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C'erano solo loro due. Loro, e le loro orme sul selciato umido di pioggia.Leggeri, senza meta. Le mura della città, scure e sbiadite, li osservavano silenziose dai lati della strade. La Bambina delle lacrime guardava ora la terra, ora i lampioni sfuocati in fondo alla via. Respirava il fresco profumo di pioggia e terriccio, di fiori appena sbocciati e lumache che escono silenziose dai loro nascondigli, lente e pigre. La Bambina delle lacrime ora aveva gli occhi ridenti. Il suo trucco era scivolato giù,attorno agli occhi, e li rendeva più grandi e innocenti. Il Bambino col mantello le camminava accanto, diceva sciocchezze e rideva, ma sempre distoglieva lo sguardo dal suo, come per paura.I loro passi erano corti e tranquilli, le orme sempre vicine. Le loro mani si sfioravano ogni tanto: quando ciò succedeva la Bambina sorrideva, e tornava a osservare le luci offuscate in fondo alla via, canticchiando sottovoce.
La città si addormentava, pian piano. Le case chiudevano i loro occhi luminosi, al mattino aperti verso il mondo, verso il sole e il canto degli uccelli. Voli neri di pipistrelli,e dei passi. Due bambini ridenti che se n'infischiano della notte, due mani morbidamente intrecciate che si fanno beffe dei fantasmi notturni. Una Bambina dagli occhi ridenti, avvolta in un mantello nero.
©
Elisa Lai
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