La
passione di Cristo
Titolo originale: The passion of the Christ
Nazione: Usa/Italia 2003
Genere: Drammatico
Durata: 130'
Regia: Mel Gibson
L'opinione di Pierre Hombrebueno
La passione di Gibson
Già a mesi prima dell'uscita di questa
ultima opera di Mel Gibson, il film è
stato colpito da polemiche di ogni genere: antisemitismo,
troppo sangue, eccessiva violenza ecc..
Poi il grande boom in America: il rEcord di
incassi, gli spettatori morti e svenuti durante
le visione del film e i vari gadget tornati
di moda quali crocifissi, braccialetti e magliette
che raffigurano Gesù.
Insomma, sembra di essere veramente tornati
indietro ai tempi de L'esorcista, quando i buzz
e le polemiche che circondano l'uscita di un
film finiscono per coprire il film stesso.
Più che la passione di Cristo, ci troviamo
davanti alla passione di Mel Gibson, regista
che da sempre tratta temi di alto valore come
la libertà umana.
Ciò che traspare dall'opera è
proprio la passione e la drammaticità
dell'autore, che si rivela in scelte personalissime
nel raccontare le ultime 12 ore di vita del
Cristo.
L'impatto visivo è devastante: litri
di sangue, tragedia amplificata a mille lacrima
dopo lacrima, ma questo non va confuso con voglia
irrefrenabile di splatter o esagerazione pura;
Gibson, per raccontare, sceglie infatti la via
del realismo e della crudezza (non crederete
mica che le ultime 12 ore di vita di Gesù
siano state rose e fiori vero?), penetrando
tra le radici del nostro cervello e del nostro
cuore, facendoci sentire quasi colpevoli di
questi 126 minuti di tortura e sofferenze.
L'alternanza di brutalità e flashback
sono riuscitissime e non mancheranno di commuovere
i fedelissimi. A rendere il tutto più
autentico è la scelta di girare il film
completamente in aramaico e latino, lingue affascinanti
e suggestive che danno effetto alle battute,
tagliando dritto e sollecitando le emozioni
degli spettatori.
La sceneggiatura è fedele al vangelo,
rendendo infondate le inutili accuse di antisemitismo.
Gibson richiama anche echi horror e dark, le
scene di Giuda tormentato dal tradimento e di
Satana sono angoscianti come scene dei migliori
horror di qualità del passato, non per
niente i fanatici del gore hanno amato alla
follia questo film.
Al centro delle torture troviamo Jim Caviezel
nel ruolo di una carriera: pochissime battute
in tutto il film, non un solito Gesù
buonista che predica amore di qua e di là
ma un Gesù molto umano, che si pone gli
stessi dubbi degli essere umani comuni; una
grande performance che per toccare e comunicare
si serve unicamente degli sguardi e degli occhi
penetranti.
Ma la figura più commovente è
sicuramente quella di Maria, interpretata egregiamente
da Maia Morgenstern: non è lei quella
che verrà portata in croce, ma il peso
che si porta dietro è grande quanto quello
del figlio, il suo cuore torturato traspare
dalle sue urla di dolore che
provengono direttamente dall'anima.
La produzione è semplicemente kolossale,
degna dei film biblici anni 50'; il set, tutto
montato a Cinecittà, è grandioso
e mozzafiato, curatissimo in ogni minimo particolare,
così come gli epici costumi.
La Passione di Cristo: Un film coraggioso dal
cuore impavido.
Pierre Hombrebueno
Presidente Italian Online Movie Awards
Recensore www.cinemaplus.it
arashi_punk@yahoo.it
L'opinione di Tiziana Petrecca
Il
più bel film sulla vita del cristo, dopo
Jesus.
Tacciato di antisemitismo, è stato giudicato
film violento, sanguinario, insulso, ininterrotto
crescendo di violenza, un film dell orrore.
Horror splatter Hollywoodiano.
Un film che non porta messaggi damore
e speranza, ma buono solo per ogni fondamentalismo.
Difeso dallattrice ebrea, che impersona
Maria, chiaro nella frase che il Cristo pronuncia
Nessuno può togliermi la vita,
ma la offro da me stesso (vang. Di Giovanni)
indicando una sua volontà e non una colpa
ebrea.
Anche se, nella folla urlante davanti a Pilato
è difficile distinguere ebrei da cristiani
è vero, anche, che il sommo sacerdote
invoca la crocifissione; in quei tempi solo
i romani avevano diritto di vita o morte sul
popolo. Ma tra la folla, durante la via crucis,
emergono personaggi ebrei: Veronica, Simone
e varie donne. Il Giudaismo di Gesù viene
reso bene ma, ovviamente, ognuno guarda il film
con occhi diversi, a seconda delle proprie ideologie.
