>>Una recensione di Marco R. Capelli
Oscar Mondadori - 1998
ISBN 88-04-43482-1
Pg.269 euro 7.40
Né
romanzo né guida turistica, forse un
poco di entrambi, I segreti di Parigi si inserisce
piuttosto nel cospicuo filone dei "libri
di viaggio". Un campo sterminato per il
lettore che volesse cimentarvisi, nel quale
figurano nomi come Stevenson, London, Sterne,
Simenon o Bruce Chatwin (da leggere: In Patagonia
- Adelphi).
Brillante esempio nostrano di questo genere
di narrativa è stato, in tempi più
recenti, la serie delle "nazioni",
scritta da Enzo Biagi negli anni ottanta, cui
questo I segreti di Parigi assomiglia un poco
per il taglio giornalistico, brillante e mai
nozionistico e tuttavia sempre ben documentato
e rispettoso della realtà storica. Con
garbo e misura, Corrado Augias, affabulatore
e guida d'eccezione, ci accompagna per le vie
di Parigi, abbandonando gli itinerari più
abusati in cerca di luoghi della memoria, noti
o inspiegabilmente sprofondati nell'oblio. Ed
ogni itinerario prelude ad una storia, ad un'avventura
o ad una tragedia, abbracciando un arco di tempo
che va dal medioevo di Abelardo ed Eloisa, amanti
sfortunati e coraggiosi, alla Montparnasse geniale
ed eccessiva di Picasso, Hemingway, Kiki e Modigliani.
Come i personaggi e le storie, anche i ventotto
capitoli di questo libro si succedono in ordine
soltanto apparentemente casuale, seguendo in
realtà un percorso non già cronologico
ma geografico, come punti tracciati su di un'immaginaria
mappa della città.
Ci sono molti tipi di persone che viaggiano,
i turisti, quelli cui basta poter dire agli
amici: "Sono stato a Parigi" non hanno
bisogno di questo libro, per loro è sufficiente
una cartolina illustrata. Agli uomini d'affari,
consigliamo invece di portarsi appresso la guida
Michelin o, al limite, una di quelle pubblicazioni
che elencano puntigliosamente night clubs e
piano bar. Questo di Augias è invece
un libro che riserveremmo volentieri ai soli
viaggiatori, cioè a coloro che si spostano
per vedere, conoscere e capire. Perché
la Parigi che ne esce, è una città
che rigurgita di storie dimenticate, di tragedie
umane che gridano prepotenti alle orecchie di
chi si ponga paziente ad ascoltarle. Pagina
dopo pagina, faremo la conoscenza con Amelie
Hélie, meglio nota come Casque d'or e
scopriremo che la madre di Edith Piaf, per vivere,
ammaestrava pulci. Rivivremo le ultime ore di
Maria Antonietta, mai, forse, in tutta la sua
vita così regale, dignitosa e disperatamente
umana, come nel confronto perso in partenza
con una justice farsesca che ne ha già
deciso la sorte. Accompagneremo Robespiere,
e con lui un'intera epoca, fino ai gradini del
patibolo ed incontreremo, ovviamente seduto
al tavolo del Procope, un vecchio Verlaine zoppo,
rissoso ed intossicato di assenzio che però,
sotto sotto, spera ancora di diventare un giorno
un bravo ed onesto borghese. Scenderemo nelle
catacombe, luogo di adorazione della morte illuminista,
ordinato allineamento d'ossa e ricordi e passeggeremo
fra le tortuose strade di Montmartre, dove ogni
porta nasconde un genio ed una sventura, dove
un Utrillo ancora infante viene avviato all'alcolismo
da un levatrice che lo allatta col vino mentre
la tubercolosi, incurante delle distinzioni
umane, miete vittime fra poveri e ricchi, artisti
e prostitute. Riapriremo il sipario del Grand
Guignol, storico teatro parigino dell'eccesso
e dell'orrore, condannato a morte dagli effetti
speciali del cinema o forse da un mondo divenuto
più incredibile della finzione scenica.
E, sempre, avremo il piacere di notare come
l'estrema eleganza ed il garbo di Augias gli
consentano di raccontare di omicidi, violenze
e sordidi complotti senza mai infastidire il
lettore, suscitando anzi una strana, sottile,
pietà per gli sfortunati protagonisti,
vittime e carnefici coinvolti in un medesimo
incomprensibile destino.
Paris, tu n'as pas changé cantava Jean
Sablon, ma erano altri tempi. Ora Parigi è
una signora di mezza età, che al fascino
un po' appannato dal traffico distratto degli
automobilisti, dalle troppe vetrine che vendono
le stesse cose a Milano come a New York, ha
sostituito quello più discreto dei ricordi.
Non è un caso se l'ultimo capitolo del
libro si chiude a proprio Montparnasse, con
uno sguardo su quel carrefour Vavin, che nessuno
chiama più così e che per anni
era sembrato essere il centro del mondo ma che
ora è tornato ad essere un qualunque
movimentato crocevia nella parte Sud di Parigi
. La grande depressione del '29 ha cancellato
un'epoca i cui protagonisti sono scomparsi per
sempre o fuggiti altrove, Parigi ora dorme ed
il centro del mondo si è spostato da
qualche altra parte, forse a New York, o in
California, ma è un sonno gravido di
fermenti e quei cinquemila ettari di mondo dove
si è più pensato, più parlato,
più scritto2 continuano ad essere la
vera Capitale d'Europa. E non è poco,
parola di Corrado Augias.
1 - Corrado Augias - I segreti di Parigi
pg. 268
2 - Jean Giradoux (1882-1944) citato da Corrado
Augias
Marco R. Capelli
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