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Spizzicature
Le
ultime lettere di Pilvio Tarasconi di Gordiano
Lupi
Estratto dal primo capitolo
Tratto dal Primo Capitolo:
Questa
storia si svolge nell'isola di Camelia, un paese
che può avere vaghe similitudini con
altri che conosciamo ma che in realtà
non esiste. Riuscite a immaginare uno stato
dove il capo del governo è padrone di
tutta l'informazione televisiva e della carta
stampata? Oppure una nazione dove il presidente
del consiglio è anche il più importante
imprenditore nazionale? Ecco, a Camelia detiene
il potere una persona così e non lo ha
fatto grazie a un colpo di stato, no davvero.
E' stato democraticamente eletto dai cittadini,
senza bisogno di brogli o truffe elettorali.
E' chiaro che la nostra storia è
di pura fantasia, appartiene a quel genere narrativo
che si suole definire surreale o fantastico.
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti
e personaggi viventi è più che
casuale, quindi. Camelia è un'isola immaginaria
di uno sperduto arcipelago di un non ben definito
mare, ha un buon clima mai troppo caldo e mai
troppo freddo e da un po' di tempo a questa
parte è teatro di strani avvenimenti.
Le elezioni politiche hanno portato al potere
Pilvio Tarasconi, il personaggio di cui parlavamo
prima, un signore un po' calvo, di bassa statura,
sorridente e affabile. La sua frase preferita
è che la gente deve fidarsi di quello
che fa perché chi lo ha fatto non se
n'è mai pentito. Tutti lo chiamano il
commendatore, chissà poi perché,
pare che questo titolo se lo sia guadagnato
lavorando sodo e facendo un po' tutti i mestieri.
Adesso è capo del governo di Camelia
e in realtà la sua vita sarebbe tranquilla
se non fosse perseguitato da una banda di populisti
che non lo lascia lavorare in pace. I populisti
sono spariti ovunque (giusto a Cilindra e in
Pina ne sono rimasti un po' ma stanno prendendo
la via del libero mercato) ma lui ne vede dappertutto.
Pare che a Camelia ce ne siano a frotte. Non
si può dubitare della buona fede di quest'uomo
che governa solo nell'interesse del popolo.
Questo è quel che dice e se lo dice deve
essere vero.
"Chi mi contraddice è populista"
è solito affermare.
E il ragionamento non fa una grinza. Visto
che lui non è populista neanche un po'
coloro che non la pensano come lui debbono per
forza esserlo. Il partito che lo ha nominato
premier è un partito che non c'è,
come l'isola di Peter Pan. E infatti ha ottenuto
un visibilio di voti in un paese come Camelia
che tutti dicono ci sia ma che nessuno ha mai
visto. Il partito si chiama Viva Camelia e fa
leva sui sentimenti sportivi di un popolo che
quando sente suonare l'inno nazionale si ricorda
che per ben tre volte ha vinto i campionati
di calcio dell'arcipelago. E scusate se è
poco.
La nostra storia l'abbiamo costruita così,
in modo un po' arbitrario forse, ma non ha importanza
perché è una storia di pura fantasia,
un gioco, un divertimento per bambini che amano
le storie di buoni (il commendator Pilvio) che
lottano contro i cattivi (i populisti) e che
poi vincono. E'una storia che piacerà
agli ingenui, quella gente un po' strana che
ancora crede agli ideali e che ogni tanto dice
ai nipoti: "Ai miei tempi ".
A Camelia il tasso di età delle persone
che dicono: "Ai miei tempi "
si è notevolmente abbassato. Prima dell'avvento
del commendator Pilvio era una frase riservata
a chi andava per i sessanta. Adesso sono soprattutto
i quarantenni che ne abusano. Pilvio dice perché
tra i quarantenni ci sono un sacco di populisti,
gente inaffidabile, sporca e cattiva. E se lo
dice lui
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