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Shopping di una ragazza contemporanea
Un-due e ripiega il maglione, un-due-tre e ripiega la camicia, invece per il cappotto lasciato dalla signora non occorre ritmo, si fa in una battuta unica: wlam e si incastra attorno alla gruccia d’ordinanza. Con ritmo le commesse riordinano i capi provati dalle clienti che circolano nel grande emporio dall’ingresso presidiato da un nero gigantesco molto elegante peraltro che Mariella guarda senza attenzione, entrando. E’ pomeriggio di un ottobre anomalo. Fa caldo e non solo, dicono i metereologi che aggiungono: fa caldo di un caldo tropicale, mentre qui da noi dovrebbe vigere un altro clima. Mariella segue piuttosto regolarmente i bollettini meteo, la attraggono, senza sapere bene il perché. Del resto, del resto le capita per un mucchio di altre cose come appunto i vestiti. Per l’appunto i vestiti l’attraggono ed è all’emporio per questo. Per guardarli da vicino, per toccarli, per indossarli. Se fosse miliardaria li comprerebbe tutti e sarebbe meglio essere miliardaria. Tocca una gonna. Deve essere uno degli ultimi arrivi. La settimana scorsa non c’era. Di tweed, riprende i modelli del dopoguerra, opportunamente rivisitati per i tempi moderni, si capisce. Le dita affusolate di Mariella seguono i contorni. Costa 120 euro. Nemmeno tanti, se paragonati ai prezzi correnti degli altri posti. Tanti, tantissimi, però, rispetto alla paga di Mariella che è assistente amministrativa al comune dove si prende poco, ma gli orari sono buoni e permettono tante cose. Per esempio lo shopping pomeridiano o l’amore. L’amore di pomeriggio. Anche questo piace a Mariella, soprattutto d’inverno, quando fa buio presto e ci si ruba i baci nei portoni come nei film francesi in bianco e nero. Mariella va matta anche per quelli e anche quelli li vede nel pomeriggio Ma tornando ai baci nei portoni, gli ultimi Mariella li ha dati a Stefano. Stefano è un suo collega. Stefano non è bello ma ha un certo non so che. Stefano è sposato e Mariella un po’ si sente in colpa, per questo, ma non ci può fare niente. Quando Stefano la guarda da dietro il computer lei si sente più calda e morbida, più rilassata, si sfila le scarpe sotto la scrivania e muove le dita dei piedi. Mariella ripone la gonna e passa a gironzolare dove ci sono i vestiti eleganti, quelli che si devono mettere quando si vuole fare colpo bene. Fare colpo bene, Mariella lo sa, vuol dire farsi notare dappertutto senza sforzo e senza chiasso, per accenni. Fare colpo bene è assorbire, non colpire. Gli diceva così, qualche anno fa Giorgio, un altro dei suoi amanti, anche lui più grande di lei e di un bel po’. Giorgio le ha insegnato tante cose degli uomini, di come una donna può entrare nei loro cuori. Non bisogna colpirli ma assorbirli, bisogna incoraggiare scappando, vedere se lui capisce il trucco. E’ un sottilissimo gioco di contrasti e tensioni, una musica, diceva Giorgio. Giorgio baciava come insegnava, calmo e deciso. Le piaceva, Giorgio, ma anche Giorgio è andato via, portato altrove dal tempo, dalle scelte di vita, dalle circostanze, da chissà cosa, poi. Un-due, un-due-tre, wlam: le commesse continuano a riordinare e le clienti continuano a provare e riprovare. Mariella fa come loro. E’ nel camerino, nuda e bella. Poi esce con la mise. E’ un vestito di lana aderente fino ai piedi, nero, da indossare con gli anfibi. Così è più spiritoso, dice fra sé. Costa 150 euro. Tanti, tantissimi. Ah, se fosse miliardaria. Conviene decisamente essere miliardari, pensa, di nuovo nuda, di nuovo bella, Mariella, di fronte allo specchio mentre torna nei panni di prima. Costa 150 euro. Tanti, tantissimi, ma si vive una volta sola. E’ un altro insegnamento di Giorgio che le è rimasto impresso nell’anima o forse lo ha sempre saputo. La commessa fa un-due-tre-quattro nel mettere il vestito di Mariella dentro la busta di plastica siglata. Mariella esce dal grande emporio.
©
Sergio Soriani
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