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Teatro svedese contemporaneo
A cura di Claudio Petrangeli
Pubblicato su SITO
Anno
2005-
Gremese
Prezzo €
18-
Una recensione
di
Enrico Pietrangeli
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Votanti:
5708 Media
79.21%
Petrangeli, scandinavista e curatore del testo, ci conduce in un mondo ancora pressoché sconosciuto in Italia. Lo fa attraverso la traduzione di quattro pièces teatrali ed in un’articolata introduzione, argomentata con un taglio leggiadro ed ironico, tendente a smontare i troppi luoghi comuni e da qui riportarci “a una realtà ben più complessa e stratificata” del teatro svedese. In VD, nel gioco di una confessione, cornice dell’intera rappresentazione, una coppia viene fatta vacillare da un avvenente e provocatorio vicedirettore. La perversione subentra e stravolge equilibri, demolisce ed infine diviene motivo per ricostruire e trovare persino comprensione. Il tutto sullo sfondo di una follia, quella lucida di Sven, il manager che si scontrerà con quella più offuscata e violenta di Tage, fratello del protagonista, lasciando l’alone di una presunta morte tutt’altro che imbarazzante nella ritrovata quiete famigliare. Larsson riesce a cogliere il punto dove la degenerazione riconduce ogni personaggio alla sua primordiale poesia. Più che immorale, in questi casi, diviene sublime il risvolto della trama che si snoda in un’inaspettata visita con le gratuite avance susseguite. Il libro, che si propone come saggio significativo della scena contemporanea, si sviluppa anche attraverso dinamiche più strettamente psicologiche toccando tematiche famigliari (rapporto madre-figlia) con A Julia dell’affermata Margareta Garpe e lambisce celebrando il politico ne Il sorriso di Olof Palm, un ritratto della società socialdemocratica nel comune impegno condiviso di Malin Langelof. In Marie Ondine, l’ultima delle quattro rappresentazioni, il giovane Svanerud coglie le cupe note della scena jazz più maledetta. Scenario che si apre con Gillespie e, sullo sfondo dei due protagonisti (lui musicista e lei ex cantante prostituta tossicodipendente) Chet Baker, riferimento onnipresente. L’ideale dell’amore in un mondo ostile, incapace di accogliere le fragilità dei “perduti”. “Senza sentimenti non si può mai ferire, mai far star male, mai essere delusi”. La simbolica ricerca di un shampoo per i capelli di Marie e “whisky gratis, se glielo succhio”, ma non prima di aver ricevuto inutili conferme d’amore. Pioggia e nebbia: poesia velata di malinconica ineluttabilità. Il sogno rivelatore di un mostro nel sangue, ma “non si può impedire che un giorno prenda a sgorgare in un’onda di tenerezza”. E Baker, molto più vecchio di quanto non fosse, che infine si materializza nei ricordi di Marie ancora adolescente: è lui il primo grande amore, la prima siringa iniettata nelle vene poco prima della promessa fatta in chiusura da Jack: “Ti procurerò qualcosa per i capelli”. Resta da ribadire che la Svezia, come spiegato da Petrangeli, nonostante la crisi economica ed i conseguenti tagli sociali operati nella sua storia più recente, è tuttora un paese in prima linea nella produzione del settore. Il libro sembrerebbe un ridotto ma ben ponderato strumento per iniziare a conoscerlo più da vicino.
Una recensione di Enrico Pietrangeli
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