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Un sasso e un chicco (silloge)
di Alberto Accorsi
Pubblicato su SITO


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Un sasso e un chicco (silloge) Questa mattina
 
Sarà Giove - pioggia d'oro
che trasforma il riverbero
di monotone lampade allo iodio
in un formicolio  luccicante
 
o la melodia dei Modena
calda e dolcissima
nell'abbraccio umido del mattino
  
o il vago ricordo di occhi
scomparsi
 
mi accorgo che il ghiaccio
del cielo
si scioglie
il dolore che angoscia
svanisce
 
 
Questa mattina 2
 
Guarda papi  è Dio!
Dove!?
Lassù.
 
Il viso  gigantesco era
corrucciato
un nasone...
la bocca semiaperta
 
poi la nube si stiracchiò
in lunghe striature sottili
 
così
seguimmo rassegnati
le  fiammeggianti iridi
della  monovolume
 
perfettamente circolari e
incantevolmente
luccicanti.
 
 
Il ciclo del Carbonio
 
Non  è rimasto che
nell’odore
della sua  piccola officina
sotto casa,
d’olio, di limatura, di ferro bruciato
l’odore tanto odiato
dagli eterni bimbi
con la puzza al naso.

Lui se n’è andato
con “l’acqua nei polmoni”
dopo cinquant'anni di  fumo di ghisa
animale   feroce al carbonio
infido nella polvere nera
che anch’io respiro spesso
ma non così a lungo.
 
 
Un tesoro
 
Ho un tesoro che i miei fratelli,
più giovani, non sanno
 
la prima casa, il buio del  mattino
mio padre al fischio
lontano del treno, si alzava,
la scodella di latte, era pronto
 
si infilava  quello strano 
cappello da aviatore
con due strisce di cuoio
aderenti alle guance
 
e poi via sulla Lambretta
al lavoro!
  

Questa malattia
 
Questa malattia
che prima di finirci ci trasforma in
pulcini implumi
da uomini seri che eravamo
scavato il volto
gonfie le dita
stecchetti al posto delle gambe e gli
occhi grandi
che sporgono da un volto smarrito
che non si riconosce più
aspettando… aspettando di partire
da un altro punto di vista
non è letale...
e addirittura non fa del male.
 
 
In volo
 
Adescati, catturati
e forse  stregati
dai nostri
pensieri quotidiani
non ci accorgiamo che
lassù accade
qualcosa:
si fanno cullare
ma da quali  correnti ?
si tuffano
e poi sono soffiati all'indietro
ricominciano
nel cielo pallido.
giocano?
Ripartono, spiegando le ali.
 

Novara
 
Da Corso  Risorgimento
Novara dorme tranquilla.
 
Frutti rossastri ammuffiti
su scarni candelabri
come uccelletti stecchiti
 
Negozi troppo timidi
merce nascosta
nulla nelle vetrine scure.
 
una siesta perenne
la avvolge discreta
 
solo la Cupola dell'Antonelli
svetta gigantesca
come la  Basilica della Virgin
ma
l'Oceano... dov'è?
 
 
Povero dino milanese
 
Cinesi  d’altri tempi,
in perenne leggiadra mestizia,
solo
dal  dinosauro verde brillante
aggrappato 
al traliccio di via Bovio
ci  facciamo  sorprendere
 
ma solo per poco...
l’ assalto al cielo
è fallito!
 
all’imbrunire anche il verde
scompare nel grigio
e solenne
l’Indifferenza riprende il suo
posto di comando.
 

Tempo cattivo
 
non è più il tempo dei
cardellini
gialli, neri saltellanti tra i semi piumosi.
nel parcheggio,
un ticchettio gelato, impertinente!
disturba  pochi passeri frettolosi
penso:
a quanto mi tormenti un lavoro malfatto
o la sfortuna semplicemente cieca
mentre
vorrei accogliere il giorno come la sera
un guardare tranquillo  senza vedere.
 
