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PAGINAZERO
www.paginazero.info


 

Una intervista con Mauro Daltin e Paolo Fichera
A cura di Marco R. Capelli


Quando è nata PaginaZero? E perché avete scelto questo nome?

PaginaZero trova la sua genesi nel sito omonimo nato più di due anni fa. Da un anno, dopo discussioni e propositi, è maturata la volontà di creare una rivista letteraria, PaginaZero; e così è stato. Nel contempo abbiamo continuato a far vivere il sito, pur sottolineando il fatto che rivista e sito sono due realtà diverse e parallele. La rivista ha una sua vita autonoma, una criticità e un pensiero propri e segue una strada sua peculiare. Il sito dà un supporto di informazione alle iniziative della rivista, ma porta avanti tematiche, aspetti, rubriche indipendenti. A ottobre, in concomitanza con l'uscita del quinto numero della rivista, apriremo un nuovo sito che invece sarà creato sul calco della rivista e viaggerà sullo stesso percorso: saranno due entità unite. La rivista per ora ha cadenza quadrimestrale che ci permette di pensare bene alla linea editoriale e consente di commissionare i vari pezzi e leggere con attenzione i testi che ci arrivano in redazione. Confidiamo a breve di aumentare il numero della pagine e di portare a quattro i numeri in un anno.

Chi l'ha fondata e chi la gestisce ora?

È stata fondata da un gruppo di persone che costituiscono il nucleo principale del progetto: il Mauro Daltin, Paolo Fichera (poeta), Maurizio Mattiuzza (poeta), Paolo Patui (scrittore), Gian Mario Villalta (scrittore). Accanto a questo gruppo ruotano una serie di collaboratori con i quali ci confrontiamo su ogni aspetto e in cui abbiamo fiducia, sia in ambito artistico ma soprattutto umano. Dalle foto agli articoli, dalla grafica alla scelta dei pezzi da commissionare e poi da valutare, tutto si muove attraverso un dialogo basato sulla passione e sulla voglia di creare qualcosa di valido.

In cosa si differenzia la vostra rivista dalle altre presenti sulla scena letteraria italiana?

Il sottotitolo della rivista è "letterature di frontiera". E questo è già significativo sul fatto che la tematica che sottende ogni numero è relativa al concetto di frontiera, di confine e di sconfinamento in regioni di letterature a noi ancora estranee. Ciò che ci preme è che questo sconfinamento sia quanto il più possibile completo toccando anche ciò che sta attorno alla letteratura: la vita, la comunità, le persone, lo strato che ha dato materiale a quella letteratura e che da quella letteratura è stato spiegato. L'idea è quella che lo scrittore, il poeta, l'uomo di cultura in genere, rifletta attraverso i suoi testi (siano essi saggi, interviste, poesie, racconti) su quello che capita nella realtà, nella cultura, nella società. Che cosa può portare a livello letterario e culturale l'annessione di molti paesi dell'Est nell'Unione Europea? Qual è e quale dovrebbe essere il ruolo dell'intellettuale all'interno delle dinamiche sociali? Come gli aspetti linguistici dello scrivere si modificano rispetto ai cambiamenti del mondo? Qual è il rapporto fra centro e periferia? Queste sono solo alcune tematiche che ci piacerebbe approfondire e che stiamo analizzando. Ma questo solco di intenzione e pensiero si confronta comunque con aspetti più elitari, sul fatto che dovere primario di un poeta non sia quello di essere capito ma di capirsi, sul fatto che l'artista ha tutto il diritto di scegliere la strada dell'isolamento, che costruirsi la propria torre/tomba d'avorio non deve essere fonte di un giudizio di mancata partecipazione alla vita di tutti i giorni. Del resto siamo molto lontani, per fortuna, dall'avere codificato un concetto di realtà, un pensiero di reale e una poetica di realismo. Confidiamo sempre che la poetica di un artista siano le sue opere.

Di quali risultati ottenuti siete più orgogliosi?

