Pensando alla vita di Giacomo Casanova e Søren Kierkegaard, e ai tratti distintivi delle loro personalità, verrebbe quasi da dire “il diavolo e l’acqua santa”: identità inconciliabili eppure correlate. Autori rispettivamente dei noti diari, Storia della mia vita (1788) e Il diario del seduttore (1843), e accattivanti narratori delle vicende dei due protagonisti, i celeberrimi tombeurs de femmes Giacomo (lo stesso Casanova) e Giovanni (personaggio ispirato al mito del Don Giovanni), essi hanno ammaliato il mondo.
Casanova, il seduttore per eccellenza, dotato di un’intelligenza tanto brillante quanto spregiudicata, celebre per le sue mirabili avventure amorose e non, nasce a Venezia il 2 aprile del 1725 da una coppia di giovani attori sempre in viaggio. Forse proprio dai genitori Giacomo eredita quella predisposizione alla mimesi e alla vita errabonda che così fortemente ha caratterizzato la sua esistenza; interprete inesaustibile e abile improvvisatore è sullo scenario internazionale che spesso si propone sotto vesti diverse: diplomatico, agente segreto, alchimista, guaritore, artista, uomo d’affari e di lettere. Da tutt’altra realtà di vita e familiare è invece plasmato Kierkegaard che nasce a Copenaghen il 5 maggio del 1813: figlio di anziani e agiati commercianti pietisti, Søren cresce in un’atmosfera pervasa di spiritualità e sentimento del peccato, e una marcata predilezione per la vita sedentaria quasi mai gli premette di allontanarsi dalla Danimarca, che lascia solo in occasione di alcuni viaggi in Germania e Svezia.
Giacomo e Søren sono però anche accomunati da alcune esperienze: un’infanzia difficile segnata da un precario stato di salute, l’abbandono della carriera ecclesiastica e una grande passione per la conoscenza. Giacomo si dedica, in età giovanile, agli studi giuridici conseguendo il titolo di dottore in discipline giuridiche, successivamente a quelli filologici e matematici e fu uomo di vastissima cultura; Søren, seguendo un’inclinazione innata, intraprende invece gli studi teologici e teoretici dedicando poi alla speculazione filosofica la sua intera esistenza.
E’ altresì interessante vedere come la dimensione estetica della vita di Casanova, si traduca in un’etica della scrittura in Storia della mia vita (monumentale opera autobiografica meglio conosciuta con il titolo Memorie e interessantissimo documento sulla storia e i costumi del tempo), e come lo stadio etico in Kierkegaard passi attraverso quello estetico, incarnato da Giovanni ne Il diario del seduttore. Inoltre la sensibilità dei due rubacuori, Giacomo e Giovanni, rispettivi protagonisti dei due diari, sebbene all’apparenza affine, risulta profondamente diversa: Giacomo, sostanzialmente distante dalla diabolica psicologia donjuanista incarnata da Giovanni, è uomo d’azione e di grandi appetiti, cultore dell’amore carnale e dispensatore di piacere; Giovanni è invece uomo di pensiero e abile orditore di sottili trame amorose tese ad intrappolare la vittima prescelta, donna destinata alla sofferenza ed alla consunsione.
Giacomo Casanova, se pure fugacemente, ama tutte le sue donne, in perenne equilibrio fra il ruolo del seduttore e quello del sedotto; Giovanni invece trama freddamente ad insaputa della malcapitata e mai abbandona il ruolo del cinico, raffinato seduttore. Se Giacomo nei suoi racconti pone sempre l’accento sugli aspetti più goderecci e goliardici della vita, Giovanni è perennemente preda di un’attrazione fatale distaccata ed intellettualizzata e gode del piacere psichico della pura conquista piuttosto che della soddisfazione carnale. Casanova: profondamente umano e narratore di se stesso; e Giovanni: sovrumana e demoniaca creatura del genio Kierkegaardiano. Così, Giacomo Casanova, erede dell’illuminismo e principe dei libertini, e Søren Kierkegaard, padre dell’esistenzialismo e autorevole portavoce del romanticismo nordico, tanto in antitesi quanto in consonanza, sono due esponenti di spicco della cultura europea fra XVIII e XIX secolo, e altresì, innegabili illustri rappresentanti del grande rivolgimento storico-sociale ed intellettuale che l’Europa si trova a vivere in un momento di svolta epocale.