Una
recensione di
Claudia Scopino
Titolo
originale: La mala educacion
Nazione: Spagna
Anno: 2004
Genere: Drammatico
Regia: Pedro Almodòvar
Cast: Gael Garcia Bernal, Fele Martinez,
Daniel Gimenez-Cacho, Javier Camara
Con degli
strepitosi titoli di testa profondamente
classici che ricordano il miglior Hitchcock,
inizia La mala educaciòn, ultima
provocatoria e malinconica opera di
Pedro Almodòvar. La brutale e
cinica storia di quattro personaggi
dalle doppie identità e dal passato
angosciante che si ritrovano e si perdono,
si confondono e trasformano, fino a
cambiare per sempre le loro solitarie
vite.
Gael Garcia Bernal è il protagonista
eclettico dell'opera, interprete di
tre personaggi diversi che si ricongiungono
in un solo e bravissimo nella sua naturalezza,
definendo un'interpretazione elegante,
delicata, vera che non disdegna i mezzi
toni e le affascinanti sfumature recitative.
Ma tutto il film è sorretto da
un cast di prim'ordine, come del resto
accade in tutte le opere di Almodòvar
(anche se qui, al contrario di Tutto
su mia madre, l'universo è maschile
e al contrario del doloroso Parla con
lei, aspro), dall'incisivo e tagliente
Daniel Giménez Cacho al simpaticissimo
Javier Càmara in un piccolo ruolo
che dà linfa e vitalità
alla storia raccontata, da Fele Martìnez
in un'interpretazione sensibile e seducente
a Lluìs Homar, perfetto nel ruolo
morboso di Berenguer.
Almodòvar ha gusto per i dettagli,
i colori e l'atmosfera a metà
tra noir e melò, ma ha soprattutto
una grande attenzione per i suoi personaggi,
ossessivi e ossessionati, vittime e
carnefici, angeli e diavoli, persi in
un esistenza di desiderio e ambizione
che soffoca e opprime.
Un ottimo gioco narrativo di montaggio
e flashback, tre spazi temporali che
si confondono e si rievocano, senza
cadere mai in una dispersione del melodramma,
ma anzi, componendo un quadro nostalgico
di ricordi ed emozioni, personaggi mascherati
nell'anima e persi nel cuore. Almodòvar
infonde il film di gusto classico e
coscienza moderna, carica di nostalgia
ogni scena e s'insinua senza esitazione
nell'inferno delle vite dei suoi personaggi,
in un'atmosfera enigmatica e incantatrice,
che non esclude scene sottilmente d'impatto
e momenti alla deriva. Una storia morbosa,
narrata con essenzialità e crudezza
ma capace di coinvolgere e appassionare,
un lungo racconto d'identità
tradite e mascherate, di passioni pericolose,
gelosie ossessive, erotismo e psicologia,
tra passato, presente e futuro persi
nelle vendette e nei ricatti e che getta
angoscia sulla vita di ogni essere umano,
dove nessuno, alla fine, può
davvero conoscere l'oggetto del suo
desiderio.
    
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