E un film che va guardato con il dovuto
distacco religioso, per poterne comprendere
bene i simbolismi, i tempi, larte.
Si è parlato solo di fiumi di sangue,
che io non ho notato forse perché abituata
a vederne ogni giorno in tv. Ottima pubblicità,
contro un film ben fatto.
Film che si attiene alle ricostruzioni storiche
e sociali, nonché alle lingue usate in
quellepoca : latino e aramaico, con sottotitoli
facilmente leggibili, che non compromettono
la visione del film, non distraggono lo spettatore.
Le ultime 12 ore, le prime conversioni. Lorto
degli ulivi. La prima comparsa di satana nel
film: appare sempre come donna con un velo nero
sul capo.
La Maria nera, la madre degli istinti bassi
delluomo: materialismo ( appare anche
quando Giuda vende il Cristo) e bestialità,
è presente anche durante la via crucis,
opposta a Maria.
Maria, tra la folla alla sinistra del figlio
che guarda con consapevolezza; tra la folla
sulla destra del Cristo, la Maria nera con in
braccio un bambino dalle fattezze mostruose,
fattezze che richiamano i volti stravolti dalla
violenza della folla che segue il calvario.
Volti trasfigurati dalla follia bestiale e rabbiosa,
invocano la morte di quelluomo. I volti,
maschere di alienati, richiamano alla memoria
i ritratti dei malati mentali di
Gericault.
La Maria nera- madre del male della quale
si avverte la presenza anche quando non compare
nelle scene.
I meravigliosi flashback,- che ricorrono spesso
durante le fasi più cruente della passione-
Gesù cade sotto il peso della croce e
Maria corre da lui per soccorrerlo e ricorda
il Gesù piccolo che cade e lei che corre
da lui per prenderlo tra le braccia e rassicurarlo
Ci sono io qui, non aver paura. Ancora
una volta conferma la sua presenza e la sua
accettazione.
Il Getsemani. La tentazione del demonio, che
qui, appare nel suo simbolo più forte
la dualità: Gesù uomo e spirito
di Dio, consapevole della missione che deve
compiere. Luomo ha paura, paura del dolore,
della morte, delle torture che dovrà
subire; e lo spirito divino si offre innocente.
Un forte contrasto, nelluomo consapevole
delle due verità che non può scindere,
la scissione che dovrà comporsi nella
consapevolezza e accettazione della sua missione
damore. Il serpente schiacciato nel momento
della forza ritrovata- lamore, lo spirito
che vince la materia- il nuovo Adamo che sconfigge
e cancella il peccato del primo Adamo che portò
luomo alla morte corporale, alla conoscenza
degli istinti più bassi, che generarono
, negli uomini, violenza su violenza. La prima
conversione avviene qui, dopo il tradimento
di Giuda, ancora un miracolo la guarigione di
un soldato romano al quale Pietro aveva tagliato
un orecchio. L inizio della passione,
la flagellazione, l umiliazione, l
incoronazione di spine - scena ispirata ad un
quadro del Caravaggio - ; così come tutto
il film ne è ispirato, nelle sue luci
buie, rischiarate da improvvise luci
la tragicità è messa in luce-
risalta il particolare importante nei suoi chiaro
- scuri.
Cristo portato da Pilato, la statuarietà
delle pose, il rosso porporadelle vesti, mi
hanno riportato alla memoria i quadri del David.
Qui, il più bel flashback del film, il
più significativo. Pilato non vuole condannarlo,
non trova in lui colpe, lo manda da Erode- ecco
unaltra scena che mi riporta ai quadri
di Ingres- stessa luce, stesa corposità
e ambientazione da harem, unaltra conversione:
la schiava negra o concubina-sono eufemismi-
abbassa lo sguardo davanti a quelluomo
torturato. Erode assolve, non potrebbe far altro,
solo dei romani è il potere del condannare
a morte.
Viene riportato da Pilato, questi fa di tutto
per salvarlo, il sommo sacerdote ne invoca la
crocifissione, Pilato chiede ancora una volta
al Cristo di salvarsi, difendersi. Ma lui, con
una frase assolve Pilato loro hanno più
colpe di te !
