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Quando ero bambino ascoltavo
musica classica.
Usciva da un pianoforte verticale Rippen
e si diffondeva per la casa.
“Sonatine” di Muzio Clementi.
“Il cavaliere audace” di Robert Schumann.
“Per Elisa” di Ludwig Van Beethoven.
E poi altre,
di cui non ricordo
nè i titoli,
nè i nomi dei compositori.
La casa era grande,
ma le note
arrivavano dappertutto.
Anche volendo,
non riuscivi a sfuggire a quella musica.
Potevi tapparti le orecchie,
metterti un cuscino sulla testa,
ma niente…
|SI-SiB-SI-SiB-SI|MI-LA-SOL-FA|
TATATATATA-TATA-TATA…
Per pomeriggi interi.
Certe volte mi piaceva.
Certe volte,
quella musica
mi angosciava.
Tuttavia,
era necessario ascoltarla.
E’ stato come prendere una medicina.
Ascoltando musica classica
mi sono salvato da questo mondo
e anche da quell’altro.
©
Gianluigi Scelsa
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