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LE INTERVISTE
DI ELISABETTA BILEI
Intervista
a: LORENZO MAZZONI
Chi
è...
Lorenzo Mazzoni
Lorenzo Mazzoni è
nato a Ferrara nel 1974. Scrittore e viaggiatore,
ha pubblicato gli e book Il sole sorge
sul Vietnam, Le Bestie e Privilegi (www.kultvirtualpress.com),
e i romanzi Il requiem di Valle Secca
(Tracce, 2006) e Ost, il banchetto degli
scarafaggi (Edizioni Melquìades,
2007). Alcuni suoi racconti sono apparsi
sulle riviste Rotta NordOvest, Storie,
Catrame Letterario, I racconti di Luvi.
E in via di pubblicazione un nuovo
romanzo con i tipi di Robin Edizioni.
Vive con la sua Musa, ascolta i Beatles
e gira in bicicletta.
Prendete un cuscino, il vostro preferito.
Quello su cui di solito sognate.
Andate verso il divano, il vostro fresco divano.
Quello su cui di solito pensate.
Prendete voi stessi, e mettetevi sul vostro
fresco divano con il vostro cuscino preferito.
E immaginate.
Immaginate di vivere in una città strana,
una città maleodorante, una città
cupa, ma che sia la vostra città. E che
sia anche circondata da un tossico polo chimico.
Immaginate anche di avere un vicino di casa
dal nome fastidioso quanto lo è lui,
Eusebio.
E immaginate di avere due zie vecchio stampo,
Lalla e Gina, per cui qualsiasi motivo è
buono per bisticciare purché si possa
bisticciare.
E immaginate di pesare 153 kili, di chiamarvi
Asdrubale e di essere il gestore di un sito
di letteratura pornografica.
Non smettete di immaginare. Avete appena cominciato.
Molte avventure vi attendono, e sono quelle
di Asdrubale & co. che tenteranno di travolgere
e sconvolgere le sorti del loro paese.
Ci riusciranno? A voi scoprirlo.
Come? Leggendo Il Requiem di Valle
Secca di Lorenzo Mazzoni (edizioni Tracce,
€11,00).
È un mondo surreale e caricaturale quello
che vi attende, ricco di divertenti episodi
e buffi personaggi in cui avete loccasione
di immergervi. Non perdete questa occasione.
E se ancora non siete convinti, beh leggete
lintervista che segue.
Perché ci sono cose che voi umani non
potete nemmeno immaginare.
Che consigli daresti ai lettori interessati
a Il Requiem di Valle Secca?
Di non prenderlo come un libro cyber-punk come
detto nel quarto di copertina e nella prefazione.
Di non stare a cercare di dare un senso ai termini
tecnologici e fisici inseriti nel libro. Sono
un pagano della scienza e del progresso. Consiglierei
ai lettori interessati di rilassarsi e di vivere
il libro come una fiaba di rinascita e di rivolta.
Lo scopo del libro è quello di far divertire
ma anche di far riflettere su situazioni purtroppo
attuali. Lo consiglio a chi ha voglia di prendersi
una rivincita contro linquinamento e il
cattivo odore.
É recentemente uscito un libro dal
titolo "TRUCCHI D'AUTORE". Nel testo
vengono raccontati i rituali, le superstizioni,
le tecniche, lo stile, i luoghi dove lavorano
e gli strumenti di lavoro di scrittori molto
noti. Hai dei riti, dei tempi o dei modi abitudinari
per scrivere? Quali? Non lo so se ascoltare della musica sia
un rito propiziatorio per una buona scrittura.
Senz'altro è un'abitudine di cui non
posso fare a meno quando scrivo. Ascolto di
tutto, dallinno della Repubblica Democratica
Tedesca ai Grateful Dead, dai Gogol Bordello
a Serge Gainsbourg
Generalmente comincio a lavorare guardando un
muro bianco o passeggiando sul balcone: tutto
ha inizio con uno stato catatonico, in una dimensione
astratta della mia testa. Dopo qualche ora -
o anche qualche giorno - inizio a scrivere a
penna su fogli e quaderni, mi documento tramite
enciclopedie, libri, riviste, giornaletti, poster,
fotografie e passo molto tempo a leggere e a
ricopiare appunti. Successivamente porto i miei
quaderni, i miei fogli e i miei appunti sulla
scrivania dove inizio ad elaborare una struttura
più articolata, scrivendo direttamente
sul computer.
Scrivo preferibilmente nel primo pomeriggio
o nel dopo cena, e quando posso di notte. Prendo
molti appunti durante i miei viaggi e poi a
Ferrara, nel mio piccolo studio circondato da
muri gialli limone, dal mio elmetto viet-cong,
dalla biografia di Nicholas Bethell Gomulka,
dai libri di Greene e Salgari, dal cesto di
carta costruito dai bambini delle favelas di
Curitiba, elaboro la struttura. Questo è
il metodo, se si può parlare di metodo
Quale sarebbe il colore che trovi più
adatto allo spirito di questo romanzo e perché? Il verde. Nonostante il romanzo descriva
una situazione grigia e caotica, quello che
traspare dallio narrante è il bisogno
di speranza. Una speranza 'verde', dovuta
alla scoperta dei fiori, della natura, degli
alberi. Con la speranza Valle Secca diventerà
un luogo bello e pulito, una città ricoperta
di prati verdi, di lecci e pioppi
Scrivere è viaggiare? Perché? Salgari diceva che scrivere è viaggiare
ma senza la seccatura dei bagagli Salgari
era un grand'uomo.
