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LE INTERVISTE
DI PB
Morena
Fanti Intervista KAI ZEN
Chi si nasconde dietro
Kei Zen?
Kai Zen è
un ensemble narrativo nato nel 2003. Realizza
progetti di scrittura collettiva come
romanzi, racconti, articoli, recensioni
musicali ed è formato da Jadel
Andreetto, Bruno Fiorini, Guglielmo Pispisa
e Aldo Soliani. I quattro, che vivono
sparsi sul territorio italiano - Bolzano,
Bologna, Messina, Milano - rappresentano
stili di vita e immaginari differenti.
Hanno ideato vari progetti di scrittura
collettiva e curano alcuni siti internet:
www.kaizenlab.it
per i loro progetti, www.romanzototale.it
in specifico per gli esperimenti di romanzo
aperto alla partecipazione dei navigatori
della rete, e il sito dedicato al libro
La strategia dellariete,
partecipativo, con approfondimenti, curiosità,
parti tagliate ecc. aperto in concomitanza
con l'uscita in libreria del volume.
Hanno pubblicato nel 2005 'Spauracchi'
e 'La Potenza di Eymerich' (in collaborazione
con Valerio Evangelisti). Da solista Guglielmo
Pispisa ha pubblicato il romanzo 'Città
Perfetta' (Einaudi 2005). 'La strategia
dellAriete' è il loro primo
romanzo.
Tutto il materiale prodotto dai Kai Zen
viene pubblicato e diffuso in COPYLEFT
, cioè liberamente scaricabile
da internet e disponibile per uso non
commerciale da parte degli utenti, con
licenza creative commons.
La potenza dellAriete in una scrittura
a più mani, sfonda la porta dellindividualità
solitaria
un colloquio con Kai Zen di Morena Fanti
Uno dei mestieri più antichi del mondo,
il narratore o cantastorie, poi diventato scrittore,
da sempre sinonimo di solitudine, introspezione
e dialogo con se stesso in un silenzio che dà
vita a malinconie e turbamenti, ora diventa
un mestiere da vivere in sintonia con altre
persone, un mestiere in cui il confronto e la
verifica continua con altre voci rende tutto
più partecipato e abbatte le barriere
di solitudine e melanconia, quella
così cara ai nostri poeti dei secoli
scorsi.
Le nuove S.n.c. - Scrittura in nome collettivo
sono società che maneggiano parole,
collettivi di autori che scrivono con modalità
inconsuete, in un modo che prescinde dallindividualità
e dellorgoglio. Lensemble narrativo
Kai Zen, nato nel 2003 in internet, è
un bellesempio di questo modo di operare
e creare.
Immergermi nel mondo Kai Zen è stata
unavventura totale, un rimando continuo
tra progetti, capitoli, commenti e materiale
che si accumulava sulla mia scrivania virtuale.
Leggere il loro romanzo La strategia dellariete
(edizioni Mondadori Strade Blu), che
ho opportunamente scaricato da internet, come
è nella filosofia Kai Zen: dare a tutti
la possibilità di leggere la loro opera
e decidere in seguito di comprarla o meno, è
navigare tra storie nella Storia e viaggiare
tra epoche e paesi. Una lettura trascinante
e affascinante, che fa dimenticare il mondo
esterno e sa regalarti lillusione di essere
tu stesso parte della Storia narrata e di viverla
con i protagonisti.
Un romanzo storico collettivo a forte valenza
politica, che ha richiesto 3 anni di lavoro
per le ricerche e la stesura, come si evince
anche dalla corposa bibliografia che si trova
alla fine del volume. Una lettura che vi regalerà
nuovi mondi e sensazioni.
Chi incontra il demone muore, chi non muore
diventa schiavo, chi non diventa schiavo diffonderà
il demone: così recita il lancio di copertina
del libro, e io che non voglio morire e ancor
meno esser schiava, diffonderò il demone.