 
Rane
 
Non è un cielo del Correggio
di vorticosi celesti e intensi gialli
è piuttosto un velo umido ed indeciso
ad accogliere le povere rane in guazzetto
che sembriamo
una delicata tela  che sfuma i contorni
di pioppi, prati e  case isolate
non quelli di un sole bianco
turbato appena
da esangui e passeggeri
filamenti scuri.
 
in questi giorni
di rabbie, sfoghi e
rancori.
 
Novate è cambiata
 
I  carrozzoni del  Circo operaio
son  partiti  da anni...
con tamburi, bandiere rosse e
l’inefficiente  democrazia.
Fargas, Omcsa, Schindler, Triulzi...?
Controlla l’ortografia !sentenzia il computer.
 
Circoli, vecchi partiti
quasi  del tutto cacciati
 
La  morbida eleganza
dei salottini del Risparmio Gestito
sciantosa cammina per tonde
e per  nuovi selciati
 
è’ la Banca, bellezza!
 
Che sorride beata nel
deserto luccicante di vetrine
lontano dai luoghi 
dove il Circo una volta
s’era posato
 
Sorride a se stessa per niente esitante
per niente turbata, sicura, trionfante
...forse non troppo lungimirante.
 
 
Omaggio a Karl, scienziato
 
Astraendo, distillando
cristallizzando:
dai lavori concreti
al lavoro astratto
e generalmente umano
 
alla merce
cristallo purissimo
 
e infine l'oro trovato:
l'uomo come
merce tra merci
ombra  da luce
Dio finto da Dio vero
 
 
Troppo facile
 
Troppo facile!,
raccoglierli  già schiusi,
all'ombra degli eucalipti,
o passeggiando tra le stalagmiti gialle
o vicini a sorgenti furtive
 
altra cosa è
strapparli dal cemento
nel  deserto
di  un cielo  inesistente
 
il sentiero di morbida neve nel
nero  silenzio del primo Natale
o i fiordalisi e i papaveri rossi l’estate
 
tornano solo, e per poco,
se cercandoli
cammini,
nel buio.
 
 
Troppo facile 2
 
Non è gran cosa, davvero,
strapparli dal cemento
nel deserto  di un cielo inesistente
 
nella spenta città qualche
insegna risplende e
il cuore sussurra
 
Versi innamorati
 
seminati tra lacrime vere
son perfino giunti a noi
 
Dalle paludi dove
le farfalle non vivono
gli uccelli non cantano
e da dove
i “Trasporti”hanno
sterminato
il tempo.
 
 
 
Landini Testa Calda
 
Ridevamo insieme
mi parlava di quell'assurdo
trattore di quando lui era
bambino
 
Io  posavo all'improvviso
le mani fredde sulla   sua nuca:
scherzo da "scioc"!
sbottava spingendomi via
 
Nostalgia piccolo animale
da compagnia
sorriso spezzato e sempre
cercato.
 
 
Colori
 
Milano è una città grigia
e bisogna ringraziare
il Marciapiede di fronte  se
dopo la pioggia ci regala, in qualche
chiazza di benzina,
iridescenti galassie  di  blu di  verdi  di gialli .
 
o i  freddi  Neon   che dal soffitto della palestra
generano caldi folletti danzanti
verde limone, celesti
minuscole astronavi ovattate
 
ma oggi
da un cielo plumbeo carico di pioggia
si staglia  all’improvviso
il Duomo che  come le rocce di creta di Rugen
è di un candore allucinante
filigrana di ghiaccio
 
allucinazione,   inquietante
subito spenta, per fortuna,
da una pubblicità   gigantesca
confortante, rassicurante, anima di una città
benestante.
 
 
E’ amore?
 
L’aria è fresca,
all’ingresso del cimitero
poche persone confabulano
un ometto forse sta facendo  pipì
vicino al muro, laggiù, nell’erba alta.
 
faccio squillare il cellulare, non risponde, risponde.
la vedo, arriva da lontano
piccola, piccola
non so se è amore
comunque riprendo a respirare.
 
