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Odo
Gocce umide d’acqua precipitare
Sul mio un volto arido di tensione
Scivolare lungo il viso
Scavandone gli occhi
In cerca di una pioggia liberatoria
Come fosse
Inespresso desiderio di miracolo.
Fiuto
L’aria e, tocco d’illusione infranta,
Invade un timido raggio
Di sole invisibile
Nascondendolo definitivamente
A un fine udito
Disperso nel mare.
Ricordo,
aveva bussato, un giorno freddo,
alla porta chiusa di casa
in un gesto innaturale
come fosse
un sogno d’incubo.
Una voce
Sussurrata nel gelido caldo
Di una stufa
spenta dal rumore
dei loro sguardi
colmi di desolazione
come fosse
l’urlo deformato
dall’acqua che scendeva.
Poi
Stacco di discorsi finiti
Prima d’iniziare.
Dimentico
Il fiume di ricordi
Straripati dall’improvvisa e violenta tempesta
Raccontata da una schiera di narratori
Muti di parole
Come fossero
Foto in bianco e nero
sempre meno bianche.
Il sole
Sembra scorgere e poi tramontare
In un girotondo rapido e continuo
Per poi sparire
Dietro a un muro di nubi
Scure come il nero delle fotografie
Scattate da occhi chiusi ad osservarle-
Nessun miracolo all’orizzonte
Solo persone che s’alzano
Cariche di un peso in spalla
Come fosse
L’ultimo passaggio.
In realtà
È solo un ultimo viaggio.
©
Massimo Tagino
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