Come ad asserire - ancora una volta- che tutto
era già previsto, anche Pilato un mezzo
perché tutto si compia. Pilato, rimette
tutto ala decisione del sommo sacerdote e dichiarando
ancora linnocenza di quelluomo,
se ne lava le mani. La prima goccia dacqua,
che dalla brocca scivola sulla mano di Pilato
e poi cade nella ciotola, ricorda a Gesù
lultima cena, quando, dopo la benedizione
del calice di vino e lannuncio della sua
morte, si lava le mani per spezzare il pane.
La goccia la ritroviamo , ancora e per lultima
volta, nel momento della morte sulla croce,
quando il cielo si oscura e una goccia di pioggia
vien giù. Tutto è compiuto. Il
tempio crolla. Sotto la croce in attesa della
morte dei tre condannati, tre soldati giocano
ai dadi- un altro richiamo al Caravaggio - i
giocatori di dadi. Cristo tra i ladroni-
ancora un richiamo, un simbolo il bene
alla sua sinistra, il male alla sua destra.
Un altra conversione, il ladrone alla sua sinistra
altro forte simbolismo il ladrone
alla sua destra, così come la Maria nera
durante la via crucis, lo dileggia, senza dare
ascolto alle parole dellaltro condannato
che gli urla linnocenza di quelluomo
crocifisso tra di loro, dichiarandosi colpevole
e giudicando laltro di cecità.
Ed ecco posarsi sulla croce del ladrone, un
corvo che gli cava gli occhi, grande simbologia
della cecità dellanima. Un
anima cieca non vede la verità, non distingue
il bene dal male; un anima cieca non ha
bisogno di occhi. Cristo è morto, ai
ladroni vengono rotte le gambe per anticiparne
la morte, al cristo no. Per tradizione lagnello
pasquale veniva mangiato senza rompergli le
ossa. Gesù viene deposto dalla croce,
Maria inginocchiata lo tiene tra le braccia.
Ecco La pietà di Michelangelo,
il primo piano sul volto bianco segnato da rivoli
di sangue di un rosso intenso, immagine stilizzata,
con un contrasto così forte tra il bianco
e il rosso, da riportarmi ai quadri di Guttuso.
Il film si chiude con la resurrezione. Le parole
pronunciate dal sommo sacerdote Hai detto
che avresti distrutto e ricostruito il tempio
in tre giorni, fammi vedere! I buchi lasciati
dai chiodi sulle mani. Dopo tre giorni- 12 ore-.
Il tempo: si percorre attraverso storia ed
arte.
I simboli: chiari e forti
Lo sguardo mai abbassato da Gesù davanti
ai suoi persecutori.
Le figure che osservano in silenzio, in disparte,
come nellattesa cosciente che tutto si
compia, tutto finisca. Ora è Giovanni,
ora Marta, ora Maria. Chi sa e chi crede, è
li ad osservare senza lacrime, senza disperazione
negli occhi.
E il viaggio tra le parabole dei 4 evangelisti
e quello di Giovanni che recita:
In principio era il verbo
e il verbo era presso Dio
e Dio era il verbo
...
In lui era la vita
E la vita era la luce degli uomini;
la luce nelle tenebre brilla
e le tenebre non lo compresero."
Il film, le sue luci, i suoi simboli, sono
tutti raccolti in queste parole.
L unica cosa che mi lascia perplessa è
laver invertito la destra con la sinistra.
Sappiamo che gli vene inchiodata prima la mano
destra, che il piede destro è inchiodato
sul sinistro siederà alla destra
del padre! Qui è invertito tutto.
Lunica spiegazione possibile che posso
darmi restando nella simbologia- è
che il progetto divino della creazione damore,
non può essere, vinto, tradito. Che il
bene la sinistra non può
essere vinto dal male, ma lo schiaccia, lo inchioda
i piedi sulla croce -. Nellultima
scena è la mano destra, con il segno
profondo lasciato dal chiodo, che viene inquadrata.
Ma è il momento della resurrezione, della
vittoria sulla morte e il male. Siederà
alla destra del padre e verrà a giudicare
i vivi e i morti e il suo regno non avrà
fine. Dio siede alla sinistra, il bene-
la mano sinistra non è inquadrata, si
pone in risalto solo il male che lascerà
un profondo segno sugli uomini.
Le riprese del film sono state girate a Matera,
città nella quale alcune parti sono antiche
di 2000 anni e somigliano molto, nellarchitettura
e per le rocce
al paesaggio che doveva essere in Giudea.
Ad una domanda non ho trovato risposta
Che film hanno visto i critici per bocciarlo
in quel modo?.
Non aveva bisogno di tanto scalpore per attirare
lattenzione. E un film sublime.
Tiziana Petrecca
tillj2004@yahoo.it
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