Un demone chiamato Kai Zen e che possiede otto
mani.
Scrivere in gruppo ha modalità molto
differenti dalla scrittura in singolo. Forse
si arriva a creare una scrittura che è
il risultato delle vostre quattro insieme, cioè
una quinta scrittura che diventa la scrittura
Kai Zen. Questa idea non pregiudica poi
che voi possiate in futuro ritornare alla vostra
individualità di scrittori singoli? Non lo crediamo affatto. Si possono benissimo
affiancare le due cose senza farsene un problema
(a parte che per la riduzione del tempo libero,
ovviamente). Unesperienza nuova di scrittura,
collettiva o di altro tipo, è pur sempre
unesperienza, e come tale non può
che giovare.
Internet ha certamente favorito la nascita
del vostro gruppo e vi permette di lavorare
insieme in tempo reale come foste alla stessa
scrivania. Senza la rete i Kai Zen non esisterebbero? Probabilmente no. Oppure le poste italiane
sarebbero molto più ricche.
Dallidea di Jorge Luis Borges, e del
suo «libro totale», con struttura
aperta e infinite alternanze di narrazione e
voci narrative, sono nati i vostri romanzi totali,
compreso quel Ti chiamerò Russell
che vi ha fatto incontrare. Prima di questa
esperienza, la scrittura era già parte
della vostra vita o è stata un seguito
dellavventura? La scrittura era già parte delle
nostre vite. Ognuno di noi ha avuto il suo approccio
a essa. Non avremmo partecipato al progetto
Ti Chiamerò Russell altrimenti.
Alcuni di noi avevano nel cassetto romanzi e
racconti, altri sono approdati alla narrativa
passando dalla poesia e dalla stesura di testi
di canzoni, senza considerare ovviamente che
siamo tutti lettori più o meno forti.
Voi siete sempre in contatto con i vostri
lettori, interagite con loro, vi confrontate
continuamente. Forse questo è un nuovo
modo di accostarsi ai lettori, un modo globale,
come lo è linformazione e la cultura
che voi desiderate? Sei arrivata esattamente al punto. Globale.
Adoriamo il globale. Siamo nellepoca del
globale, no? Il mondo è una sfera neanche
troppo grande. Ci interessa tutto, dagli aborigeni
dellaustralia agli emarginati dei sobborghi
di Glasgow. E vogliamo interagire con tutto
e tutti, per quanto possibile. È proprio
una strategia, come hai intuito. Che ci farà
impazzire un giorno, con ogni probabilità,
ma per il momento ci diverte.
Nel vostro collettivo, come anche in altri
già esistenti, i componenti sono tutti
al maschile. E una scelta, un caso, o
unesigenza? Un puro caso. Quando abbiamo iniziato non
cerano donne in giro. Anche se in effetti
alcuni di noi, conoscendolo solo via mail, pensavano
che Jadel fosse un nome femminile. La delusione,
una volta visto Jadel dal vivo, è stata
tremenda... Esistono anche scrittori collettivi
in parte al femminile. Tra quelli pubblicati
o in via di pubblicazione ci sovvengono su due
piedi Blitris, Ippolita, Sal Cappalonga e se
vogliamo Micheal Gregorio. Nel corso degli esperimenti
del romanzo totale poi si sono formati almeno
due gruppi di scrittori misti come
Emerson Krott o lImpresa Edile Dispaccio
che per due terzi è al femminile.
Prima di essere Kai Zen, ognuno di voi
aveva autori amati e teneva i loro libri sul
comodino. Che effetto vi fa sapere che gli autori
che ammirate, ora hanno i Kai Zen sul comodino? Come fai a sapere che Camus e Cioran hanno
il nostro libro sul loro comodino nellaldilà?
