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Il pentolino di Pandora
di Roberto Iovėno
Pubblicato su SITO
Anno
2012-
Linee Infinite Edizioni
Prezzo €
15,00-
380pp.
ISBN
9788862470872
Una recensione
diCinzia Baldini
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Non ho mai avuto la soddisfazione di stringere personalmente la mano a Roberto Iovíno ma ho avuto l’immenso piacere, già da qualche anno, di conoscere la sua penna e devo ammettere che quello che ho provato leggendo i suoi racconti è stato “amore a prima vista”. Come avrete modo di apprezzare Roberto scrive benissimo ed ogni singolo brano brilla, accattivante, di luce propria. Una luce che assume infiniti colori e indefinibili sfumature tante quante sono le vicende, le situazioni, i sentimenti e le emozioni che l’autore narra. Rifacendomi ad un’affermazione di Goethe: “Gli autori più originali non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo, ma perché mettono ciò che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima” posso asserire che questo è esattamente ciò che Roberto Iovíno è riuscito a creare ne “Il pentolino di Pandora”, il volume che avete tra le mani e che vi apprestate a sfogliare. Volendo, cimentarmi nell’ardua impresa di dare una struttura schematica ai racconti in esso inseriti posso dire che non ne esiste uno simile all’altro, alcuni come “Oggi non mi sento molto bene” sono tondi, la maggior parte hanno una forma irregolare come leggerete in “Mezzanotte e tre quarti” o “Chi è Nefti!”, il più delle volte sono sfaccettati come “Hamadi” o “Il sogno di Alan”, qualcuno addirittura inscritto in un’altra figura –“L’Uomo di Boston”- o allungato su rette parallele come in “Spirali”, perché la vita, da cui l’autore trae ispirazione raramente è geometricamente perfetta. Sarebbe un errore madornale, una squadratura matematica inaccettabile pensare che queste imperfezioni esistenziali possano annoiare il lettore perché non sono descrizioni di eventi fantastici ma annotazioni di esperienze reali, osservazioni, ritagli e ricordi di vita vera, vissuta, che arricchiscono ogni storia delle suggestioni, delle malie, delle inquietudini che ognuno di noi conosce per averle sperimentate sulla propria pelle. Esiodo racconta che Giove regalò a Pandora, raccomandandole di non aprirlo, un magnifico vaso, ma lei presa da curiosità disobbedì e ne tolse il tappo permettendo a tutti i mali del mondo che vi erano stati rinchiusi di uscire. Roberto Iovíno rivisita al contrario l’antico mito e con il sottile umorismo -di cui il titolo del volume è un simpatico assaggio- che a mio avviso costituisce il tratto inconfondibile, il marchio di fabbrica o, per meglio dire, la sua dote innata, caratterizza il suo primo libro. L’impronta vivace e battagliera, arguta ma sempre corretta e raffinata di cui lo permea gli permette di presentarlo, all’esigente e critica valutazione del pubblico, già pregno di una forte personalità. Ho detto il mito di Pandora rivisitato al contrario perché l’autore invece di stappare il vaso e farne uscire i mali, i vizi, le debolezze e i difetti cerca in tutti i modi, pigiandoli nel suo “pentolino”, di farceli rientrare. Li analizza in maniera spietata, li deride in modo sottile, li esalta o li sfuma secondo la sua emotività e attraverso la sensibilità tipica di ogni autore riesce a coglierli al loro primo apparire, a dargli peso e consistenza quando per tutti gli altri sono ancora invisibili, a dissacrarli nel momento in cui diventano arroganti, a minimizzarli e riportarli nei ranghi ogni volta che minacciano di rompere gli argini e straripare oltre i margini del paragrafo. Vi chiederete: “Ma la Speranza, che Pandora nella fretta di ritappare il vaso aveva ricacciato per errore nel fondo di esso, riesce a trovare un posto nell’angusto spazio del pentolino di Roberto Iovíno?” La risposta è nei racconti del libro che vi accingete a leggere anche se posso anticiparvi che, non solo essa trova lo spazio vitale di cui necessita ma, addirittura, l’autore ne fa il suo personale vessillo riservandogli il posto d’onore che le spetta di diritto. “Il pentolino di Pandora” è un libro scritto con passione e con intelligenza che coinvolge il lettore, ne stimola in maniera positiva il pensiero e la riflessione e in un periodo storico in cui tali supporti cerebrali sono in via d’estinzione per il forzato disuso, è un avvenimento da sottolineare! La mia più grande soddisfazione, perché credo molto nelle qualità letterarie di Roberto, sarà quella di vedere le teste dei lettori annuire di gradimento al termine del volume e il dispiegarsi delle loro labbra in un sorriso di apprezzamento come è accaduto a me. Che la buona lettura dei racconti contenuti ne “Il pentolino di Pandora” accompagni tutti voi!
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