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Niente da ridere
di Livio Romano
Pubblicato su SITO
Anno
2007-
Marsilio
Prezzo €
17-
359pp.
ISBN
88831791601
Una recensione di
Annamaria Trevale
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Votanti:
13496
Media
79.88%
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Titolo molto appropriato per questo romanzo, ambientato in una cittadina pugliese di cui non ci viene rivelato il nome ( presumibilmente la Nardò che ha dato i natali all’autore), dove il protagonista, il trentacinquenne Gregorio, insegnante elementare nonché giornalista freelance per svariati periodici locali, conduce un’esistenza che ci viene descritta come un angoscioso dibattersi quotidiano nel tentativo, raramente coronato da successo, di far fronte alle molteplici e contrastanti esigenze di una valanga di parenti ed amici bisognosi del suo continuo intervento per affrontare ogni problema esistenziale: oltre alle legittime pretese della moglie e delle due figlie in tenera età, infatti, per tutto il romanzo si assiste ad un andirivieni frenetico e snervante di madri, nonne, zii, fratelli, sorelle, ex mariti ed ex mogli di questi ultimi, nipotini, cugine e cuginette, e poi ancora amici in ricorrenti difficoltà economiche od affettive, per arrivare al parossismo di alcuni politicanti locali che trascinano un più che mai riluttante Gregorio in una maldestra e sgangherata avventura elettorale.
Nessuna meraviglia che il povero protagonista faccia ricorso agli ansiolitici per reggere i ritmi frenetici di un’esistenza che non è assolutamente in grado di controllare, e che pagina dopo pagina vediamo sfuggire completamente al suo controllo, in un crescendo di situazioni tragicomiche che però, subito dopo il sorriso iniziale, tendono a suscitare nel lettore un misto di rabbia e compassione.
Si è portati, proseguendo nella lettura, a solidarizzare con Gregorio e ci si augura che riesca una buona volta a liberarsi della sua turba di parenti per riappropriarsi delle proprie giornate in modo soddisfacente…..
Il ritmo del libro è incalzante, a volte perfino quasi eccessivo, ma la descrizione dei luoghi e dei personaggi ci conduce in un Sud inconsueto e molto lontano dagli stereotipi ai quali siamo stati abituati da molta letteratura precedente, spesso un po’ troppo affezionata alla tradizione e per questo restia a registrare i cambiamenti avvenuti, soprattutto per quanto riguarda lo stile di vita delle ultime generazioni, anche in questa parte d’Italia.
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