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Scritture e modelli letterari
di Renata Ballerio e Marisa Napoli
Pubblicato su PB16
Anno
2005-
Editore ISU Università Cattolica
Prezzo €
17-
268pp.
ISBN
888311339
Una recensione
diPietro Pancamo
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Senza dubbio il volume in questione ce ne rende piena testimonianza, come Giuseppe Langella afferma d’altronde nella prefazione: alla Ssis - sorta di accademia che, nata in seno all’Università cattolica di Milano, addestra i futuri docenti d’italiano e latino (quelli destinati, per la precisione, a prestare servizio un domani negli istituti superiori) ad irrobustire con cognizione di causa, e di effetti persino, la mente ricettiva, assai influenzabile e prepotentemente sensibile degli adolescenti “nostrani” - la strategia didattica che le professoresse Marisa Napoli e Renata Ballerio mettono in campo (applicandola al lodevole tentativo di plasmare ad arte i giovani ancora in attesa d’accaparrarsi una cattedra) ha sicuramente qualcosa d’innovativo, se non di rivoluzionario addirittura, tanto che - non trascurando al contempo di sviscerare in un’ottica pragmatica importanti questioni d’innegabile rilevanza culturale (in genere disertate o rifuggite, forse per comodità indolente, negli ambienti scolastici e intellettuali d’oggi) - mira, affinché gli insegnanti “in nuce” lo facciano proprio, a “produrre un bagaglio [...] di competenze letterarie, a partire da una serie di esercizi di scrittura creativa”. Si tratta insomma di un procedimento sperimentale che, già foriero d’ottimi risultati, si focalizza principalmente sulle forme poetiche del Novecento, eleggendole a protagoniste assolute (nonché matrici comuni) d’interessanti corsi e laboratori, durante i quali gli “apprendisti educatori”, sviluppando capacità retoriche più affidabili e mature, si cimentano instancabilmente con una vasta e assortita gamma d’esami, verifiche, prove, della quale le prime tre sezioni del libro specialmente (attraverso un “rutilante” repertorio di materiali esplicativi, fra cui ad esempio tabelle tecnico-riassuntive e brevi saggi sulla scrittura, presentata a seconda dei casi come disciplina di “frontiera” o soglia alchemica) forniscono puntualmente un quadro completo, che nel quarto e quinto capitolo (dopo essersi arricchito di ulteriori sfumature, grazie ad un serrato susseguirsi di rapidi interventi critici, deputati - con l’ausilio non indifferente di acute interviste a personaggi di rango quali Edoardo Sanguineti, Mario Lunetta o Gaetano delli Santi - a fissare con piglio analitico e incisivo i caratteri salienti delle avanguardie storiche, del “Gruppo 63” e della cosiddetta “linea lombarda”) ci mostra come in questi anni - valicati i confini della Ssis, per diffondersi con profitto e successo nei licei dell’hinterland “meneghino” - i laboratori di scrittura creativa ideati dalle due autrici Marisa Napoli e Renata Ballerio, abbiano meravigliosamente illustrato ad un gran numero d’allievi e studenti una semplice, lampante realtà: la poesia deve innanzitutto costituire, per ciascuno di noi, un consapevole strumento d’indagine, in virtù del quale giungere ad una miglior conoscenza di se stessi e del mondo contingente.
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