuttavia
.
Il principe Think-Wei, prima di attaccare,
sembra voler combattere una guerra di nervi.
Le sue navi stazionano allorizzonte in
attesa
Ma ecco
.., tuttun tratto
.,
il cielo si riempie di mille colori, aquiloni
variopinti sinnalzano dallammiraglia
imperiale e come lievi farfalle planano sulle
navi corsare.
Ogni aquilone una frase scritta nellantica
lingua dei mandarini.
Ogni frase un pezzo della favola del Drago
e la farfalla.
Nella favola lepilogo di questa dolce
storia.
Niente cannoni per la bellissima vedova ed il
suo equipaggio, ma il dolce sapore del perdono,
cui tutti attingono con calore e riconoscenza.
Pronti ad iniziare una nuova vita nella legalità,
pronti a guardare ancora le donne cantare
dietro i paraventi.
Questa favola antica è ricca dinsegnamenti
e la sua narrazione, nulla toglie alla magia
del film. Lo potete guardare incantanti anche
conoscendone lepilogo.
Il regista coglie ogni attimo della poesia delle
cose.
Gli sguardi fra i protagonisti, dicono più
delle parole.
La posizione degli oggetti sulla scena suggerisce
trame.
La colonna sonora anticipa levolversi
delle scene, e scandisce i sentimenti, in particolare
risultano molto suggestivi gli inserti della
Symphonie fantastique di Berlioz.
La fotografia, sapientemente curata dal figlio
dOlmi, stimola la fantasia, trasferendo
lo spettatore in posti da sogno (che stanno
a due passi da casa nostra, in Montenegro).
Se ogni tanto sentite il bisogno di trarre,
da un film, qualcosa di più profondo
del semplice divertimento, allora la visione
di CANTANDO DIETRO I PARAVENTI è
fortemente consigliata.
PREMI E RICONOSCIMENTI RICEVUTI
Miglior Soggetto Nastro d'Argento Ermanno
Olmi
Miglior Fotografia Nastro d'Argento Fabio
Olmi
Miglior Scenografia Nastro d'Argento
Migliori Costumi Nastro d'Argento
Una recensione di Rosaria
Ghilardi
Inserito 17-05-06
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