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La mia amica Sofì è bella. Ha gli occhi neri come la sua terra e la pelle scura della notte.
E’ tenera la mia amica Sofì, e ride quando dice – perché sono nata laggiù?-
L’ho portata sul lungomare, con un pacco di fogli tra le braccia.
Ed il lungomare lei lo conosce bene, quando come schiava era costretta a starci nelle notti fredde mentre le luci delle macchine la scrutavano come una merce preziosa. Allora valeva molto molto di più quella sua pelle scura.
E gli uomini per bene, dopo la cena a casa con la moglie, andavano a cercarla e ad offrile un alto prezzo per poterla accarezzare. E quella pelle nera era preziosa.
Sofì è scappata un giorno, quando si è accorta che il suo corpo era già abitato e lei non era più da sola. Con fatica e coraggio ha resistito alla tentazione di disfarsi del suo piccolo, ed ha tirato avanti. Qualcuno l’ha aiutata. Ed il piccolo Matteo oggi le sgambetta accanto e l’accarezza.
Ho accompagnato Sofì sul lungomare. Ad ogni albergo e bar “cerco personale ”lasciava il suo foglio ed il pacco tra le mani si è esaurito in fretta.
E la risposta sempre quella. I più sinceri “Vogliamo la pelle color latte”.
Certo, per carità, è un tempo duro per chiunque.
Ma chissà se tra i tanti che le dicono di no, non ci sia per caso uno di quelli che in quelle notti pagava a caro prezzo la sua pelle scura.
La mia amica Sofì, se non trova un lavoro, tornerà col suo bambino nella sua terra, dove la fame e la miseria costringono a scappare. Ritornerà dopo che gli uomini per bene l’hanno usata e poi buttata adesso perché non serve più. Tonerà laggiù per la gioia degli uomini per bene.
©
Rita Gallegati
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