... Leffetto in realtà è
bizzarro. Cè da dire anche che
molti autori che ammiriamo sono diventati, nel
corso del tempo, amici e questo ha reso molto
più naturale il pensiero che possano
leggere le nostre cose come noi le loro. La
situazione attuale del panorama letterario/narrativo
italiano è davvero particolare. Molti
scrittori comunicano, si scambiano consigli
e punti di vista sui rispettivi lavori senza
problemi o invidia. Nel corso degli ultimi anni
si è venuta a creare una specie di rete,
per fortuna non ufficiale, né istituzionalizzata,
attraverso cui chi scrive (ma anche chi legge)
è in contatto con vari autori o può
venire in contatto con essi senza problemi.
Sembra si sia compreso che la cosa importante
sia la storia, non chi la scrive. Lautore
in questo modo ha perso laura che lo rendeva
una figura eterea a cavallo tra la stella del
cinema e lintellettuale dei tempi passati.
State già progettando un nuovo romanzo?
Pensate che la vostra scrittura rimarrà
legata a romanzi come La strategia dellAriete,
in un certo senso più adattabili a una
scrittura collettiva, perché così
ricchi di personaggi, situazioni, epoche diverse,
oppure tenterete anche altri generi
letterari? Siamo già al lavoro su un nuovo romanzo,
che però avrà una struttura diversa
dalla Strategia dellAriete, più
lineare. Certo, il racconto corale
è ancora ciò che ci interessa,
e le atmosfere saranno sempre tese e cattive,
ma questa volta esploreremo altri lidi e come
al solito mischieremo il tutto fino a quando
non saremo soddisfatti. Ci piace giocare con
i generi, con i cliché e con gli stereotipi,
come ci piace indagare lanimo umano, e
questo sarà un tratto comune del nuovo
lavoro come lo sarà laspetto avventuroso,
anche se forse sposteremo lago della bilancia
dal New Weird al Thriller. A fare da collante
alle vicende saranno probabilmente gli stessi
tre concetti che ci hanno ossessionato nella
stesura del primo romanzo: storia, destino e
conflitto.
E, infine, cosa significa per voi essere
Kai Zen?
Guglielmo: Significa andare in
giro a dire che faccio parte di una band. Fa
molto figo fino a quando la gente non capisce
che facciamo libri e non dischi. Significa sentirsi
parte di qualcosa che funziona e che è
pure divertente. Significa una specie di famiglia
di squinternati che parlano in continuazione
di cose che non esistono litigando come matti.
Insomma, è uno spasso.
Aldo: Vuoi dire cosa significa
essere la colonna portante dei Kai Zen? In effetti
è una bella responsabilità
scherzi a parte, è stato per me il modo
per avvicinarmi a tanti mondi che ritenevo lontani
dal mio gusto e dal mio immaginario e che invece
mi interessano sempre di più. Un modo
per crescere ancora (non fisicamente, purtroppo)
e aggiungere conoscenza al mio piccolo bagaglio.
Jadel: Avere la possibilità
di esagerare. Buttare nel calderone unidea
assurda e sentirsi dire si può fare,
da dove cominciamo? Se ci ripenso mi sembra
ancora impossibile. Prova a immaginare la scena:
Dunque cè una sostanza misteriosa
che in molti credono un demone che
solca i millenni custodito da alcuni fanatici.
Siamo nella Cina degli anni 20 e qualcuno
sta cercando di venire in possesso del potere
di questo demone che in qualche
modo è arrivato in quelle lande. E se
lazione si spostasse poi nel Sudamerica
degli anni 40 e nel deserto del Texas
alla fine dei 50? Sì, ma il tutto
comincia nel 2500 a.C. in Egitto...
Bruno: Significa continuare a
esplorare in ogni senso me stesso, gli altri,
il mondo, far parte di un gioco sempre nuovo,
significa non dover rispondere alla domanda:
cosa fa di lavoro?? Faccio il tecnico video
ma anche lo scrittore!!! Ce lho perfino
scritto sulla carta didentità se
non ci credono...
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