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Questa mattina
Sarà Giove - pioggia d'oro
che trasforma il riverbero
di monotone lampade allo iodio
in un formicolio luccicante
o la melodia dei Modena
calda e dolcissima
nell'abbraccio umido del mattino
o il vago ricordo di occhi
scomparsi
mi accorgo che il ghiaccio
del cielo
si scioglie
il dolore che angoscia
svanisce
Questa mattina 2
Guarda papi è Dio!
Dove!?
Lassù.
Il viso gigantesco era
corrucciato
un nasone...
la bocca semiaperta
poi la nube si stiracchiò
in lunghe striature sottili
così
seguimmo rassegnati
le fiammeggianti iridi
della monovolume
perfettamente circolari e
incantevolmente
luccicanti.
Il ciclo del Carbonio
Non è rimasto che
nell’odore
della sua piccola officina
sotto casa,
d’olio, di limatura, di ferro bruciato
l’odore tanto odiato
dagli eterni bimbi
con la puzza al naso.
Lui se n’è andato
con “l’acqua nei polmoni”
dopo cinquant'anni di fumo di ghisa
animale feroce al carbonio
infido nella polvere nera
che anch’io respiro spesso
ma non così a lungo.
Un tesoro
Ho un tesoro che i miei fratelli,
più giovani, non sanno
la prima casa, il buio del mattino
mio padre al fischio
lontano del treno, si alzava,
la scodella di latte, era pronto
si infilava quello strano
cappello da aviatore
con due strisce di cuoio
aderenti alle guance
e poi via sulla Lambretta
al lavoro!
Questa malattia
Questa malattia
che prima di finirci ci trasforma in
pulcini implumi
da uomini seri che eravamo
scavato il volto
gonfie le dita
stecchetti al posto delle gambe e gli
occhi grandi
che sporgono da un volto smarrito
che non si riconosce più
aspettando… aspettando di partire
da un altro punto di vista
non è letale...
e addirittura non fa del male.
In volo
Adescati, catturati
e forse stregati
dai nostri
pensieri quotidiani
non ci accorgiamo che
lassù accade
qualcosa:
si fanno cullare
ma da quali correnti ?
si tuffano
e poi sono soffiati all'indietro
ricominciano
nel cielo pallido.
giocano?
Ripartono, spiegando le ali.
Novara
Da Corso Risorgimento
Novara dorme tranquilla.
Frutti rossastri ammuffiti
su scarni candelabri
come uccelletti stecchiti
Negozi troppo timidi
merce nascosta
nulla nelle vetrine scure.
una siesta perenne
la avvolge discreta
solo la Cupola dell'Antonelli
svetta gigantesca
come la Basilica della Virgin
ma
l'Oceano... dov'è?
Povero dino milanese
Cinesi d’altri tempi,
in perenne leggiadra mestizia,
solo
dal dinosauro verde brillante
aggrappato
al traliccio di via Bovio
ci facciamo sorprendere
ma solo per poco...
l’ assalto al cielo
è fallito!
all’imbrunire anche il verde
scompare nel grigio
e solenne
l’Indifferenza riprende il suo
posto di comando.
Tempo cattivo
non è più il tempo dei
cardellini
gialli, neri saltellanti tra i semi piumosi.
nel parcheggio,
un ticchettio gelato, impertinente!
disturba pochi passeri frettolosi
penso:
a quanto mi tormenti un lavoro malfatto
o la sfortuna semplicemente cieca
mentre
vorrei accogliere il giorno come la sera
un guardare tranquillo senza vedere.
Rane
Non è un cielo del Correggio
di vorticosi celesti e intensi gialli
è piuttosto un velo umido ed indeciso
ad accogliere le povere rane in guazzetto
che sembriamo
una delicata tela che sfuma i contorni
di pioppi, prati e case isolate
non quelli di un sole bianco
turbato appena
da esangui e passeggeri
filamenti scuri.
in questi giorni
di rabbie, sfoghi e
rancori.
Novate è cambiata
I carrozzoni del Circo operaio
son partiti da anni...
con tamburi, bandiere rosse e
l’inefficiente democrazia.
Fargas, Omcsa, Schindler, Triulzi...?
Controlla l’ortografia !sentenzia il computer.
Circoli, vecchi partiti
quasi del tutto cacciati
La morbida eleganza
dei salottini del Risparmio Gestito
sciantosa cammina per tonde
e per nuovi selciati
è’ la Banca, bellezza!
Che sorride beata nel
deserto luccicante di vetrine
lontano dai luoghi
dove il Circo una volta
s’era posato
Sorride a se stessa per niente esitante
per niente turbata, sicura, trionfante
...forse non troppo lungimirante.
Omaggio a Karl, scienziato
Astraendo, distillando
cristallizzando:
dai lavori concreti
al lavoro astratto
e generalmente umano
alla merce
cristallo purissimo
e infine l'oro trovato:
l'uomo come
merce tra merci
ombra da luce
Dio finto da Dio vero
Troppo facile
Troppo facile!,
raccoglierli già schiusi,
all'ombra degli eucalipti,
o passeggiando tra le stalagmiti gialle
o vicini a sorgenti furtive
altra cosa è
strapparli dal cemento
nel deserto
di un cielo inesistente
il sentiero di morbida neve nel
nero silenzio del primo Natale
o i fiordalisi e i papaveri rossi l’estate
tornano solo, e per poco,
se cercandoli
cammini,
nel buio.
