In quest’articolo prenderemo in considerazione la poesia patriottica nel Romanticismo italiano. Prima di affrontare tale argomento riteniamo opportuno dire qualcosa sulle condizioni storiche, sociologiche e politiche che portarono alla nascita del Romanticismo in Europa.
Negli anni che seguirono immediatamente la caduta di Napoleone, visse uno stato d’animo dominato dalla stanchezza e da una grande delusione.
Agli animi duramente provati da un trentennio di rivoluzioni e di guerre sembrò allora che l’illusione di un continuo progresso che era stata propria dell’Illuminismo fosse venuta meno.
All’inizio dell’800 gli uomini europei si ribellarono contro i miti e le illusioni dell’Illuminismo.
Proprio a causa di questa ribellione contro l’Illuminismo, l’Europa del primo Ottocento respinse l’assolutismo illuminato e diffidò della Ragione. Gli uomini europei di quel tempo cercarono rifugio, ora nella fede religiosa, ora nel culto delle illusioni, ora nella polemica contro la società.
In ogni caso l’Europa del primo Ottocento rifugiò in moti affettivi irrazionali molto diversi da quelli che avevano dominato la civiltà illuministica.
A designare questa situazione storica e questo stato d’animo comune adoperiamo oggi il termine “Romanticismo”.
Detto ciò concentreremo la nostra attenzione sulla poesia patriottica nel Romanticismo italiano. L’età del Romanticismo fu assai ricca di scrittori in prosa e in verso per ragioni politiche, sociali e culturali.
Particolarmente stretto fu il legame tra politica e letteratura nel senso che l’aspirazione all’indipendenza e all’unità nazionale influirono fortemente sulla nostra letteratura e ne determinarono aspetti essenziali.
Anzi l‘aspirazione all’indipendenza e all’unità nazionale fecero in modo che l’Italia nei primi tre decenni dell’800 non conobbe certe forme di Romanticismo morbido e sentimentale che predominavano in altre nazioni proprio perché la questione patriottica fece da correttivo. Essa indirizzò gli scrittori italiani verso una letteratura che accompagnò e favori il sentimento nazionale. Il Risorgimento dunque influì sulla letteratura non solo perché propose agli scrittori temi e caratteri, ma perché ne determinò alcuni tratti formali essenziali.
Infatti la tendenza alla rappresentazione della storia si spiega anche con il bisogno di ricordare agli italiani le loro glorie passate, attraverso le opere letterarie rendendoli consapevoli della loro unità nazionale al di sopra di ogni divisione politica, da ciò lo sviluppo del romanzo storico.
Per fare degli esempi nel romanzo storico italiano troviamo argomenti come la disfida di Barletta del 1503, la caduta di Firenze del 1530, la sconfitta di Manfredi del 1266 e la pessima amministrazione spagnola del 1600. Da ciò lo sviluppo della tragedia storica in grado di risvegliare ed eccitare l’amore per la patria.
Tanto vivo fu questo legame tra Risorgimento e letteratura che alcuni scrittori confessarono esplicitamente di sacrificare le ragioni dell’arte agli interessi patriottici. Per fare un esempio Berchet nella prefazione alle” Fantasie” dichiarò agli amici e ai lettori di trovarsi in una situazione tale da dover anteporre i suoi doveri di cittadino a quelli di poeta. Così tra la via dell’individualismo esasperato e quella del poeta-vate i nostri romantici della prima generazione scelsero la seconda via fino a sacrificare l’arte ai loro doveri di cittadino.
Il maggior lirico patriottico italiano fu il milanese Giovanni Berchet. Egli dopo essere stato tra i fondatori del Conciliatore e l’anima delle prime battaglie romantiche, dovette andare esule. Visse a lungo in Inghilterra, Francia, Germania e Belgio. Tornò in Italia dove morì nel 1851. Molto famosa è la sua Lettera semiseria, che ebbe grandissima importanza nel Romanticismo italiano.
Berchet inoltre fu traduttore durante l’esilio di poesia straniera. La sua lirica fu tutta di carattere patriottico. Le tre opere di Berchet (I Profughi di Praga, 1821. Le Romanze composte tra il 1822 e il 1824 e Le Fantasie composte nel 1829) costituiscono il vertice della poesia patriottica del Romanticismo italiano.
I Profughi di Praga hanno come argomento la cessione che l’Inghilterra aveva fatto di Praga ai turchi. Le Fantasie sono un poemetto nel quale Berchet immagina che un esule lontano dall’Italia alterna ricordi della grandezza con sogni che denunciano la miseria e la viltà presente. Le Romanze è un opera della quale i temi sono attinti dalla vita contemporanea: la lombarda che ha sposato un austriaco e che si accorge che sta per essere madre di un figlio nato da un nemico della sua patria; un giovane coscritto lombardo chiamato a militare per l’Austria; Il turista che viene in Italia e ne ammira dalle Alpi la bellezza ma quando un eremita gli descrive la tragica sorte degli italiani oppressi dagli stranieri se ne ritorna immediatamente a casa disgustato dagli italiani.
