Se potessi non aprire più quella porta
a volte stretta altre larga.
Spicchio di luna nel desiderio di Fenice e castelli
cielo nero, segreti.
È difficile uscire dal sogno
difficile uscire da te.
Mi sveglio ma non mi sveglio
compongo questa poesia di ricordi
di assurde illusioni
di urla incarcerate.
Dentro di me
il mio immenso così grande
e così debole.
Gocce di sudore la mia agitazione
mentre prego di non provare emozione.
Voglio fuggire da me
da te.
Questo non è il mio mondo
fingo di essere ciò che non sono.
E allora prendo il treno senza ritorno
e tu
non mi fermerai più
e di me, rimarrà un vago ricordo.
E se un giorno ti tornerò in mente
io sarò l’onda
l’orizzonte
l’infinito
aria.