AVER PARTORITO
per la prima volta
il mio corpo ritorna
com’era
La schiena, simile alla metà
dell’osso dei desideri,
si raddrizza
trionfante
Le smagliature sul mio seno
diventano chiare
come latte
Nella mia testa le canzoni
della mia infanzia
vibrano
come falene, chiedono
di essere riaccolte
chiedono perdono
per essere state via così a lungo
Attraverso le mie labbra
la voce di mia madre
canta per addormentare mia figlia
Quando dorme
sul mio seno, divento
la persona più vecchia
che abbia mai conosciuto
sono più giovane di quanto possa ricordare.
Aridità
Voler scrivere ma non avere parole.
o meglio, non avere sensazioni
Un tavolo senza vernice, auto fuori
che si sfidano sulla collina,
fumo dai campi bruciati che
sfugge inosservato sotto il sole
finché a qualcuno non manca
il respiro.
Rimanere in attesa del vento.
Sentirsi parte dell’ascolto
e rimanere indifferente, un calzino floscio
al vento come un berretto da somaro vuoto
che aspetta un cambiamento nell’aria,
qualcosa di impetuoso come il fiume
in cui hai pescato la settimana scorsa
senza fortuna
e poi veder nuotare
il corègono
che sfiora le pietre
il guizzare continuo delle trote
come sculture sospese
su più piani
che mai avresti pensato l’acqua
potesse contenere.