In queste opere Berchet riprese i metri tradizionali della canzonetta e dell’ode, ma li improntò in uno stile e in una musica nuovi, aprendo la via a tutta la lirica patriottica successiva.
Berchet nello stesso tempo mirò a costruire un linguaggio poetico moderno e realistico aderente alla sua materia quotidiana e accessibile a un pubblico vasto ma gli mancavano le doti necessarie di cultura e di gusto ed il suo linguaggio poetico è spesso una strana combinazione di vecchio e di nuovo, di tradizionalismo letterario e di realismo moderno con cadute nel sentimentalismo facile. Tuttavia pur con questi limiti il sentimento patriottico e il senso della libertà erano così vivi in lui che egli poté essere un cantore di sentimenti nobili.
Alcune pagine del Berchet raggiungono altissimi livelli di poesia. Citiamo come esempio una pagina per I profughi di Praga in cui i patrioti prima di abbandonare la patria bruciano le ossa dei loro morti. Secondo il giudizio dei critici questa è una pagina tra le più alte e commoventi del nostro Risorgimento.
La lirica patriottica non si ferma con Berchet anche se con lui raggiunse il livello più alto. Questa lirica patriottica si svolse ricchissima per tutto il Risorgimento e se ne possano trovare tracce alcune volte pregevolissimi anche in scrittori che scrissero per lo più di argomenti diversi. Tra coloro che più possono considerarsi poeti della patria vanno ricordati alcuni come Francesco Dall’Ongaro fu aiutante di Garibaldi a Roma nel 1848 esule in Belgio, poi ancora professore a Firenze e a Napoli. Egli fu autore di numerosissime opere: drammi, liriche varie, saggi di critica e via dicendo.
Arnaldo Fusinato fu una specie di giornalista in versi, oscillante tra il patriottismo, il moralismo, un facile sentimentalismo. Nella sua opera è presente una certa attenzione ai problemi sociali, il tutto in modi popolareggianti.
Luigi Mercantini fu patriota, esule, insegnante a Genova e a Palermo.
Le sue opere più famose sono il cosiddetto Inno di Garibaldi e la Spigolatrice di Sapri scritta nel 1857 in seguito al fallimento della spedizione di Pisacane.
Un posto a parte nella poesia patriottica del Romanticismo italiano ha Goffredo Mameli, Alessandro Poerio, i più interessanti scrittori della prima guerra di indipendenza durante la quale morirono ambedue, giovanissimo il primo. Goffredo Mameli fu cospiratore, guerriero, prese parte attiva alla difesa di Roma del 1849, vi morì per una ferita alla gamba. La sua opera era partita da uno stato d’animo genericamente romantico. Gli avvenimenti accaduti nel 1848 lo travolsero e condizionarono profondamente la sua opera. Egli condizionato dagli insegnamenti mazziniani, costruì una lirica in grado di interpretare l’animo del popolo.
Goffredo Mameli è il classico esempio di poeta vate tipico del Romanticismo italiano. Egli compose alcune delle liriche che sono un documento tra i più alti della nostra lirica patriottica e popolare. In tali liriche è presente un ideale religioso che vivifica il sentimento patriottico. In Mameli è presente una notevole potenza delle immagini che rimanda all’irruenza del suo sentimento patriottico. Particolarmente significativo è un suo inno intitolato “Fratelli d’Italia” e rivestì grande importanza in tutto il Risorgimento e che oggi è l'inno nazionale italiano.
In conclusione possiamo dire che la morte in giovanissima età di Goffredo Mameli ha contribuito a rendere emblematica la sua figura di patriota e poeta.
Ancora più interessante è la figura di Alessandro Poerio, esule col padre in Francia e in Germania dove studiò e conobbe Goethe. Si trasferì prima a Firenze dove conobbe Giacomo Leopardi ma scoppiati i moti del 1848 partecipò come volontario alla difesa di Venezia dove trovò la morte. Nella sua opera si possono riscontrare vari tipi di influenze letterarie: Leopardi, Tommaseo, lo spirito combattente del Berchet, nonché la concezione risorgimentale della poesia e del sentimento patriottico che furono propri del Mazzini. Ne nacque una lirica molto efficace che rappresenta una delle espressioni più originali della lirica patriottica degli anni compresi tra il 1830 e il 1850. Nella sua opera è molto evidente l’insegnamento di Mazzini.
Complessivamente possiamo dire che l’opera di Poerio fu un’originale celebrazione poetica del nostro Risorgimento.
Concludiamo tale articolo mettendo in evidenza che la poesia patriottica del Risorgimento italiano non solo raggiunse notevoli livelli artistici ma contribuì a formare una nobile generazione di patrioti pronti a tutto pur di liberare la patria dall’oppressione dello straniero. Infine dobbiamo dire che nella poesia patriottica italiana romantica sono presenti i più nobili ideali che agitarono gli animi degli italiani in quel periodo storico.
Prof. Giovanni Pellegrino Prof.ssa Mangieri Mariangela