Troppo facile 2
Non è gran cosa, davvero,
strapparli dal cemento
nel deserto di un cielo inesistente
nella spenta città qualche
insegna risplende e
il cuore sussurra
Versi innamorati
seminati tra lacrime vere
son perfino giunti a noi
Dalle paludi dove
le farfalle non vivono
gli uccelli non cantano
e da dove
i “Trasporti”hanno
sterminato
il tempo.
Landini Testa Calda
Ridevamo insieme
mi parlava di quell'assurdo
trattore di quando lui era
bambino
Io posavo all'improvviso
le mani fredde sulla sua nuca:
scherzo da "scioc"!
sbottava spingendomi via
Nostalgia piccolo animale
da compagnia
sorriso spezzato e sempre
cercato.
Colori
Milano è una città grigia
e bisogna ringraziare
il Marciapiede di fronte se
dopo la pioggia ci regala, in qualche
chiazza di benzina,
iridescenti galassie di blu di verdi di gialli .
o i freddi Neon che dal soffitto della palestra
generano caldi folletti danzanti
verde limone, celesti
minuscole astronavi ovattate
ma oggi
da un cielo plumbeo carico di pioggia
si staglia all’improvviso
il Duomo che come le rocce di creta di Rugen
è di un candore allucinante
filigrana di ghiaccio
allucinazione, inquietante
subito spenta, per fortuna,
da una pubblicità gigantesca
confortante, rassicurante, anima di una città
benestante.
E’ amore?
L’aria è fresca,
all’ingresso del cimitero
poche persone confabulano
un ometto forse sta facendo pipì
vicino al muro, laggiù, nell’erba alta.
faccio squillare il cellulare, non risponde, risponde.
la vedo, arriva da lontano
piccola, piccola
non so se è amore
comunque riprendo a respirare.
Ed eccola qui, scende dalla bicicletta,
una freschezza garbata sorridente:
rompiballe!
mi apostrofa, ero in salita..
entriamo.
si rilassa nell’arte di disporre fiori,
suo padre, mio padre.
Poi riparte . mi faccio un giro per il centro ...
mah si quando saremo in pensione, alla Domenica,
andremo in bici al Circolino a berci un bicchierino.
E chi ci ammazza?! Faccio io .
E’ amore.
Il poeta e la città
senza panchine
senza fontane
senza città
un caracollare lento e sereno
con un pezzetto di carta e
una matita in mano
cercando almeno
di camminare nell'ombra.
Letteratura
solo la filosofia ti strappa, violenta, alla vita
e ti costringe all'eterno
la letteratura no, lei ti allontana più dolce e più lenta
tra la gente puoi sostare e da un punto qualsiasi guardare
e non esser guardato
e cercar di descrivere ciò che vedi
Ma ...non scegliere! o
l'incanto svanisce e la vita ritorna.
Regali di nozze
La foto è un po' ingiallita :
timidi e vicini son
seduti su una panchina, Carpi 1952
Lui in una mano ha
un calibro a corsoio
strumento per misurare
il ferro ben tornito
per il taglio ed il cucito
occorrono
fantasia e senso estetico
un “figurino”, sfoglia Lei
scesi dalla corriera dopo il
viaggio, trenta chilometri!
si sono comprati gli unici
regali di nozze : il pane di domani
ma la foto non c’è proprio
nessuno l’ha mai scattata e
mia madre, rimasta
l’unica della famiglia,
non ricorda più con esattezza
fu a Carpi o a Reggio Emilia?
Ora di andare
Questo giorno non respira.
senza canti gitani
o vecchie nenie dalle
stalle di un tempo
senza un cielo normale
o un sogno
da ricordare
anche oggi al lavoro
mi sono
portato.
Strano giorno
Zampillano
in un immenso cielo blu
esili
steli d'acciaio fioriti d'arancio
e sfere rosse oppure verdi
sospese nell'aria
accompagnano tranquille
il ritorno.
ripenso felice al mattino
arrivo al cancello e
scendo infine dall'auto:
la chiave, la chiave
non c'è !
Dio mio ...
perché mi hai abbandonato?
Trattorie
Cosa mai vi hanno fatto
gli impiegati di Banca!?
"Panigacci alla Nutella"
chiese il giovane col viso
di vecchietta, nere e lucide
le scarpe
e fino il cervello
Dall'altra parte
facce segnate
capelli grigi
e un cibo da dimenticare
ma giusta la grappa nel caffè
e che cameriere gentili!
In alto i cuori
L'anno in cui l'inverno non ci fu
da nessuna parte
i proprietari di sciovie protestarono a
lungo al Ministero
gli echinopsis fiorirono nei greti
arsi dei fiumi
e le forficule si accamparono tranquille
sopra le teste
degli uomini
Lucky
Ci deve essere per Noi
qualcosa di molto più
gratificante
nel trascinare un vivente
per il collo
che nel vederlo
agonizzante
sotto un bicchiere
o nel scioglierlo
nelle bollicine
effervescente per poco
nella calce
gettata per gioco.
Comune destino
Pensavo che
le pagine morissero gialle
svuotate, ossidate, martoriate
dal solito male
gli anni passati
invece ho visto singole lettere
staccarsi, storpiarsi, mutarsi
e quasi le parole diventare illeggibili
muto scherzo
di una pagina ancor bianca
serena, salvata.
©
Alberto Accorsi
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