Troppe sfumature non danno mai un sol colore,
strana condizione esistenziale
da capirci poco, ad esser sincero, un cazzo è più efficace,
con una catena ben stretta che arrugginita pende
che a suo vezzo lascia e tira, allunga e riduce
ed una frusta che a piacere solletica, altre squassa
a domar l’anarchia di questo corpo, il sentimento,
l’amar tristezza,
e questa schiena che piega e rialza
e persa la bussola, nel fluido contemporaneo dirotta.
Sembra apparente, ma già presente
da esser ben nitido a questo occhio il punto di non ritorno,
da cavare maledetto!,
d’amputare arti e sguardo!, preferirei meglio subito
e starnutisco, ed ancora, ancora altro
e sia pur maledetta st’ allergia all’allegria,
un momento, in attesa che segua passo, claudicante
mi volto a cercare e perdio mi fermo anche,
fottuto senso!, a scovarti nel paradosso
non ho fatto altro che perder tempo.
Quanti?,
sconosciuti sognatori di versi
tenuti segreti a muffire, riposti in cassetti.