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Sognando e dintorni
di Marco Milani
Pubblicato su PB15
Anno
2004-
Prospettiva Editrice
Prezzo €
8-
100pp.
Collana Il foglio ISBN
Una recensione di
Olga Rapelli
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Votanti:
1191
Media
79.76%
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L’universo di “Sognando e dintorni” è quello magico e sfumato delle favole, di quelle storie fantastiche ed incantate che sogniamo ad occhi aperti e che vorremmo non finissero mai.
La narrazione è spedita e lineare, i dialoghi sono semplici e naturali e tutti fanno da cornice ad una collezione di storie e personaggi che non abitano la nostra dimensione, sebbene ci appaiano così vicini da darci l’illusione di essere lì con loro, ma ondeggiano in una sorta di paradiso letterario che si trova immerso in un’atmosfera delicata ed ovattata.
La razionalità di certi personaggi, come quella di Antonio, voce narrante nel racconto Tommaso, non è mai stonata, anzi, contribuisce ad edificare quella piattaforma narrativa dalla quale spiccano il volo le vicende che si susseguono. Ed il risultato è una malia capace di stregare il lettore col più soave degli incantesimi, quello che si realizza a metà strada tra il sogno e la fantasia, laddove è impossibile percepirne il confine e dove la parola scritta ci regala il più tenero degli abbracci, quell’ “immenso, carezzevole, premuroso e tenero abbraccio” riservato al giovane Onzeusdi, protagonista de Un vero amico, il piacevolissimo racconto che chiude la raccolta e sicuramente il più bello, insieme a La festa degli angeli..
Il mistero, la tensione verso il fantastico e l’irreale non è però inteso solo come un genere lungo le pareti del quale modellare la propria ispirazione letteraria, ma è – nella penna di Marco Milani- lo stimolo che nasce nello scrittore e che viene comunicato al lettore, a credere in ciò che forse non è vero, in quello che non si può spiegare, in quello che non sarà mai possibile dimostrare, come avviene allo scettico giornalista de La festa degli angeli che non può fare a meno di venir conquistato dalla vicenda che gli viene raccontata o come il protagonista di Drake City, alle prese con un mondo fantastico fatto di casette tutte uguali e draghi dalle braccia corte e le gambe grosse.
L’unico difetto che forse si può attribuire alla scrittura di Marco Milani è l’incostanza che si riscontra in alcuni dei suoi racconti e che li rende talvolta un po’ troppo artificiosi. E’ il caso ad esempio di Riflessioni sulle caratteristiche dell’interazione e I Meccatronici, dove lo sforzo di immaginazione è veramente grande e sfocia nella fantascienza pura, congetturando un futuro assurdo e remoto nel quale l’essere pensante è ridotto a mera forma e semplice elemento della narrazione. Una narrazione che edifica passaggi forse troppo costruiti e pertanto troppo macchinosi e distanti rispetto alle atmosfere incantate alle quali ci aveva abituati.
Ultima riflessione deve essere fatta in merito ad un racconto che per intenzioni e genere si discosta molto dagli altri della raccolta. Parliamo de La vera storia di A. D., dissacrante rivisitazione, riveduta e corretta, del più celebre dei viaggi ultraterreni, dove il protagonista della discesa agli inferi, da peccatore timoroso di Dio, diventa un grottesco individuo attanagliato da attacchi di panico e claustrofobia e la sua guida è dipinta come un logorroico e brillante abitatore degli inferi, disposto a cambiarsi il nome, non tanto per dissimulare la sua identità, quanto per una banale e irriverente questione di gusto.
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