Ed eccola qui, scende dalla  bicicletta,
una freschezza garbata sorridente:
rompiballe!
mi apostrofa, ero in salita..
 
entriamo.
si rilassa nell’arte di disporre fiori,
suo padre, mio padre.
Poi riparte . mi faccio un giro per il centro ...
mah  si quando  saremo in pensione, alla Domenica,
andremo in bici al Circolino a berci un bicchierino.
E  chi ci ammazza?! Faccio io .
 
E’ amore.
 
 
Il poeta e la città
 
senza panchine
senza fontane
senza città
 
un caracollare lento e sereno
con un pezzetto di carta e
una matita in mano
cercando almeno
di camminare nell'ombra.
 
 
 
Letteratura
 
solo la filosofia  ti strappa, violenta, alla vita
e ti costringe  all'eterno
 
la letteratura  no, lei ti allontana più  dolce e più  lenta
tra la gente puoi sostare  e da un punto qualsiasi  guardare
e non esser guardato
e cercar di descrivere ciò che vedi
Ma ...non scegliere! o
l'incanto svanisce e la vita ritorna.
 
 
Regali di  nozze
 
La foto è un po' ingiallita :
timidi e vicini son
seduti su una panchina, Carpi 1952
 
Lui in una mano ha
un  calibro a corsoio
strumento per misurare
il ferro ben tornito
 
per il taglio ed il cucito
occorrono
fantasia e senso estetico
un “figurino”, sfoglia Lei
 
scesi  dalla corriera  dopo il
viaggio, trenta chilometri!
si sono comprati  gli unici
regali di nozze : il pane di domani
 
ma  la foto   non c’è  proprio
nessuno l’ha mai  scattata e
mia madre, rimasta
l’unica della famiglia,
 
non ricorda più con esattezza
fu a Carpi o a Reggio Emilia?
 
 
Ora di andare
 
Questo giorno non respira.
senza canti gitani
o vecchie nenie dalle
stalle di un tempo
 
senza un cielo normale
o un sogno
da ricordare
 
anche oggi al lavoro
mi sono
portato.
 
 
Strano giorno
 
Zampillano
in un immenso cielo blu
esili
steli d'acciaio fioriti d'arancio
e sfere rosse  oppure verdi
sospese nell'aria
accompagnano tranquille
il ritorno.
 
ripenso felice al mattino
arrivo al cancello e
scendo infine dall'auto:
la chiave, la chiave
non c'è !
Dio mio ...
perché mi hai  abbandonato?
 
 
Trattorie
 
Cosa mai vi hanno fatto
gli impiegati di Banca!?
 
"Panigacci alla Nutella"
chiese il giovane col viso
di vecchietta, nere e lucide
le scarpe
e fino il cervello
 
Dall'altra parte
facce segnate
capelli grigi
e un cibo da dimenticare
ma giusta la grappa nel caffè
e che cameriere gentili!
 
 
In alto i cuori
 
L'anno in cui l'inverno non ci fu
da nessuna parte
 
i proprietari di sciovie protestarono a
lungo al Ministero
 
gli echinopsis fiorirono nei greti
arsi dei fiumi
 
e le forficule si accamparono tranquille
sopra le teste
degli uomini
 
 
Lucky
 
Ci deve essere  per Noi
qualcosa di molto più
gratificante
 
nel trascinare un  vivente
per il collo 
 
che nel vederlo
agonizzante 
sotto un bicchiere
 
o nel scioglierlo
nelle bollicine
effervescente  per poco
 
nella calce
gettata per gioco.
 
 
Comune destino
 
Pensavo che
le pagine morissero gialle
svuotate, ossidate, martoriate
dal solito  male
gli anni passati
 
invece ho visto singole lettere
staccarsi, storpiarsi, mutarsi
e quasi le parole diventare illeggibili
muto scherzo
di una pagina ancor  bianca
serena, salvata.
 

© Alberto Accorsi



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