Il quarto numero (che in realtà è come se fosse il primo per qualità grafica, editoriale e contenutistica) ospita articoli di Tullio Avoledo, Maurizio Mattiuzza, Miran Kosuta (uno dei massimi esperti di letterature di confine), le interviste allo scrittore bosniaco Bozidar Stanisic e a Pietro Spirito (fra l'altro finalista al premio Strega 2003), una sezione di poesia dedicata al poeta Nanni Cagnone, i racconti inediti di Flavio Santi e Alessandro Carrera, un forum coordinato da Paolo Patui con personaggi e scrittori di spicco della letteratura friulana, quali Elio Bartolini, Angela Felice, Angelo Floramo e Franco Marchetta. Insomma un numero importante che mescola giovani di grande qualità a nomi già consolidati a livello nazionale. Questo percorso ci sta mettendo in contatto con grandi personaggi e giovani di valore e di questo andiamo particolarmente orgogliosi. Poi, dal punto di vista editoriale e grafico, la nascita di questo numero è stata lunga, pensata, dolorosa qualche volta. E quando lo abbiamo avuto il numero fra le mani una certa emozione e una grande soddisfazione per il lavoro svolto è stata inevitabile. Inoltre stiamo avendo numerosi riscontri da parte di scrittori, addetti ai lavori e lettori con cui entriamo in contatto anche grazie alle numerose recensioni su diversi quotidiani e periodici. Tutto questo non può che fare bene al progetto. Non so se sia originale rispetto alla realtà delle altre riviste, ma quello che vogliamo assolutamente evitare è di pubblicare un contenitore di articoli, racconti e poesie slegati l'uno dall'altro e soprattutto dal contesto in cui viviamo. La rivista ha una sua criticità, un suo pensiero e un percorso definiti ma malleabili attraverso l'incontro con persone e scrittori che ci arricchiscono di molte deviazioni di qualità. Inoltre vorremo che la rivista fosse un ponte fra varie energie differenti sia dal punto di vista geografico (con un apertura alle letterature dell'Est) sia da un punto di vista di relazione fra scrittori o uomini di cultura che sono portatori di posizioni differenti. A questo proposito per il prossimo numero anticipiamo solo la pubblicazione di un lungo articolo di Predrag Matvejevic, forse il massimo scrittore e uomo di cultura dell'area balcanica. E sulla zona dell'ex-Jugoslavia sarà incentrato il numero: il ruolo dell'intellettuale nella ricostruzione morale del paese dopo il conflitto, l'esilio vissuto da molti poeti e il loro sguardo sulla e non più nella loro terra; il significato di ricostruzioni architettoniche abbattute e ora simboli di un nuovo inizio; la generazione odierna e i conti da saldare con la morte.

Quali problemi avete incontrato (e superato) nel corso della vostra attività?

Sicuramente pubblicare una rivista non è una cosa semplice e soprattutto all'inizio ci siamo dovuti scontrare con alcune problematiche legate anche al fatto di non avere una casa editrice alle spalle che copra i costi tipografici, la distribuzione, la promozione e così via. Quindi stiamo ancora promuovendo una campagna per gli abbonamenti sia attraverso il sito sia attraverso altri canali. Siamo sempre alla ricerca di finanziamenti, sponsorizzazioni e qualunque altro tipo di aiuto economico che ci permetta di rientrare nei costi di pubblicazione. Oltre a questi problemi tecnici, abbiamo molto discusso sulla linea editoriale e sul progetto che volevamo portare avanti. Fare una rivista, con i mezzi di adesso, è relativamente semplice, ma pensare a una progettualità contenutistica e editoriale non è molto facile.

Che diffusione ha la rivista, ed a quale target si rivolge?

La rivista ha una tiratura di 600 copie e viene spedita a tutti gli abbonati. Poi siamo presenti in diverse librerie in Friuli Venezia Giulia e da settembre anche in Lombardia e Veneto. Inoltre abbiamo spedito un centinaio di copie ad associazioni, case editrice, quotidiani, periodici, altre riviste letterarie, critici e scrittori. È un'operazione di visibilità che ripeteremo a ogni uscita, accanto poi a una serie di organizzazioni di incontri e eventi nel Nord Italia dove poter distribuire, presentare e parlare del nostro progetto. La rivista ha un target abbastanza ampio che si rivolge sia ad autori giovani e esordienti sia ad "addetti ai lavori". Essendo una rivista di cultura, che non tratta solo ed esclusivamente tematiche di letteratura e di poesia, raggiunge un pubblico molto vasto ed eterogeneo. La suddivisione in 5 sezioni (saggi, interviste, narrativa, poesia, forum) pur legate da un densissimo filo comune permette di non stancare il lettore e di farlo adagiare su ciò che più gli interessa.

