Siedo al tavolo verde accanto a un ombra così familiare che potrebbe essere la mia.
Sembra che oggi non ci sarà Nulla da dichiarare alla Frontiera: Mazzieri e ambasciatori del Dio denaro si sono concessi un giorno di ferie. O forse mezzo.
Oggi si gioca per l’ossigeno. Per levarcelo l’uno dal petto dell’altro. I miei contendenti li ho raccolti personalmente agl’angoli di stanze chiuse a quattro mandate, ma solo ora li guardo negl’occhi uno per uno:
sono un Cavallo nero Un Ventriloquo e un Ladrone che studia la Cabala.
Siamo tutti fratelli e miserabili a modo nostro.
Ma guai a chiamarci perdenti. Qui Ognuno ha Quel che si è preso Datecene merito.
Gli spauracchi come le voglie per noi riaffiorano per scomparire,
ma i nostri ricordi restano immensamente più vivi di quelli che abitano le vostre ossa.
Statene certi, non è sollevando lucenti contenitori d’inquietudini che c’infiammiamo. Perfino compiere il proprio destino implica qualche inconveniente. ... che poco dopo si muore, ad esempio...
Attendiamo solo che Quel Senso di Sospensione Venga a farci visita A volte si tratta di aspettare. Altre di perdere.