Una
recensione di Francesco Boffoli
Titolo
originale: From Hell
Nazione: Usa-Regno Unito-Repubblica
Ceca
Anno: 2001
Genere: Drammatico
Regia: Albert e Allen Hughes
Cast: Johnny Depp, Heather Graham, Ian
Holm
"Nelle
prime ore di venerdì 31 Agosto
1888 una povera prostituta venne trucidata
in una strada di Londra. Si chiamava
Mary Ann Nicholls. Con la sua morte
iniziarono giorni di terrore così
raccapriccianti che il mondo li ricorda
ancora, i giorni di Jack lo Squartatore."
Voce fuori campo dallo sceneggiato "Jack
lo Squartatore", 1988.
Vagando affamato tra le macerie dei
palinsesti della televisione generalista,
alla ricerca di qualcosa di forte per
placare la mia fame atavica di giallo,
braccato tra isole dei pallosi e venditori
del marketing demoscopico porta a porta,
mi sono imbattuto nella visione del
film La vera storia di Jack lo squartatore
(From hell, 2001). Questo film, basato
su un fatto di cronaca vero, racconta
delle indagini per scoprire l'autore
di una serie di cinque delitti commessi
a Londra dal 1888 in poi ed attribuiti
ad un misterioso personaggio autodefinitosi
in alcune lettere inviate alla stampa
come "Jack lo squartatore".
La pellicola diretta dai Fratelli Hughes,
distribuita nelle sale cinematografiche
nel 2001, si è ispirata alla
sceneggiatura di Alan Moore e Eddie
Campbell autori, negli anni novanta,
di un'indimenticabile versione a fumetti
di personaggio classico della letteratura
e del cinema noir. In un genere così
ampiamente saccheggiato dalla letteratura
popolare e dal cinema i due fratelli
Hughes, considerati dalla critica insieme
a Spike Lee come i più importanti
registi del cinema di colore americano,
riescono ad aggiungere temi e contenuti
alla storia di un personaggio che appare
come il capostipite di tutti i serial
killer conosciuti. In una Londra livida
e crepuscolare, descritta con una fotografia
dai forti contrasti, si agitano, nella
tremula luce dei fanali a gas, masse
di diseredati decimate dagli stenti
e dalle malattie. Nella zona di Whitechapel
nell'East End londinese, vengono scoperti
alcuni delitti di prostitute che sembrano
essere commessi dalla stessa mano. I
giornali montano il caso soprattutto
dopo che la paternità di questi
delitti viene rivendicata con alcune
lettere firmate da un fantomatico "Jack
lo squartatore". La polizia brancola
nel buio ed il caso viene affidato all'ispettore
Frederick George Abberline (Johnny Depp
sullo schermo) un perspicace e determinato
ispettore che grazie alla sua cocciutaggine,
ed alle percezioni extrasensoriali potenziate
dall'uso dell'oppio, riuscirà
alla fine a svelare l'assassino e a
risolvere il caso. Questo personaggio
è il classico detective perdente
e drop out, in guerra con la vita e
braccato dalle sue emozioni, che alla
fine dell'inchiesta deciderà
il suicidio pur di non svelare il luogo
dove si è rifugiata una delle
potenziali vittime dell'assassino, della
quale si è innamorato perdutamente.
Questa vicenda sentimentale, che s'intreccia
con la trama del thriller, richiama
nella sua dinamica un tema caro alla
letteratura anglosassone del periodo
vittoriano, il contrasto cioè
tra ragione e sentimento, il conflitto
tra istinto e pregiudizio che tante
emozioni ha regalato ai lettori di quell'epoca
(vedi le opere di Edward Morgan Forster
e del cosiddetto "gruppo di Bloomsbury").
Indimenticabile appare l'interpretazione
di Johnny Depp, attore "maledetto",
che qui sfoggia insospettabili doti
di equilibrio e maturità. Mentre
nel Mistero di Sleepy Hollow interpretava
il detective americano Conestabile Ichabod
Crane, dedito ad applicare le moderne
metodologie scientifiche ad una caso
paranormale, qui Abberline capovolge
i termini della questione ed applica
metodi "paranormali" ad un
caso scientifico.
Ma il vero protagonista del film è
Jack lo squartatore, che si rivelerà
essere Sir William Gull (Ian Holm sullo
schermo), il medico di corte che ammazza
le prostitute per nascondere e proteggere
gli interessi dell'erede al trono. Questo
personaggio, dal carattere coatto e
dagli istinti compulsivi, ben rappresenta
lo stereotipo dello scienziato paranoico
che inseguendo la sua sete di potere
e di successo stravolge completamente
il senso della sua ricerca scientifica,
fino a trasformarla in un delirio omicida.
Anche questo è un tema classico
della letteratura e del cinema contemporaneo
(vedi Lo strano caso del dottor Jeckill
e di mister Heide ed Il dottor Stranamore)
che solleva interrogativi di bruciante
attualità sul ruolo della scienza
(ogm, procreazione assistita) e sull'insanabile
conflitto tra il bene e il male, temi
così lucidamente affrontati nel
romanzo di G. L. Stevenson. Memorabile
resta una frase pronunciata da Sir William
Gull nel film: "Un giorno, gli
uomini si volteranno indietro e diranno
che io sono stato il precursore del
XX secolo". Assassino seriale su
commissione di un'associazione massonica,
che opera per tutelare gli interessi
della Corona, svolge il suo compito
con tanta dedizione e fanatismo che
i suoi stessi committenti decideranno
di lobotomizzarlo per eliminare un personaggio
diventato scomodo e pericoloso. Un film
riuscito e delicato su un tema così
scabroso, che riesce a donare ancora
emozioni ad una platea televisiva decimata
e mutilata dagli orrendi crimini seriali
compiuti contro la programmazione culturale
televisiva in nome del dio "Share".
Sono gli ultimi fuochi sul viale del
tramonto della tv generalista, destinata
ad un inesorabile oscuramento e la cui
crepuscolare decadenza, giorno per giorno,
ha il solo scopo di giustificare e promuovere
l'avvento delle pay - tv.
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