Internet e la scrittura... qual è l'approccio di PaginaZero col mondo di chi scrive in rete?

È un rapporto molto stretto essendo nata prima on line e poi su carta. Siamo sempre attenti a quello che ci viene spedito, leggiamo tutto e cerchiamo un continuo contatto con chi naviga e scrive in Internet. Se poi reputiamo che quello che ci viene spedito sia di grande qualità e in linea con le tematiche che vogliamo trattare sulla rivista cartacea allora non è escluso che ci possa essere una possibilità di essere pubblicati anche su carta. Sul sito Internet (www.paginazero.info) si possono scrivere recensioni, articoli, riflessioni sulle tematiche di volta in volta proposte, partecipare al comitato di lettura dei racconti inviati e a sua volta inviarne per partecipare alla selezione come scrittori. Basta fare un giro sul sito per rendersi conto di quello che trattiamo e come cerchiamo di farlo. Il mondo Internet, i suoi blog e tutto il resto permette di avere una vastissima panoramica su ciò che succede a livello di iniziative culturali e di nascita di nuove realtà. È interessante notare l'evolversi di nuovi gruppi, il loro amalgamarsi con altri, l'imporsi di alcuni giovani (e non solo) che usano il mezzo per promuoversi e promuovere le proprie opere. Inoltre Internet è utile per crearsi contatti, per scoprire giovani di talento con cui collaborare.

Carta contro e-book. Un pronostico, chi vincerà?

Personalmente sono sempre per la cara e vecchia carta. Toccare le pagine, annusarle, avere un contatto quasi fisico con il libro è una cosa a cui non voglio rinunciare. Lo schermo è comunque freddo e poi non credo che la diffusione degli e-book sia imminente. Mi auguro che le due cose possano camminare assieme, che l'una non escluda l'altra perché i pro e i contro sono tanti per tutte e due le esperienze. Credo che ci possa essere un'intersezione fra i due supporti, spero non ci sia una sostituzione.

Progetti per il futuro?

In questi mesi stiamo organizzando presentazioni, reading e stiamo partecipando ad alcune manifestazioni. Una nostra caratteristica sarà sempre quella di organizzare incontri che coinvolgano il pubblico e i nostri lettori. Dopo l'estate amplieremo la nostra distribuzione a Milano e provincia, ma anche a Lubiana e Zagabria. A ottobre è prevista la partecipazione di PaginaZero alle tre giornate di poesia internazionale organizzate a Sarajevo. Sempre a settembre amplieremo la distribuzione nelle librerie e apriremo un sito Internet nuovo dedicato solo alla rivista. Inoltre stiamo lavorando al prossimo numero dove ci saranno come sempre grandi nomi già affermati e giovani scrittori esordienti di qualità. Inoltre stiamo stringendo alcune sinergie con realtà associative, singoli scrittori, riviste letterarie e case editrici. Vorremmo continuare ad allargarci anche in questo senso anche perché la collaborazione fra varie e diverse energie può portare solo esiti positivi, nuove idee, nuovi progetti e nuove conoscenze.

Per gentile concessione di Mauro Daltin e Paolo Fichera
Intervista a cura di Marco R. Capelli



L A S C H E D A

PAGINAZERO
Rivista letteraria fondata
nel 2003


Ultimo numero uscito:
n.4 Giugno 2004

Tiratura (ultimo numero):
600 copie

Direttore editoriale
Mauro Daltin
Co Direttore
Paolo Fichera

Direttore responsabile:
Ilaria Prati

Redazione:
Maurizio Mattiuzza, Paolo Patui e Gian Mario Villalta

Registrazioni:
Tribunale di Udine
marzo 2003 n. 3.

Indirizzo Postale:
Via San Zenone 56 -33052 Cervignano del Friuli (UD)

Indirizzo Internet: www.paginazero.info

E-mail:
maurodaltin@virgilio.it

 


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