Scrivere è viaggiare perché ti
permette di andartene dal luogo dove sei semplicemente
usando la fantasia. I pensieri partono, si incamminano
per altri mondi, altri luoghi.
Scrivendo puoi andare in Guinea Bissau o in
Papua Nuova Guinea o dietro l'angolo, scrivendo
puoi scoprire mondi abitati da gnomi con le
orecchie da pinguino (i pinguini hanno orecchie?),
scrivendo riesci a bruciare il tempo e a seguire
in prima persona la battaglia delle Termopili
e il Congresso di Berlino.
La scrittura è un attività sedentaria
che ti permette di viaggiare in continuazione.
La fantasia è per forza di cose uno spostamento.
Quanto dei tuoi viaggi c'è nel tuo
romanzo? In verità nel Requiem dei miei viaggi
c'è poco. Rispetto ad altri lavori dove
i luoghi che ho visitato sono descritti ampiamente,
in questo romanzo le 'immagini' sono state catturate
principalmente leggendo i reportage sulla Siberia
di Ryszard Kapuscinski, gli articoli di Internazionale
sulle condizioni dei minatori in aree dell'ex
Impero Sovietico, della Cina e di altri sud
del mondo.
Ma soprattutto dalla visione, desolante, del
Polo Chimico dislocato a nord di Ferrara. Valle
Secca è quindi un non luogo della mia
quotidianità e della mia fantasia.: contiene
ricordi d'infanzia, ritratti caricaturali di
persone che abitano a pochi metri da casa mia
insomma, lesperienza del viaggio ha avuto
unimportanza secondaria in questo lavoro.
Come hai concepito, in che modo ti sei occupato
della gestazione e infine della messa al mondo
del tuo libro? Il Requiem inizialmente doveva partecipare
ad un concorso. Avevo pronto un romanzo ma superava
abbondantemente il numero di cartelle richiesto
per poter concorrere, così ho preso appunti
e fogli sparsi ed ho provato ad imbastire una
storia. La lettura di alcuni libri di Kapuscinski
e un vecchio libro sulla costruzione della bomba
atomica hanno fatto il resto: mi sono serviti
da traccia, da filo conduttore. Il libro è
nato così, mettendo insieme materiale
sparso, ricordi dinfanzia e letture catastrofiche.
Asdrubale, il protagonista del romanzo, inizialmente
era una donna, pesava 151 chili (diventando
uomo ha preso due chili ) e girava per
il mondo su una bicicletta basta, un po
pochino, no? Ho deciso di fare una mutazione
genetica e di farlo diventare uno stanziale,
un prigioniero di un luogo insalubre
come Valle Secca.
Eusebio, il vicino spaccatutto di Asdrubale,
esiste davvero beh, ha un altro nome ma
ha abitato davvero di fianco a casa mia, davvero
mi ha bucato muri, creato crepe, esasperato
il sistema psichico. Le soluzioni erano due:
o lo ammazzavo per disturbo della quiete pubblica
o lo trasformavo in un personaggio che avrebbe
esorcizzato tutte le sue azioni distruttive.
La ciliegina sulla torta a questo mix di caos,
ricordi, libri e quotidiano è stata la
persistente sensazioni di vivere a Ferrara,
gioiellino di natura, arte e architettura, che
confina a nord con un polo chimico inquinante
e venefico e che fra qualche anno dovrà
abituarsi ad una nuova inquietante vicina: una
centrale Turbo Gas che promette nuove terribili
esalazioni per la cittadinanza.
Ho lavorato a Valle Secca otto mesi
e poi ho spedito il manoscritto. Il concorso
non lho vinto ma siccome il libro mi sembrava
avesse abbastanza forza per tentare di essere
pubblicato lho mandato in giro e così
Quanto conta la fantasia nel tuo essere
scrittore? E quanto ha influito su questo romanzo? La fantasia conta molto, moltissimo. Io
amo viaggiare ma spesso sono costretto a lunghi
periodi stanziali. Inventarmi storie e poi scriverle
è un modo assolutamente fantastico e
alternativo di viaggiare. La fantasia è
essenziale nel mio essere scrittore, è
vita.
Sul Requiem ha influito notevolmente. Il romanzo
è fortemente surrealista e anche se molti
degli spunti sono ripresi da momenti di 'vita
vissuta' non avrebbero avuto la forza che hanno
senza elementi fantasiosi e grotteschi.
Generalmente sono abituato a imbastire storie
intorno a luoghi esistenti e a momenti storici
ben precisi. Intorno a essi inizio a fantasticare
e mi creo personaggi e situazioni, insomma gioco
con il reale e la storia, ma in questo caso
ho scritto di un luogo che non esiste, non ha
nessuna collocazione spazio-temporale, è
pura fantasia, è un non luogo di morte
dove un bel giorno cittadini esasperati rivendicano
lesproprio della felicità, gelosamente
custodita fra le mura del palazzo dei cattivi.
Valle Secca è un sogno e senza fantasia
quel sogno non sarebbe mai nato. Sarebbe rinata
una trasposizione di Ferrara, o della mia infanzia
o di qualche villaggio ucraino raccontato da
Kapuscinski, insomma qualcosa di reale.
Ma io volevo il sogno, il surreale, la fiaba...
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